venerdì 4 giugno 2021

SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI GESU' CRISTO


 

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Prima Lettura
Ecco il sangue dell'alleanza che il Signore ha concluso con voi.
Dal libro dell'Èsodo
Es 24,3-8

In quei giorni, Mosè andò a riferire al popolo tutte le parole del Signore e tutte le norme. Tutto il popolo rispose a una sola voce dicendo: «Tutti i comandamenti che il Signore ha dato, noi li eseguiremo!».
Mosè scrisse tutte le parole del Signore. Si alzò di buon mattino ed eresse un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d'Israele. Incaricò alcuni giovani tra gli Israeliti di offrire olocausti e di sacrificare giovenchi come sacrifici di comunione, per il Signore.
Mosè prese la metà del sangue e la mise in tanti catini e ne versò l'altra metà sull'altare. Quindi prese il libro dell'alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: «Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto».
Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: «Ecco il sangue dell'alleanza che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!».

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Dal Sal 115 (116)
R. Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore.
Che cosa renderò al Signore,
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore. R.

Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.
Io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene. R.

A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo. R.

Seconda Lettura
Il sangue di Cristo purificherà la nostra coscienza.
Dalla lettera agli Ebrei
Eb 9,11-15

Fratelli, Cristo è venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, attraverso una tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano d'uomo, cioè non appartenente a questa creazione. Egli entrò una volta per sempre nel santuario, non mediante il sangue di capri e di vitelli, ma in virtù del proprio sangue, ottenendo così una redenzione eterna.
Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsa su quelli che sono contaminati, li santificano purificandoli nella carne, quanto più il sangue di Cristo - il quale, mosso dallo Spirito eterno, offrì se stesso senza macchia a Dio - purificherà la nostra coscienza dalle opere di morte, perché serviamo al Dio vivente?
Per questo egli è mediatore di un'alleanza nuova, perché, essendo intervenuta la sua morte in riscatto delle trasgressioni commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati ricevano l'eredità eterna che era stata promessa.

Parola di Dio
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.

Io sono il pane vivo disceso dal cielo, dice il Signore,
se uno mangia di questo pane vivrà in eterno. (Gv 6,51)

Alleluia.

Vangelo
Questo è il mio corpo. Questo è il mio sangue.
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 14,12-16.22-26

Il primo giorno degli àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?».
Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: "Il Maestro dice: Dov'è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?". Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi».
I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.
Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell'alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».
Dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

Parola del Signore

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PAROLE DEL SANTO PADRE
“Quando noi celebriamo la Messa, noi non facciamo una rappresentazione dell’Ultima Cena E’ proprio l’Ultima Cena. E’ proprio vivere un’altra volta la Passione e la morte redentrice del Signore. Il Signore si fa presente sull’altare per essere offerto al Padre per la salvezza del mondo. Noi sentiamo o diciamo: ‘Ma, io non posso, adesso, devo andare a Messa, devo andare a sentire Messa’. La Messa non si ‘sente’, si partecipa”. (Santa Marta 10 febbraio 2014)

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Diac. Giarlotto Ing. Lodovico
Il discorso di Gesù sul “pane di vita” è pronunciato nella sinagoga di Cafarnao dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci. Gesù comincia presentandosi come il pane della vita disceso dal cielo (Gv 6,33-35).
La sua affermazione è inaudita. Per gli ebrei “il pane disceso dal cielo” è la manna e “il cibo che nutre” è la Parola di Dio (Is 55,1-3). Chi pretende di essere? Ma Gesù fa una dichiarazione ancor più sorprendente. Il pane da mangiare non è soltanto la sua parola ma la sua stessa carne: “Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” (v.51). Va precisato che quando nella Bibbia si afferma che l’uomo è carne (Gn 6,3) ci si riferisce al fatto che è debole, fragile, precario,soggetto alla morte. Quando Giovanni scrive che “il verbo si è fatto carne” (Gv 1,14) intende che Gesù ha accettato gli aspetti più precari della condizione umana.
Gesù non si preoccupa del loro imbarazzo e aggiunge che è necessario bere anche il suo sangue (vv.52-56).Per gli ebrei “la vita della carne è nel sangue” (Lv 17,10-11); si tratta dunque di assimilare la vita di Gesù. E’ significativo che Gesù al v.54 dica che chi mangia la sua carne e beve il suo sangue ha la vita eterna, esattamente come al v.47 afferma che lo stesso risultato è conseguito ascoltando la sua parola. Dunque, prima di ricevere il pane eucaristico è necessario ascoltare e meditare un brano evangelico. La lettura della
Parola di Dio è premessa imprescindibile.
Chi accetta di divenire una sola persona con Cristo nel
sacramento deve essere cosciente della proposta che gli viene fatta.
E’ il senso della raccomandazione di Paolo: ”Ciascuno esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice” (1Cor 11,28-29).
Nel segno dell’eucaristia viene assimilata la persona di Gesù,
come accade per il pane. La trasformazione sarà lenta ma l’umile ascolto della Parola e la comunione con il corpo di Cristo compiranno gradualmente il miracolo. Un giorno gioiremo della trasformazione operata in noi dallo Spirito che opera nel sacramento e
giungeremo a esclamare, come Paolo: “Non sono più io che vivo ma è Cristo che vive in me”
(Gal 2,20).

CRISTO, RE DELL' UNIVERSO