L'Eucaristia, nostra santificazione – P. R. Cantalamessa “Chi mangia di me, vivrà per me” ...E' il pane di vita che muove chi se ne nutre, lo assimila e lo trasforma in sé. Siamo noi a essere mossi da Cristo e a vivere della vita che è in Lui, grazie alla sua funzione di capo e di cuore di tutto il Corpo. Proprio per farci comprendere questo, che non alimenta in noi la vita al modo dei cibi materiali, ma che, possedendo in sé la vita, la diffonde in noi, dice di essere il “pane vivo” e aggiunge: “ Chi mangia di me vivrà per me”. Dire che Gesù nella Comunione ci assimila a sé, significa dire, in concreto, che egli assimila, cioè rende simili i nostri sentimenti ai suoi, i nostri desideri ai suoi, il nostro modo di pensare al suo, ci fa avere, insomma “gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù” ( Fil.2,5) . ...non c'è momento o esperienza della vita di Gesù che non possiamo rivivere e condividere, facendo la Comunione ; tutta la sua vita , infatti è presente e donata nel suo Corpo e nel suo Sangue. S. Paolo sintetizza, una volta , il mistero della croce di Cristo con le parole” annientò se stesso” ( Fil.2,7). Ecco, una nostra Messa potrebbe essere tutta riempita e illuminata da questa frase, specialmente se è una Messa celebrata o ascoltata, in un momento in cui siamo davanti a un torto subito, al quale tutto in noi si ribella, o davanti a una difficile obbedienza. Gesù possiamo dire – annientò se stesso e anch'io voglio annientare me stesso,morendo a me stesso e alle mie “ragioni”! Questo è un vero “fare comunione con Cristo”. Secondo le disposizioni interiori o i bisogni del momento, noi possiamo affiancarci e stare guancia a guancia con il Gesù che prega,con il Gesù che è tentato, con il Gesù che è stanco, con il Gesù che muore sulla croce, con il Gesù che risorge.Tutto questo non per una finzione mentale, ma perchè quel Gesù esiste ancora ed è vivente,anche se non esiste più nella carne, ma nello Spirito.
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L'Eucaristia, nostra santificazione – P. R. Cantalamessa
“Chi mangia di me, vivrà per me”
...E' il pane di vita che muove chi se ne nutre, lo assimila e lo trasforma in sé.
Siamo noi a essere mossi da Cristo e a vivere della vita che è in Lui,
grazie alla sua funzione di capo e di cuore di tutto il Corpo.
Proprio per farci comprendere questo, che non alimenta in noi la vita al modo
dei cibi materiali, ma che, possedendo in sé la vita, la diffonde in noi,
dice di essere il “pane vivo” e aggiunge: “ Chi mangia di me vivrà per me”.
Dire che Gesù nella Comunione ci assimila a sé, significa dire, in concreto,
che egli assimila, cioè rende simili i nostri sentimenti ai suoi, i nostri desideri ai suoi,
il nostro modo di pensare al suo, ci fa avere, insomma
“gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù” ( Fil.2,5) .
...non c'è momento o esperienza della vita di Gesù che non possiamo rivivere
e condividere, facendo la Comunione ; tutta la sua vita , infatti è presente
e donata nel suo Corpo e nel suo Sangue.
S. Paolo sintetizza, una volta , il mistero della croce di Cristo
con le parole” annientò se stesso” ( Fil.2,7).
Ecco, una nostra Messa potrebbe essere tutta riempita e illuminata da
questa frase, specialmente se è una Messa celebrata o ascoltata,
in un momento in cui siamo davanti a un torto subito,
al quale tutto in noi si ribella, o davanti a una difficile obbedienza.
Gesù possiamo dire – annientò se stesso e anch'io voglio
annientare me stesso,morendo a me stesso e alle mie “ragioni”!
Questo è un vero “fare comunione con Cristo”.
Secondo le disposizioni interiori o i bisogni del momento,
noi possiamo affiancarci e stare guancia a guancia
con il Gesù che prega,con il Gesù che è tentato, con il Gesù
che è stanco, con il Gesù che muore sulla croce, con il Gesù
che risorge.Tutto questo non per una finzione mentale, ma perchè
quel Gesù esiste ancora ed è vivente,anche se non esiste più
nella carne, ma nello Spirito.
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