S. FAUSTI – Parlando di carne e di sangue si allude alla croce,dove Gesù darà il suo Corpo e verserà il suo Sangue. Proprio la sua umanità dona all'uomo ciò di cui tutto è segno : Dio stesso come dono di sé. Per essa entriamo in comunione con il Figlio di Dio che è diventato Figlio dell'uomo. Ogni altro pane è simbolo di questo, che è la realtà. Per questo prendiamo ogni briciola di pane, ogni realtà – per quanto piccola sia - come segno d'amore del Padre, rendiamo grazie a Lui e condividiamo con i fratelli, facendo circolare in tutto e per tutti la vita del Figlio. L'Eucaristia è davvero salvezza nostra e del mondo intero. Infatti ci rende figli nel Figlio, in comunione con il Padre, con i fratelli, e con tutto il creato. Ciò che non è oggetto di Eucaristia è morto e infetto di morte. Questo finale del dialogo ci fa entrare nel mistero di quel sovrappiù di pane che ormai è presente in ogni frammento del creato: è Dio stesso, che ci dona di vivere di Lui, del suo amore. Giova ripetere : chi dà una cosa, in realtà dà se stesso . Ogni dono infatti implica il dono di sé. Nel dono della carne e del sangue del Figlio si svela e si compie il dono di Dio . Accogliamo Lui come Padre e noi stessi come figli. E di questo gioiamo dicendo : “Amen”.
Creazione, esodo e alleanza trovano nell'eucaristia la loro pienezza . È la festa del settimo giorno, la libertà dei figli, le nozze tra creatore e creatura, il riposo dell'uno nell'altro. Davanti a un Dio che si dona a noi- come può non donarsi se è amore? - non c'è che stupore e gioia senza fine. Gesù dà la sua carne e il suo sangue come cibo e bevanda del nuovo esodo. La sua umanità, totalmente offerta a noi, rende visibile quel Dio invisibile che è tutto e solo amore : in Lui si celebra l'alleanza nuova e definitiva tra cielo e terra. La Chiesa mangia e beve di lui, vero pane che ci assimila a Lui e ci rende capaci di amare condividiamolo stesso amore con cui siamo amati. Partecipiamo così della vita trinitaria, amore eterno tra Padre e Figlio che si espande su tutte le creature, perchè Dio sia tutto in tutti.
1 commento:
S. FAUSTI – Parlando di carne e di sangue si allude alla croce,dove Gesù darà il suo Corpo e verserà il suo Sangue.
Proprio la sua umanità dona all'uomo ciò di cui tutto è segno : Dio stesso come dono di sé.
Per essa entriamo in comunione con il Figlio di Dio che è diventato Figlio dell'uomo.
Ogni altro pane è simbolo di questo, che è la realtà. Per questo prendiamo ogni briciola di pane,
ogni realtà – per quanto piccola sia - come segno d'amore del Padre, rendiamo grazie a Lui e
condividiamo con i fratelli, facendo circolare in tutto e per tutti la vita del Figlio.
L'Eucaristia è davvero salvezza nostra e del mondo intero. Infatti ci rende figli nel Figlio,
in comunione con il Padre, con i fratelli, e con tutto il creato.
Ciò che non è oggetto di Eucaristia è morto e infetto di morte.
Questo finale del dialogo ci fa entrare nel mistero di quel sovrappiù di pane che ormai è presente
in ogni frammento del creato: è Dio stesso, che ci dona di vivere di Lui, del suo amore.
Giova ripetere : chi dà una cosa, in realtà dà se stesso .
Ogni dono infatti implica il dono di sé.
Nel dono della carne e del sangue del Figlio si svela e si compie il dono di Dio .
Accogliamo Lui come Padre e noi stessi come figli. E di questo gioiamo dicendo : “Amen”.
Creazione, esodo e alleanza trovano nell'eucaristia la loro pienezza . È la festa del settimo
giorno, la libertà dei figli, le nozze tra creatore e creatura, il riposo dell'uno nell'altro.
Davanti a un Dio che si dona a noi- come può non donarsi se è amore? -
non c'è che stupore e gioia senza fine.
Gesù dà la sua carne e il suo sangue come cibo e bevanda del nuovo esodo.
La sua umanità, totalmente offerta a noi, rende visibile quel Dio invisibile
che è tutto e solo amore : in Lui si celebra l'alleanza nuova e definitiva tra cielo e terra.
La Chiesa mangia e beve di lui, vero pane che ci assimila a Lui e ci rende capaci di amare
condividiamolo stesso amore con cui siamo amati. Partecipiamo così della vita trinitaria,
amore eterno tra Padre e Figlio
che si espande su tutte le creature,
perchè Dio sia tutto in tutti.
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