S. FAUSTI – Nessuno ha mai visto Dio. Nessuno L'ha mai conosciuto né tanto meno nominato. E' il Nome innominabile , origine di ogni nome! “Dimmi il Tuo Nome”domanda Giacobbe (Gen 32,30) ; “Mostrami la Tua Gloria” chiede Mosé (Es 33,18) , “Mostrami il Tuo Volto” supplicano innumerevoli Salmi. Vedere il Volto di Dio è la salvezza dell'uomo, che ritrova il suo volto. Dire il Nome di Dio è ritrovare il Nome che sostanzia ogni nome , è trovare quel “Tu” che fa esistere ogni “io”. Il desiderio di tutte le religioni è dare un Volto e un Nome a Dio. Quello che è il più grande desiderio dell'uomo trova ora soddisfazione . Che sorpresa dare il Nome a Colui che dal nulla ha chiamato tutte le cose e le ha fatte esistere! Il Nome di Dio per l'uomo non può essere che “Gesù” cioè “Dio salva”, sia perché nominare Dio è la salvezza dell'uomo, sia perché l'uomo è perduto e può conoscere Dio solo come Colui che lo salva. Quel Dio che ci faceva paura , perché Santissimo, può essere nominato in ogni luogo di perdizione e di disperazione, perché é Salvatore. Dio è per noi perduti e lontani da Lui , perché si chiama Gesù, Dio-con-noi e Salvatore. Luca lascia intravvedere la dolcezza del poter chiamare Dio per nome, la soavità, la potenza e la luminosità di questo Nome, Gesù. Il Signore visita il Suo Tempio. Ma viene con la debolezza di un Bambino e non per giudicare l'inosservanza della legge, bensì per sottoporsi Egli stesso come l'uomo all'obbedienza al Padre cui abbiamo disobbedito. Viene a pagare il nostro debito, offrendosi a Colui che tutto ha offerto. E' datore di Vita. Presentarlo a Lui significa riconoscere da Lui il dono della Vita e in Lui la Vita stessa come dono, per potervi attingere in abbondanza. Simeone, che significa “Dio ha ascoltato” , è l'uomo che “ascolta la Parola di Dio” ed è giusto e pio. A lui lo Spirito promette che vedrà il Messia del Signore, la consolazione di Israele, (Is 40,1) , l'adempimento della Parola di Dio. Come su tutti i profeti, lo Spirito era su di lui. Diretto da questo Spirito viene ad incontrarlo. Può finalmente abbracciarlo. Le braccia di Simeone sono le braccia secche e bimillenarie di Israele che ricevono il fiore della Vita. La sua voce è un grido di gioia , soffocato da un'attesa lunghissima, che finalmente esplode : un grido pacato e incontenibile, il dilagare di un fiume che rompe l'argine,il fiato di tutta l'umanità, trattenuto nella paura mortale, che ora si rilassa. L'uomo, tenuto schiavo in vita per paura della morte – in una vita insufficiente e angosciata – ora è sazio di vita. Può ritirarsi soddisfatto dal banchetto. Gli occhi di Simeone non vedono più le tenebre davanti a sé, ma l'aurora della vita, “la salvezza “ di Dio.Questa è la Gloria di Israele , che santifica il Nome di Dio e riverbera sul proprio volto la Gloria del Suo Volto. La salvezza è preparata da Dio “in faccia a tutti i popoli” . Non è solo per Israele. E' una luce per tutte le genti che siedono nelle tenebre e nell'ombra di morte. Gesù è comprensibile ancora oggi a noi solo a partire dall'Antico Testamento. Simeone è anche in grado, mosso dallo Spirito, di predirne a Maria il destino. Il Bimbo sarà insieme causa di caduta e di risurrezione per le moltitudini di Israele. Porta infatti una salvezza inaccettabile per tutti. Per questo tutti gli sono contro, si scandalizzano di Lui e cadono. I discepoli per primi. Ma Lui è Salvatore di tutti coloro che sono caduti. E' qui adombrato il mistero della Morte e Resurrezione del Signore. Questa è la Parola che come spada a doppio taglio attraverserà il cuore di ogni discepolo e di tutta la Chiesa , di cui Maria è figura. Questo mistero vivrà di continuo nella storia del discepolo che ripercorre il Suo stesso cammino dalla Croce alla Gloria.
Salmi 105(104),1b-2.3-4.5-6.8-9. Lodate il Signore e invocate il suo nome, proclamate tra i popoli le sue opere. Cantate a lui canti di gioia, meditate tutti i suoi prodigi.
Gloriatevi del suo santo nome: gioisca il cuore di chi cerca il Signore. Cercate il Signore e la sua potenza, cercate sempre il suo volto.
Ricordate le meraviglie che ha compiute, i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca; Voi stirpe di Abramo, suo servo, figli di Giacobbe, suo eletto.
Ricorda sempre la sua alleanza: parola data per mille generazioni, l'alleanza stretta con Abramo e il suo giuramento ad Isacco.
Lettera agli Ebrei 11,8.11-12.17-19. Fratelli, per fede Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava. Per fede anche Sara, sebbene fuori dell'età, ricevette la possibilità di diventare madre perché ritenne fedele colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia innumerevole che si trova lungo la spiaggia del mare. Per fede Abramo, messo alla prova, offrì Isacco e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unico figlio, del quale era stato detto: In Isacco avrai una discendenza che porterà il tuo nome. Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe e fu come un simbolo.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 2,22-40. Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore. Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele; lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le braccia e benedisse Dio: «Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima». C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.
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S. FAUSTI – Nessuno ha mai visto Dio. Nessuno L'ha mai conosciuto né tanto meno nominato.
E' il Nome innominabile , origine di ogni nome! “Dimmi il Tuo Nome”domanda Giacobbe (Gen 32,30) ; “Mostrami la Tua Gloria” chiede Mosé (Es 33,18) , “Mostrami il Tuo Volto” supplicano innumerevoli Salmi.
Vedere il Volto di Dio è la salvezza dell'uomo, che ritrova il suo volto.
Dire il Nome di Dio è ritrovare il Nome che sostanzia ogni nome , è trovare quel “Tu” che fa esistere ogni “io”. Il desiderio di tutte le religioni è dare un Volto e un Nome a Dio.
Quello che è il più grande desiderio dell'uomo trova ora soddisfazione . Che sorpresa dare il Nome a Colui che dal nulla ha chiamato tutte le cose e le ha fatte esistere!
Il Nome di Dio per l'uomo non può essere che “Gesù” cioè “Dio salva”, sia perché nominare Dio è la salvezza dell'uomo, sia perché l'uomo è perduto e può conoscere Dio solo come Colui che lo salva. Quel Dio che ci faceva paura , perché Santissimo, può essere nominato in ogni luogo di perdizione e di disperazione, perché é Salvatore. Dio è per noi perduti e lontani da Lui , perché si chiama Gesù, Dio-con-noi e Salvatore.
Luca lascia intravvedere la dolcezza del poter chiamare Dio per nome, la soavità, la potenza e la luminosità di questo Nome, Gesù.
Il Signore visita il Suo Tempio. Ma viene con la debolezza di un Bambino e non per giudicare l'inosservanza della legge, bensì per sottoporsi Egli stesso come l'uomo all'obbedienza al Padre cui abbiamo disobbedito. Viene a pagare il nostro debito, offrendosi a Colui che tutto ha offerto.
E' datore di Vita. Presentarlo a Lui significa riconoscere da Lui il dono della Vita e in Lui la Vita stessa come dono, per potervi attingere in abbondanza.
Simeone, che significa “Dio ha ascoltato” , è l'uomo che “ascolta la Parola di Dio” ed è giusto e pio.
A lui lo Spirito promette che vedrà il Messia del Signore, la consolazione di Israele, (Is 40,1) , l'adempimento della Parola di Dio. Come su tutti i profeti, lo Spirito era su di lui.
Diretto da questo Spirito viene ad incontrarlo. Può finalmente abbracciarlo.
Le braccia di Simeone sono le braccia secche e bimillenarie di Israele che ricevono il fiore della Vita. La sua voce è un grido di gioia , soffocato da un'attesa lunghissima, che finalmente esplode : un grido pacato e incontenibile, il dilagare di un fiume che rompe l'argine,il fiato di tutta l'umanità, trattenuto nella paura mortale, che ora si rilassa.
L'uomo, tenuto schiavo in vita per paura della morte – in una vita insufficiente e angosciata – ora è sazio di vita. Può ritirarsi soddisfatto dal banchetto.
Gli occhi di Simeone non vedono più le tenebre davanti a sé, ma l'aurora della vita, “la salvezza “ di Dio.Questa è la Gloria di Israele , che santifica il Nome di Dio e riverbera sul proprio volto la Gloria del Suo Volto.
La salvezza è preparata da Dio “in faccia a tutti i popoli” . Non è solo per Israele.
E' una luce per tutte le genti che siedono nelle tenebre e nell'ombra di morte.
Gesù è comprensibile ancora oggi a noi solo a partire dall'Antico Testamento.
Simeone è anche in grado, mosso dallo Spirito, di predirne a Maria il destino.
Il Bimbo sarà insieme causa di caduta e di risurrezione per le moltitudini di Israele.
Porta infatti una salvezza inaccettabile per tutti. Per questo tutti gli sono contro, si scandalizzano di Lui e cadono. I discepoli per primi. Ma Lui è Salvatore di tutti coloro che sono caduti.
E' qui adombrato il mistero della Morte e Resurrezione del Signore.
Questa è la Parola che come spada a doppio taglio attraverserà il cuore di ogni discepolo e di tutta la Chiesa , di cui Maria è figura. Questo mistero vivrà di continuo nella storia del discepolo che ripercorre il Suo stesso cammino dalla Croce alla Gloria.
SANTA FAMIGLIA
Salmi 105(104),1b-2.3-4.5-6.8-9.
Lodate il Signore e invocate il suo nome,
proclamate tra i popoli le sue opere.
Cantate a lui canti di gioia,
meditate tutti i suoi prodigi.
Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
Cercate il Signore e la sua potenza,
cercate sempre il suo volto.
Ricordate le meraviglie che ha compiute,
i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca;
Voi stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.
Ricorda sempre la sua alleanza:
parola data per mille generazioni,
l'alleanza stretta con Abramo
e il suo giuramento ad Isacco.
Lettera agli Ebrei 11,8.11-12.17-19.
Fratelli, per fede Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava.
Per fede anche Sara, sebbene fuori dell'età, ricevette la possibilità di diventare madre perché ritenne fedele colui che glielo aveva promesso.
Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia innumerevole che si trova lungo la spiaggia del mare.
Per fede Abramo, messo alla prova, offrì Isacco e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unico figlio,
del quale era stato detto: In Isacco avrai una discendenza che porterà il tuo nome.
Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe e fu come un simbolo.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 2,22-40.
Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore,
come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore;
e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele;
lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore.
Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge,
lo prese tra le braccia e benedisse Dio:
«Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola;
perché i miei occhi han visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli,
luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui.
Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione
perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima».
C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza,
era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.
Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazaret.
Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.
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