venerdì 2 agosto 2024

B - 18 DOMENICA T.O.


 

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Antifona

O Dio, vieni a salvarmi,
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Tu sei mio aiuto e mio liberatore:
Signore, non tardare. (Sal 69,2.6)

Gloria.

Mostra la tua continua benevolenza, o Padre,
e assisti il tuo popolo,
che ti riconosce creatore e guida;
rinnova l’opera della tua creazione
e custodisci ciò che hai rinnovato.

O Dio, che affidi al lavoro dell’uomo
le risorse del creato,
fa’ che non manchi il pane sulla mensa dei tuoi figli,
e risveglia in noi il desiderio della Tua Parola.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.

Credo.

Prima Lettura
Io farò piovere pane dal cielo per voi.

Dal libro dell’Èsodo
Es 16,2-4.12-15

In quei giorni, nel deserto tutta la comunità degli Israeliti mormorò contro Mosè e contro Aronne.
Gli Israeliti dissero loro: «Fossimo morti per mano del Signore nella terra d’Egitto, quando eravamo seduti presso la pentola della carne, mangiando pane a sazietà! Invece ci avete fatto uscire in questo deserto per far morire di fame tutta questa moltitudine».
Allora il Signore disse a Mosè: «Ecco, io sto per far piovere pane dal cielo per voi: il popolo uscirà a raccoglierne ogni giorno la razione di un giorno, perché io lo metta alla prova, per vedere se cammina o no secondo la mia legge. Ho inteso la mormorazione degli Israeliti. Parla loro così: “Al tramonto mangerete carne e alla mattina vi sazierete di pane; saprete che io sono il Signore, vostro Dio”».
La sera le quaglie salirono e coprirono l’accampamento; al mattino c’era uno strato di rugiada intorno all’accampamento. Quando lo strato di rugiada svanì, ecco, sulla superficie del deserto c’era una cosa fine e granulosa, minuta come è la brina sulla terra. Gli Israeliti la videro e si dissero l’un l’altro: «Che cos’è?», perché non sapevano che cosa fosse. Mosè disse loro: «È il pane che il Signore vi ha dato in cibo».

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Dal Sal 77 (78)

R. Donaci, Signore, il pane del cielo.

Ciò che abbiamo udito e conosciuto
e i nostri padri ci hanno raccontato
non lo terremo nascosto ai nostri figli,
raccontando alla generazione futura
le azioni gloriose e potenti del Signore
e le meraviglie che egli ha compiuto. R.

Diede ordine alle nubi dall’alto
e aprì le porte del cielo;
fece piovere su di loro la manna per cibo
e diede loro pane del cielo. R.

L’uomo mangiò il pane dei forti;
diede loro cibo in abbondanza.
Li fece entrare nei confini del suo santuario,
questo monte che la sua destra si è acquistato. R.

Seconda Lettura
Rivestite l'uomo nuovo, creato secondo Dio.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
Ef 4,17.20-24

Fratelli, vi dico dunque e vi scongiuro nel Signore: non comportatevi più come i pagani con i loro vani pensieri.
Voi non così avete imparato a conoscere il Cristo, se davvero gli avete dato ascolto e se in lui siete stati istruiti, secondo la verità che è in Gesù, ad abbandonare, con la sua condotta di prima, l’uomo vecchio che si corrompe seguendo le passioni ingannevoli, a rinnovarvi nello spirito della vostra mente e a rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità.

Parola di Dio.

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Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Non di solo pane vivrà l'uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. (Mt 4,4b)

Alleluia.

Vangelo
Chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6,24-35

In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».
Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».

Parola del Signore.

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PAPA FRANCESCO

ANGELUS 1 agosto 2021


Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

La scena iniziale del Vangelo, nella Liturgia odierna (cfr Gv 6,24-35), ci presenta alcune barche in movimento verso Cafarnao: la folla sta andando a cercare Gesù. Potremmo pensare che sia una cosa molto buona, eppure il Vangelo ci insegna che non basta cercare Dio, bisogna anche chiedersi il motivo per cui lo si cerca. Infatti, Gesù afferma: «Voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati» (v. 26). La gente, infatti, aveva assistito al prodigio della moltiplicazione dei pani, ma non aveva colto il significato di quel gesto: si era fermata al miracolo esteriores>, si era fermata al pane materiale: soltanto lì, senza andare oltre, al significato di questo.

Ecco allora una prima domanda che possiamo farci tutti noi: perché cerchiamo il Signore? Perché cerco io il Signore? Quali sono le motivazioni della mia fede, della nostra fede? Abbiamo bisogno di discernere questo, perché tra le tante tentazioni, che noi abbiamo nella vita, tra le tante tentazioni ce n’è una che potremmo chiamare tentazione idolatrica. È quella che ci spinge a cercare Dio a nostro uso e consumo, per risolvere i problemi, per avere grazie a Lui quello che da soli non riusciamo a ottenere, per interesse. Ma in questo modo la fede rimane superficiale e anche – mi permetto la parola – la fede rimane miracolistica: cerchiamo Dio per sfamarci e poi ci dimentichiamo di Lui quando siamo sazi. Al centro di questa fede immatura non c’è Dio, ci sono i nostri bisogni. Penso ai nostri interessi, tante cose… È giusto presentare al cuore di Dio le nostre necessità, ma il Signore, che agisce ben oltre le nostre attese, desidera vivere con noi anzitutto una relazione d’amore. E l’amore vero è disinteressato, è gratuito: non si ama per ricevere un favore in cambio! Questo è interesse; e tante volte nella vita noi siamo interessati.

Ci può aiutare una seconda domanda, quella che la folla rivolge a Gesù: «Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?» (v. 28). È come se la gente, provocata da Gesù, dicesse: “Come fare per purificare la nostra ricerca di Dio? Come passare da una fede magica, che pensa solo ai propri bisogni, alla fede che piace a Dio?”. E Gesù indica la strada: risponde che l’opera di Dio è accogliere Colui che il Padre ha mandato, cioè accogliere Lui stesso, Gesù. Non è aggiungere pratiche religiose o osservare speciali precetti; è accogliere Gesù, è accoglierlo nella vita, è vivere una storia d’amore con Gesù. Sarà Lui a purificare la nostra fede. Da soli non siamo in grado. Ma il Signore desidera con noi un rapporto d’amore: prima delle cose che riceviamo e facciamo, c’è Lui da amare. C’è una relazione con Lui che va oltre le logiche dell’interesse e del calcolo.

Questo vale nei riguardi di Dio, ma vale anche nelle nostre relazioni umane e sociali: quando cerchiamo soprattutto il soddisfacimento dei nostri bisogni, rischiamo di usare le persone e di strumentalizzare le situazioni per i nostri scopi. Quante volte abbiamo sentito da una persona: “Ma questa usa la gente e poi si dimentica”. Usare le persone per il proprio profitto: è brutto questo. E una società che mette al centro gli interessi invece delle persone è una società che non genera vita. L’invito del Vangelo è questo: piuttosto che essere preoccupati soltanto del pane materiale che ci sfama, accogliamo Gesù come il pane della vita e, a partire dalla nostra amicizia con Lui, impariamo ad amarci tra di noi. Con gratuità e senza calcoli. Amore gratuito e senza calcoli, senza usare la gente, con gratuità, con generosità, con magnanimità.

Preghiamo ora la Vergine Santa, Colei che ha vissuto la più bella storia d’amore con Dio, perché ci doni la grazia di aprirci all’incontro con il suo Figlio.

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San Giovanni Paolo II
Papa dal 1978 al 2005
“Ecclesia de Eucaristia”


La Chiesa vive dell'Eucaristia. Questa verità non esprime semplicemente un'esperienza quotidiana di fede, ma riassume il cuore del mistero della Chiesa. In vari modi ella sperimenta con gioia il costante compimento della promessa: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20), ma nella santa Eucaristia, mediante la trasformazione del pane e della vino nel corpo e nel sangue del Signore, esulta di questa presenza con un'intensità unica. Fin dalla Pentecoste, quando la Chiesa, Popolo della Nuova Alleanza, iniziò il suo pellegrinaggio verso la patria celeste, il Divin Sacramento ha continuato a scandire il trascorrere dei suoi giorni, riempiendoli di fiduciosa speranza.

Il Concilio Vaticano II ha giustamente proclamato che il sacrificio eucaristico è «fonte e culmine della vita cristiana» (LG 11). «Nella santissima Eucaristia è infatti racchiusa tutta la ricchezza spirituale della Chiesa: Cristo stesso, nostro passante e pane vivo (1Cor 5,7; Gv 6,51). Per mezzo della sua stessa carne, ora resa viva e vivificante dallo Spirito Santo, egli offre la vita agli uomini» (Vaticano II PO 5). Di conseguenza lo sguardo della Chiesa è costantemente rivolto al suo Signore, presente nel Sacramento dell'Altare, nel quale scopre la piena manifestazione del suo sconfinato amore.

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FAUSTI – La folla, venuta sul luogo, vede che non c'è né Gesù né i Suoi discepoli . Non trova ciò che attende.Allora torna a Cafarnao, da dove era partita. Lì, come da una mano invisibile, sono riunificati quelli che hanno partecipato al dono del pane.
Il dialogo , che Gesù farà con loro nella sinagoga, li porterà a cogliere il significato di ciò che è avvenuto il giorno prima. Essi cercano di conoscere i movimenti di Gesù:”Quando sei venuto qui?” Gesù non risponde alla loro domanda, ma a ciò che la muove. Sposta l'attenzione ad un altro livello : è il Signore che parla, con l'intento di raddrizzare l'ambiguità della loro ricerca.Si può cercare Gesù solo perché garantisce il pane materiale per sopravvivere oppure perché si è visto nel pane il “segno” di Lui che si dona.
Si può cercare il dono del Signore, oppure il Signore del dono.
Gesù vuol e-ducarli (e-ducere..tirare fuori : questo è il vero Esodo) dal loro orizzonte egoistico perché accolgano il Suo Amore.
La vita dell'uomo infatti è la comunione con Dio. Il cibo che dà la vita è l'ascolto della “Legge di vita e di intelligenza”. L'uomo infatti non vive di solo pane, ma di ogni Parola che esce dalla bocca del Signore (Dt 8,3).
Questo cibo è il dono del Figlio dell'Uomo , sul quale si apre il Cielo (Gv 1,51).
Ce lo “darà” al futuro, nel Suo Corpo dato per noi.
Il pane che hanno mangiato il giorno prima é segno anticipato di questo dono. Esso viene solo da Lui, e lo ottiene chi aderisce a Lui : è Lui stesso, la Sua Carne.
La folla capisce che deve cercare il Pane che non perisce e che esso consiste nell'osservare la Parola del Signore, operando “le opere di Dio”. Per questo chiedono cosa fare per eseguire il Suo beneplacito.
E' la domanda e il dramma di chi vuole essere giusto.
Alle tante opere nostre, Gesù contrappone l'”opera di Dio”, quella che veramente a Lui piace, che accogliamo il dono del Figlio, in cui si compie la salvezza della creazione intera
.Accogliere Gesù, Parola del Padre, luce e vita del creato, é realizzare il disegno di Dio, che ci vuole tutti figli nel Figlio.
Gli interlocutori di Gesù riconoscono l'azione di Dio nel passato, ma sono incapaci di vederla nel presente.
Non colgono che ciò che Dio ha compiuto per i padri (”i nostri padri mangiarono la manna nel deserto”) è segno di ciò che compie ancora oggi per noi. La manna è un pane dal cielo, ma non quello vero.
Essa è segno che preannuncia il Pane vero, quello che non perisce e dà Vita eterna.
“Io sono il “Pane della Vita” :Egli identifica Se stesso con il Pane di Dio che scende dal cielo e dà la Vita al mondo.
E' tipico di Giovanni far dire a Gesù . “Io-Sono”, seguito da un predicato.. (6,35 – 8,12 – 10,7.14 – 11,25 – 14,6 – 15,1.5 ) oppure anche senza. “Io-Sono è il “Nome” con il quale Dio si è rivelato a Mosé (Es 3,14).
Qui il predicato è il Pane , che comunica la Sua Vita a chi lo mangia.
Siamo al livello più alto della comprensione del segno :il Pane, la Vita che desideriamo e che riceviamo, è Gesù stesso, il Figlio che dà la Vita per noi.

B - 26 DOMENICA T.O.