sabato 23 dicembre 2017

B - S. NATALE



2 commenti:

immagini,omelie e preghiere ha detto...

S. FAUSTI – La scena di un Dio che si è fatto piccolo e indifeso, per essere accolto dalle nostre mani, è un preludio già della croce. Il problema della fede cristiana è accogliere la carne di Dio che si è fatto solidale con la nostra debolezza: “Ogni spirito che riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne, è da Dio” (1Gv 4,2). Essa ci rivela quel Dio che nessuno mai ha visto (Gv 1,18). La scena, compimento dell'Annunciazione, è costruita come un contrappunto tra la potenza umana che si autoesalta , si dilata e si consuma in un censimento mondiale, il primo della storia, e l'impotenza di Dio che si umilia, si restringe e si concentra in un bambino.
Se il Figlio di Dio fosse venuto con potenza, nel fulgore della Sua Gloria, certamente non si sarebbe esposto al rifiuto. Tutti L'avremmo accolto e necessariamente. Ma non sarebbe stato Dio, bensì un idolo. Certamente un Dio piccolo si espone al rifiuto. E' la vulnerabilità dell'amore, che non può non rispettare la libertà. Ma a quanti L'accolgono così com'è, dà il potere di diventare figli di Dio (Gv 1,12).
Attraverso il racconto che Maria per prima ha fatto e che Luca ha trasmesso a noi, anche noi siamo chiamati a contemplare e toccare con lei lo stesso Verbo della vita. Così, come i primi pastori, diventiamo anche noi annunciatori della Parola : “Fu partorito per voi un Salvatore che è Cristo Signore”. Lo stesso annuncio, di bocca in bocca, attraverso i pastori diventati evangelisti, trasmette a noi il compimento della promessa di Dio. Nell'obbedienza di fede a questo annuncio, veniamo condotti anche noi alla salvezza.
L'oggi della nascita del Salvatore si realizza ovunque è annunciato e creduto, come presso i pastori che si mettono in cammino per andarlo a vedere.
Dopo le parole dell'angelo, si apre il cielo e gli uomini possono assistere alla liturgia celeste che si svolge sopra questo bambino . A questa liturgia celeste , dischiusa dall'annuncio che ne dà l'interpretazione, corrisponde una liturgia terrestre , di povera gente obbediente alla Parola che corre a vedere un povero bambino, del quale crede “ciò che il Signore ha notificato”.
Essi, dopo aver sperimentato ciò che è stato detto loro, a loro volta lo annunciano.
In questi pastori, primi ascoltatori che si fanno a loro volta annunciatori, si profila la Chiesa.
Essa nasce dall'annuncio, ne verifica l'oggi di salvezza, e la ritrasmette agli altri con l'annuncio.
E' una Chiesa di poveri e ultimi, come l'Annunciato stesso.
In forza della fede, essa riconosce, annuncia, glorifica e loda Dio che si è rivelato nell'impotenza di Gesù.

immagini,omelie e preghiere ha detto...





Natale del Signore: Messa del giorno, solennità

Libro di Isaia 52,7-10.
Come sono belli sui monti i piedi del messaggero di lieti annunzi che annunzia la pace, messaggero di bene che annunzia la salvezza, che dice a Sion: "Regna il tuo Dio".
Senti? Le tue sentinelle alzano la voce, insieme gridano di gioia, poiché vedono con gli occhi il ritorno del Signore in Sion.
Prorompete insieme in canti di gioia, rovine di Gerusalemme, perché il Signore ha consolato il suo popolo, ha riscattato Gerusalemme.
Il Signore ha snudato il suo santo braccio davanti a tutti i popoli; tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio.

Salmi 98(97),1.2-3ab.3cd-4.5-6.
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto prodigi.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha manifestato la sua salvezza,
agli occhi dei popoli ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa di Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la salvezza del nostro Dio.
Acclami al Signore tutta la terra,
gridate, esultate con canti di gioia.

Cantate inni al Signore con l'arpa,
con l'arpa e con suono melodioso;
con la tromba e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.



Lettera agli Ebrei 1,1-6.
Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente,
in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto anche il mondo.
Questo Figlio, che è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza e sostiene tutto con la potenza della sua parola, dopo aver compiuto la purificazione dei peccati si è assiso alla destra della maestà nell'alto dei cieli,
ed è diventato tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato.
Infatti a quale degli angeli Dio ha mai detto: «Tu sei mio figlio; oggi ti ho generato? E ancora: Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio»?
E di nuovo, quando introduce il primogenito nel mondo, dice: «Lo adorino tutti gli angeli di Dio».

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 1,1-18.
In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.
Egli era in principio presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.
In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta.
Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui.
Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.
Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe.
Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto.
A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome,
i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli rende testimonianza e grida: «Ecco l'uomo di cui io dissi: Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me».
Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia.
Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato.




CRISTO, RE DELL' UNIVERSO