sabato 27 ottobre 2018

B - 30 DOMENICA T.O.


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FAUSTI - “Cosa vuoi che io faccia per te?” chiede Gesù al cieco. E' la stessa domanda che a questo punto il Vangelo fa a ciascuno di noi, che, come lui, si ritrova cieco, seduto e fuori strada.
E' la domanda decisiva del Vangelo. Solo se sono cieco, e so di esserlo, so cosa voglio, e glielo chiedo. E noi facciamo nostra la risposta del cieco :”Gesù abbi pietà di me. Che io veda”.
Finalmente Gesù ode la richiesta che da sempre aspetta.
Solo così noi otteniamo la vista : abbiamo la fede che salva , e Lo seguiamo nel Suo cammino.
Vedere il Signore è la vita dell'uomo. Nato per questo è sempre inquieto finchè non contempla il Volto. Gesù in Croce squarcerà il velo del tempio e rivelerà pienamente Dio sulla terra.
Fine di tutta la catechesi di Gesù ai suoi discepoli e di Marco al suo lettore è portare qui, dove si compie l'ultimo miracolo, quello definitivo : la guarigione dalla cecità.
Questo miracolo è un'illuminazione battesimale che ci fa nascere,uscire dalle tenebre alla luce.
E' il dono dello Spirito per vedere ciò che Gesù fa a Gerusalemme e scrutare nel Crocifisso la profondità di Dio. Nel Vangelo di Marco questo cieco è l'unico - dopo i demoni – ma in modo ben diverso – che chiama Gesù per Nome. Ha con Lui un rapporto personale di conoscenza e di familiarità. Chiamare Gesù è pronunciare il Suo Nome , il Solo in cui c'è salvezza.
Questo cieco è specchio di ciascuno di noi. Attraverso l'ascolto ha sentito la promessa di Dio, e può desiderare e chiedere ciò che Dio vuole donarci. L'invocazione del Nome di Gesù lo fa balzare in piedi, gettare il mantello, andare da Lui, pregarlo e ottenere la vista , in modo da poterlo seguire nel Suo cammino.Questa è la salvezza concessa a chiunque invoca il Suo Nome.
Da questo racconto la fede è orecchi per ascoltare, bocca per gridare, piedi per accorrere a Lui,mani per gettare il mantello e occhi per vederlo e seguirlo.
Il suo principio è la miseria riconosciuta, il suo mezzo è l'invocazione della Misericordia, il suo compimento è l'illuminazione che fa vedere il Signore.
Gesù é la Luce del mondo (Gv 8,12), il Figlio di David che esercita la Sua regalità usando Misericordia, il Signore che dà la vista ai ciechi (Sal 146,8). L'invocazione del Suo Nome è la nostra salvezza. E ci salva perché è tutto Misericordia rivolta alla nostra miseria.
Il discepolo è generato come tale dall'invocazione del Nome di Gesù e della Sua Misericordia.
Così guarisce dalla sua cecità e può contemplare nel Crocifisso ciò che occhio non vide né orecchio udì né mai entrò in cuore di uomo, e che Dio ha preparato per coloro che Lo amano .
E' illuminato : vede finalmente la realtà.

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PRIMA LETTURA
Riporterò tra le consolazioni il cieco e lo zoppo.
Dal libro del profeta Geremia 31,7-9
Così dice il Signore: "Innalzate canti di gioia per Giacobbe, esultate per la prima delle nazioni, fate udire la vostra lode e dite: "Il Signore ha salvato il suo popolo, il resto d'Israele". Ecco, li riconduco dalla terra del settentrione e li raduno dalle estremità della terra; fra loro sono il cieco e lo zoppo, la donna incinta e la partoriente: ritorneranno qui in gran folla. Erano partiti nel pianto, io li riporterò tra le consolazioni; li ricondurrò a fiumi ricchi d'acqua per una strada dritta in cui non inciamperanno, perché io sono un padre per Israele, Èfraim è il mio primogenito».
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 125)
R. Grandi cose ha fatto il Signore per noi.
Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia. R.
Allora si diceva tra le genti:
"Il Signore ha fatto grandi cose per loro".
Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia. R.
Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia. R.
Nell'andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni. R.

SECONDA LETTURA
Tu sei sacerdote per sempre, secondo l'ordine di Melchisedek.
Dalla lettera agli Ebrei 5,1-6
Ogni sommo sacerdote è scelto fra gli uomini e per gli uomini viene costituito tale nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati. Egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell'ignoranza e nell'errore, essendo anche lui rivestito di debolezza. A causa di questa egli deve offrire sacrifici per i peccati anche per se stesso, come fa per il popolo. Nessuno attribuisce a se stesso questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne. Nello stesso modo Cristo non attribuì a se stesso la gloria di sommo sacerdote, ma colui che gli disse: Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato, gliela conferì come è detto in un altro passo: Tu sei sacerdote per sempre, secondo l'ordine di Melchìsedek.
Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO (2Tm 1,10)
R. Alleluia, alleluia.
Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte
e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo.
R. Alleluia.

VANGELO
Rabbunì, che io veda di nuovo!
+ Dal Vangelo secondo Marco 10,46-52
In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gerico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va', la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada. Parola del Signore.

B - PENTECOSTE