FAUSTI - “Di chi è come loro è il Regno di Dio”, dice Gesù dei bambini che accorrono a Lui. C'è un'intesa profonda con loro, che sfugge ai discepoli, li abbraccia, desidera che vengano a Lui, li benedice e impone loro le mani. Nel brano precedente si parlava del rapporto “con l'altro”, rovinato dal peccato e restaurato da Gesù. Ora si parla del nuovo rapporto con sé, necessario per entrare nel regno. Adamo, che aveva posto il proprio io al centro di tutto, scopertosi nudo e bisognoso di tutto, fuggì da Dio, perchè ne aveva paura. Il bambino tranquillamente è povero e riceve tutto. Niente di sé, è ciò che gli altri fanno di lui. E vive tutto questo con naturalezza. Accorrendo con fiducia da chi lo accoglie, dà libera espressione alla sua condizione filiale, accettata dagli altri e da lui come unica possibilità di vita. Ma ciò vale per ogni uomo, che è fondamentalmente relazione e appartenenza filiale . È “di qualcuno” in quanto figlio. Se non vuol essere di Dio, diventa di sé, di altri o di altro, alienandosi rispettivamente nell'egoismo, nella schiavitù o nell'idolatria. La presunta autosufficienza è in realtà morte dell'io. L'uomo è essenzialmente figlio, che riceve come dono d'amore tutto ciò che ha e che è, compreso il proprio io. Diversamente non esiste. Nessuno infatti dà ciò che non ha , e nessuno ha ciò che non ha ricevuto. L'orgoglio, che è in realtà paura di non essere amato, impedendo di ricevere, rende impossibile l'essere amato e l'amare. Gesù, il nuovo Adamo, è il primo che ha vissuto in pienezza la condizione filiale.Il Suo essere tutto del Padre, da Lui e per Lui, è la Sua ricchezza infinita, che riversa su tutti i fratelli, che si raccolgono intorno a Lui. A Lui non accorrono i grandi e i potenti, ma quelli che sono come Lui, piccolo e povero. Accolti dal Figlio, entrano nel Regno del Padre. Il discepolo è colui che nulla possiede e tutto riceve. E' figlio, ciò che è, è dono, e come tale si accetta con gioia. Egli riscopre la vera dignità dell'uomo : essere partner di Dio e amarlo con tutto il cuore. Vive il matrimonio come immagine di questo grande mistero. Per lui il divorzio è naufragio, amore non andato in porto. La monogamia, più che una legge, è un dono evangelico. Deriva dalla coscienza dell'amore con cui si è amati e a cui si è chiamati.
Mc 10,2-16 L’uomo non divida quello che Dio ha congiunto.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio». Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.
Il Signore Dio disse: «Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda». Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di animali selvatici e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli animali selvatici, ma per l’uomo non trovò un aiuto che gli corrispondesse. Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo. Allora l’uomo disse: «Questa volta è osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne. La si chiamerà donna, perché dall’uomo è stata tolta». Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne.
Parola di Dio
> Salmo responsoriale
Sal 127
Ci benedica il Signore tutti i giorni della nostra vita.
Beato chi teme il Signore e cammina nelle sue vie. Della fatica delle tue mani ti nutrirai, sarai felice e avrai ogni bene.
La tua sposa come vite feconda nell’intimità della tua casa; i tuoi figli come virgulti d’ulivo intorno alla tua mensa.
Ecco com’è benedetto l’uomo che teme il Signore. Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme tutti i giorni della tua vita! Possa tu vedere i figli dei tuoi figli! Pace su Israele!
> Seconda lettura
Eb 2,9-11 Colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine.
Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, quel Gesù, che fu fatto di poco inferiore agli angeli, lo vediamo coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli provasse la morte a vantaggio di tutti. Conveniva infatti che Dio – per il quale e mediante il quale esistono tutte le cose, lui che conduce molti figli alla gloria – rendesse perfetto per mezzo delle sofferenze il capo che guida alla salvezza. Infatti, colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine; per questo non si vergogna di chiamarli fratelli.
3 commenti:
FAUSTI - “Di chi è come loro è il Regno di Dio”, dice Gesù dei bambini che accorrono a Lui.
C'è un'intesa profonda con loro, che sfugge ai discepoli, li abbraccia, desidera che vengano a Lui, li benedice e impone loro le mani. Nel brano precedente si parlava del rapporto “con l'altro”, rovinato dal peccato e restaurato da Gesù. Ora si parla del nuovo rapporto con sé, necessario per entrare nel regno.
Adamo, che aveva posto il proprio io al centro di tutto, scopertosi nudo e bisognoso di tutto, fuggì da Dio, perchè ne aveva paura.
Il bambino tranquillamente è povero e riceve tutto.
Niente di sé, è ciò che gli altri fanno di lui. E vive tutto questo con naturalezza. Accorrendo con fiducia da chi lo accoglie, dà libera espressione alla sua condizione filiale, accettata dagli altri e da lui come unica possibilità di vita.
Ma ciò vale per ogni uomo, che è fondamentalmente relazione e appartenenza filiale . È “di qualcuno” in quanto figlio.
Se non vuol essere di Dio, diventa di sé, di altri o di altro, alienandosi rispettivamente nell'egoismo, nella schiavitù o nell'idolatria.
La presunta autosufficienza è in realtà morte dell'io.
L'uomo è essenzialmente figlio, che riceve come dono d'amore tutto ciò che ha e che è, compreso il proprio io.
Diversamente non esiste.
Nessuno infatti dà ciò che non ha , e nessuno ha ciò che non ha ricevuto.
L'orgoglio, che è in realtà paura di non essere amato, impedendo di ricevere, rende impossibile l'essere amato e l'amare.
Gesù, il nuovo Adamo, è il primo che ha vissuto in pienezza la condizione filiale.Il Suo essere tutto del Padre, da Lui e per Lui, è la Sua ricchezza infinita, che riversa su tutti i fratelli, che si raccolgono intorno a Lui.
A Lui non accorrono i grandi e i potenti, ma quelli che sono come Lui, piccolo e povero.
Accolti dal Figlio, entrano nel Regno del Padre.
Il discepolo è colui che nulla possiede e tutto riceve.
E' figlio, ciò che è, è dono, e come tale si accetta con gioia.
Egli riscopre la vera dignità dell'uomo : essere partner di Dio e amarlo con tutto il cuore. Vive il matrimonio come immagine di questo grande mistero.
Per lui il divorzio è naufragio, amore non andato in porto.
La monogamia, più che una legge, è un dono evangelico.
Deriva dalla coscienza dell'amore con cui si è amati e a cui si è chiamati.
Vangelo
Mc 10,2-16
L’uomo non divida quello che Dio ha congiunto.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.
Prima lettura
Gen 2,18-24
I due saranno un’unica carne.
Dal libro della Gènesi
Il Signore Dio disse: «Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda».
Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di animali selvatici e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli animali selvatici, ma per l’uomo non trovò un aiuto che gli corrispondesse.
Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo.
Allora l’uomo disse:
«Questa volta
è osso dalle mie ossa,
carne dalla mia carne.
La si chiamerà donna,
perché dall’uomo è stata tolta».
Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne.
Parola di Dio
>
Salmo responsoriale
Sal 127
Ci benedica il Signore tutti i giorni della nostra vita.
Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene.
La tua sposa come vite feconda
nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo
intorno alla tua mensa.
Ecco com’è benedetto
l’uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita!
Possa tu vedere i figli dei tuoi figli!
Pace su Israele!
>
Seconda lettura
Eb 2,9-11
Colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine.
Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, quel Gesù, che fu fatto di poco inferiore agli angeli, lo vediamo coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli provasse la morte a vantaggio di tutti.
Conveniva infatti che Dio – per il quale e mediante il quale esistono tutte le cose, lui che conduce molti figli alla gloria – rendesse perfetto per mezzo delle sofferenze il capo che guida alla salvezza.
Infatti, colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine; per questo non si vergogna di chiamarli fratelli.
Parola di Dio
Posta un commento