sabato 27 marzo 2021

DOMENICA DELLE PALME


 

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+ Dal Vangelo secondo Marco
(Mc 11,1-10)

Quando furono vicini a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli e disse loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito, entrando in esso, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è ancora salito. Slegatelo e portatelo qui. E se qualcuno vi dirà: "Perché fate questo?", rispondete: "Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito"».

Andarono e trovarono un puledro legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo slegarono. Alcuni dei presenti dissero loro: «Perché slegate questo puledro?». Ed essi risposero loro come aveva detto Gesù. E li lasciarono fare.

Portarono il puledro da Gesù, vi gettarono sopra i loro mantelli ed egli vi salì sopra. Molti stendevano i propri mantelli sulla strada, altri invece delle fronde, tagliate nei campi. Quelli che precedevano e quelli che seguivano, gridavano:
«Osanna!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide!
Osanna nel più alto dei cieli!».

Parola del Signore.




Salmo 23
Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.
Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli,
chi non giura con inganno
Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.

Alzate, o porte, i vostri frontali,
alzatevi, soglie antiche,
ed entri il re della gloria.
Chi è questo re della gloria?
Il Signore forte e valoroso,
il Signore valoroso in battaglia.

Alzate, o porte, i vostri frontali,
alzatevi, soglie antiche,
ed entri il re della gloria.
Chi è mai questo re della gloria?
Il Signore degli eserciti è il re della gloria.





Prima Lettura
Dal libro del profeta Isaìa
Is 50,4-7

Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo,
perché io sappia indirizzare
una parola allo sfiduciato.
Ogni mattina fa attento il mio orecchio
perché io ascolti come i discepoli.
Il Signore Dio mi ha aperto l'orecchio
e io non ho opposto resistenza,
non mi sono tirato indietro.
Ho presentato il mio dorso ai flagellatori,
le mie guance a coloro che mi strappavano la barba;
non ho sottratto la faccia
agli insulti e agli sputi.
Il Signore Dio mi assiste,
per questo non resto svergognato,
per questo rendo la mia faccia dura come pietra,
sapendo di non restare confuso.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale
Sal 21 (22)
R. Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
Si fanno beffe di me quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
«Si rivolga al Signore; lui lo liberi,
lo porti in salvo, se davvero lo ama!». R.

Un branco di cani mi circonda,
mi accerchia una banda di malfattori;
hanno scavato le mie mani e i miei piedi.
Posso contare tutte le mie ossa. R.

Si dividono le mie vesti,
sulla mia tunica gettano la sorte.
Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, vieni presto in mio aiuto. R.

Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all'assemblea.
Lodate il Signore, voi suoi fedeli,
gli dia gloria tutta la discendenza di Giacobbe,
lo tema tutta la discendenza d'Israele. R.

Seconda Lettu
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési
Fil 2,6-11

Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio,
non ritenne un privilegio
l’essere come Dio,
ma svuotò se stesso
assumendo una condizione di servo,
diventando simile agli uomini.
Dall’aspetto riconosciuto come uomo,
umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò
e gli donò il nome
che è al di sopra di ogni nome,
perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra,
e ogni lingua proclami:
«Gesù Cristo è Signore!»,
a gloria di Dio Padre.

Parola di Dio.

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Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Marco
Mc 14,1 - 15,47

- Cercavano il modo di impadronirsi di lui per ucciderlo
Mancavano due giorni alla Pasqua e agli Àzzimi, e i capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di catturare Gesù con un inganno per farlo morire. Dicevano infatti: «Non durante la festa, perché non vi sia una rivolta del popolo».

- Ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura
Gesù si trovava a Betània, nella casa di Simone il lebbroso. Mentre era a tavola, giunse una donna che aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo di puro nardo, di grande valore. Ella ruppe il vaso di alabastro e versò il profumo sul suo capo. Ci furono alcuni, fra loro, che si indignarono: «Perché questo spreco di profumo? Si poteva venderlo per più di trecento denari e darli ai poveri!». Ed erano infuriati contro di lei.
Allora Gesù disse: «Lasciatela stare; perché la infastidite? Ha compiuto un'azione buona verso di me. I poveri infatti li avete sempre con voi e potete far loro del bene quando volete, ma non sempre avete me. Ella ha fatto ciò che era in suo potere, ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura. In verità io vi dico: dovunque sarà proclamato il Vangelo, per il mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche quello che ha fatto».

- Promisero a Giuda Iscariota di dargli denaro
Allora Giuda Iscariota, uno dei Dodici, si recò dai capi dei sacerdoti per consegnare loro Gesù. Quelli, all'udirlo, si rallegrarono e promisero di dargli del denaro. Ed egli cercava come consegnarlo al momento opportuno.

- Dov'è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?
Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: "Il Maestro dice: Dov'è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?". Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.

- Uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà
Venuta la sera, egli arrivò con i Dodici. Ora, mentre erano a tavola e mangiavano, Gesù disse: «In verità io vi dico: uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà». Cominciarono a rattristarsi e a dirgli, uno dopo l'altro: «Sono forse io?». Egli disse loro: «Uno dei Dodici, colui che mette con me la mano nel piatto. Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell'uomo, dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito! Meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!».

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- Questo è il mio corpo. Questo è il mio sangue dell'alleanza
E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell'alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».

- Prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai
Dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Gesù disse loro: «Tutti rimarrete scandalizzati, perché sta scritto:
"Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse".
Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea». Pietro gli disse: «Anche se tutti si scandalizzeranno, io no!». Gesù gli disse: «In verità io ti dico: proprio tu, oggi, questa notte, prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». Ma egli, con grande insistenza, diceva: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dicevano pure tutti gli altri.

- Cominciò a sentire paura e angoscia
Giunsero a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre io prego». Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate». Poi, andato un po' innanzi, cadde a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse via da lui quell'ora. E diceva: «Abbà! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu». Poi venne, li trovò addormentati e disse a Pietro: «Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare una sola ora? Vegliate e pregate per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». Si allontanò di nuovo e pregò dicendo le stesse parole. Poi venne di nuovo e li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti, e non sapevano che cosa rispondergli. Venne per la terza volta e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Basta! È venuta l'ora: ecco, il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».

- Arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta
E subito, mentre ancora egli parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. Il traditore aveva dato loro un segno convenuto, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta». Appena giunto, gli si avvicinò e disse: «Rabbì» e lo baciò. Quelli gli misero le mani addosso e lo arrestarono. Uno dei presenti estrasse la spada, percosse il servo del sommo sacerdote e gli staccò l'orecchio. Allora Gesù disse loro: «Come se fossi un brigante siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno ero in mezzo a voi nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. Si compiano dunque le Scritture!». Allora tutti lo abbandonarono e fuggirono. Lo seguiva però un ragazzo, che aveva addosso soltanto un lenzuolo, e lo afferrarono. Ma egli, lasciato cadere il lenzuolo, fuggì via nudo.

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Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?
Condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi. Pietro lo aveva seguito da lontano, fin dentro il cortile del palazzo del sommo sacerdote, e se ne stava seduto tra i servi, scaldandosi al fuoco. I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. Molti infatti testimoniavano il falso contro di lui e le loro testimonianze non erano concordi. Alcuni si alzarono a testimoniare il falso contro di lui, dicendo: «Lo abbiamo udito mentre diceva: "Io distruggerò questo tempio, fatto da mani d'uomo, e in tre giorni ne costruirò un altro, non fatto da mani d'uomo"». Ma nemmeno così la loro testimonianza era concorde. Il sommo sacerdote, alzatosi in mezzo all'assemblea, interrogò Gesù dicendo: «Non rispondi a? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». Ma egli taceva e non rispondeva a. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?». Gesù rispose: «Io lo sono!
E vedrete il Figlio dell'uomo
seduto alla destra della Potenza
e venire con le nubi del cielo».
Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: «Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». Tutti sentenziarono che era reo di morte. Alcuni si misero a sputargli addosso, a bendargli il volto, a percuoterlo e a dirgli: «Fa' il profeta!». E i servi lo schiaffeggiavano.

- Non conosco quest'uomo di cui parlate
Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una delle giovani serve del sommo sacerdote e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo guardò in faccia e gli disse: «Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù». Ma egli negò, dicendo: «Non so e non capisco che cosa dici». Poi uscì fuori verso l'ingresso e un gallo cantò. E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: «Costui è uno di loro». Ma egli di nuovo negava. Poco dopo i presenti dicevano di nuovo a Pietro: «È vero, tu certo sei uno di loro; infatti sei Galileo». Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quest’uomo di cui parlate». E subito, per la seconda volta, un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola che Gesù gli aveva detto: «Prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». E scoppiò in pianto.

- Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?
E subito, al mattino, i capi dei sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo portarono via e lo consegnarono a Pilato. Pilato gli domandò: «Tu sei il re dei Giudei? ». Ed egli rispose: «Tu lo dici». I capi dei sacerdoti lo accusavano di molte cose. Pilato lo interrogò di nuovo dicendo: «Non rispondi a? Vedi di quante cose ti accusano!». Ma Gesù non rispose più a, tanto che Pilato rimase stupito. A ogni festa, egli era solito rimettere in libertà per loro un carcerato, a loro richiesta. Un tale, chiamato Barabba, si trovava in carcere insieme ai ribelli che nella rivolta avevano commesso un omicidio. La folla, che si era radunata, cominciò a chiedere ciò che egli era solito concedere. Pilato rispose loro: «Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Sapeva infatti che i capi dei sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. Ma i capi dei sacerdoti incitarono la folla perché, piuttosto, egli rimettesse in libertà per loro Barabba. Pilato disse loro di nuovo: «Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Ma essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!». Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.

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- Intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo
Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la truppa. Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. Poi presero a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!». E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui. Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.

- Condussero Gesù al luogo del Gòlgota
Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo. Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese.

- Con lui crocifissero anche due ladroni
Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso. Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. La scritta con il motivo della sua condanna diceva: «Il re dei Giudei». Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra.

- Ha salvato altri e non può salvare se stesso!
Quelli che passavano di là lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi, fra loro si facevano beffe di lui e dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! Il Cristo, il re d’Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo!». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano.

- Gesù, dando un forte grido, spirò
Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Ecco, chiama Elia!». Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere». Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.

Qui ci si genuflette e si fa una breve pausa.

Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Davvero quest'uomo era Figlio di Dio!».
Vi erano anche alcune donne, che osservavano da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome, le quali, quando era in Galilea, lo seguivano e lo servivano, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme.

- Giuseppe fece rotolare una pietra all’entrata del sepolcro
Venuta ormai la sera, poiché era la Parasceve, cioè la vigilia del sabato, Giuseppe d’Arimatea, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anch’egli il regno di Dio, con coraggio andò da Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, gli domandò se era morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo depose dalla croce, lo avvolse con il lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare una pietra all’entrata del sepolcro. Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano a osservare dove veniva posto.

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PAROLE DEL SANTO PADRE
Gesù ha subito il tradimento del discepolo che l’ha venduto e del discepolo che l’ha rinnegato. È stato tradito dalla gente che lo osannava e poi ha gridato: «Sia crocifisso!» (Mt 27,22). È stato tradito dall’istituzione religiosa che l’ha condannato ingiustamente e dall’istituzione politica che si è lavata le mani. Pensiamo ai piccoli o grandi tradimenti che abbiamo subito nella vita. È terribile quando si scopre che la fiducia ben riposta viene ingannata. Nasce in fondo al cuore una delusione tale, per cui la vita sembra non avere più senso. Questo succede perché siamo nati per essere amati e per amare, e la cosa più dolorosa è venire traditi da chi ha promesso di esserci leale e vicino. Non possiamo nemmeno immaginare come sia stato doloroso per Dio, che è amore. (Omelia nella Domenica delle Palme, 5 aprile 2020)

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FAUSTI - “PASSIONE DI NOSTRO SIGNOR GESU' CRISTO SECONDO MARCO”
(Mc14,1-15,47) “Mentre Egli era in Betania, nella casa di Simone il lebbroso, mentre era a tavola, venne una donna che aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo di puro nardo, di grande valore; infranse l'alabastro e lo versò sul Suo capo” “A che pro questo spreco?” Queste parole nei confronti della donna esprimono bene il mio sentimento davanti alla passione del Signore : perché questo spreco di Amore? Non poteva risparmiarsi un po'? Chi comprende questo eccesso entra nel mistero di Dio. Marco dà il la al racconto centrale della nostra fede con questa scena delicatissima.
In tutto l'Evangelo, il gesto compiuto dalla donna è l'unico che Gesù gradisce e approva senza riserve. Solo Lui capisce lei e solo lei capisce Lui. Ciò che essa fa , è chiamato opera bella , Vangelo.
E' la risposta della sposa allo Sposo, fa ciò che Lui stesso farà.
Il complotto per ucciderlo e il tradimento sono la cornice oscura che fa da contrappunto alla luminosità del quadro, e indicano la situazione di chi non è dalla parte della donna.
Il racconto è un vaso prezioso, da cui esala il profumo di tanti misteri nascosti. Infatti l'unzione della donna è la Consacrazione di Gesù che oltre come Messia, anche come profeta, sacerdote, altare e vittima. E ci rivela anche cos'è la fede : riconoscere Gesù, povero e morente come proprio Signore e Salvatore, amandolo con tutto il cuore.
Inoltre quanto fa questa donna è figura di quanto farà Gesù sulla Croce : il vaso del Suo Corpo sarà rotto e ne uscirà per tutta la terra il profumo di Dio. In Lui infatti abita corporalmente tutta la pienezza della divinità (Col2,9).
Il Suo profumo si espanderà proprio dalla croce, dove il Suo Nome sarà conosciuto e glorificato anche dai più lontani.
”Lì preparate per noi”: dice Gesù ai discepoli, indicando come trovare il luogo del banchetto. E' Giovedì, vigilia di Pasqua. Quattro volte esce il verbo preparare e quattro volte il termine Pasqua.
Per questo bisogna individuare quello che il maestro chiama “il mio luogo di riposo, dove io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli”
Tutto il Vangelo di Marco è una lunga introduzione al racconto della morte e risurrezione di Gesù e vuol condurci a questo luogo, in cui si celebra l'Eucaristia, nostra Pasqua.
Gesù è l'Agnello immolato, che coscientemente e liberamente ha dato Se stesso per noi.
Egli è la nostra Pasqua, liberazione da ogni male.
“Mentre mangiavano Gesù disse : uno di voi mi consegnerà”. Poi viene la notte.
Siccome per gli Ebrei il tramonto del sole segna il cambio di data, siamo all'inizio di Venerdì, suo sesto giorno a Gerusalemme.
Nel racconto della Genesi in questo giorno Dio creò l'uomo, che subito si allontanò da Lui.
Da allora cominciò a cercarlo, percorrendo ogni distanza per raggiungerlo.
La croce, ormai imminente, sarà il punto più lontano, oltre il quale non potrà fuggire.
Lì finalmente lo incontrerà.

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-->Gesù si dona a una comunità di persone che lo tradiscono, rinnegano e fuggono.
Sa già che, nonostante la buona volontà, non siamo in grado di fare altro.
E si dona, non “nonostante”, bensì “per questo”. Lo annuncia in anticipo perché sappiamo che il Suo Amore, libero e sovrano, si riversa su di noi gratuitamente, non per i nostri meriti, anzi prevedendo i nostri demeriti.
“Questo è il Mio Corpo. Questo è il Mio Sangue dell'Alleanza”, dice Gesù sul Pane e sul Vino nell'ultimo pasto con i suoi.
Un sacrificio dell'uomo a Dio, fa parte di ogni religione.
Il Cristianesimo invece si fonda sul sacrificio di Dio all'uomo.
L'Ultima Pasqua di Gesù diventa cena dell'Agnello, il Banchetto in cui ci nutriamo di Lui, facciamo memoria della Sua Passione, ci abbeveriamo del Suo Spirito e riceviamo il pegno della Gloria futura. “ Culmine e fonte di tutta la vita cristiana “ (Lumen Gentium 11), l'Eucaristia veramente è tutto e ci dà tutto : è tutta la Creazione che si fa Corpo del Figlio, è l'umanità intera assunta nella Sua Carne , è Dio che si dona all'uomo.
Il discepolo conosce l'indegnità propria e la dignità del dono, e vive questa distanza con amore gioioso , silenzio adorante e canto di lode. E' la vita filiale, sorgente di vita fraterna. Attorno alla mensa, nella Comunione con Lui, nasce la Comunità tra noi. Se è vero che la Chiesa fa l'Eucaristia, è perché ancor prima l'Eucaristia fa la Chiesa.
“Tre volte mi rinnegherai” Così inizia il battesimo di Pietro, al quale Gesù fa prendere coscienza delle due verità di fede fondamentali : il peccato dell'uomo e il perdono di Dio.
Davanti al Suo Amore che si consegna per tutti, Gesù prevede e predice la caduta di Pietro e di tutti. Ma la Sua Grazia, lungi dal venir meno, si manifesta pienamente nel cedimento dei discepoli, e promette la Sua fedeltà oltre la morte .
” Dopo che sarò risuscitato, vi precederò in Galilea”
Il nostro peccato, in quanto misura della Sua Misericordia, è il luogo dell'incontro e della conoscenza di Dio.
“Dimorate qui e vegliate” dice Gesù a Pietro, Giacomo e Giovanni nel giardino del Getzemani.
Sono i tre testimoni prescelti, chiamati per primi a contemplare la sofferenza di Dio per il male del mondo. Chi rimane qui e veglia, vede il grande mistero : la passione del suo Signore per lui.
Nella trasfigurazione il Padre Lo chiamò “Figlio”, ora, nella 'sfigurazione', il Figlio chiama :”Abbà, Padre” Là sul Tabor l'umanità di Gesù lasciò trasparire la propria Divinità, qui, nell'orto, la Divinità lascia trasparire tutta la sua umanità- che, rivestendosi della nostra disumanità, manifesta la Gloria.
L'agonia nell'orto è la finestra sull' Io più intimo di Gesù. Le Sue Parole ci aprono al Suo rapporto di Figlio col Padre , proprio nel momento più decisivo della Sua Vita.
I discepoli si ostinano tre volte a chiudere gli occhi. Ma la scena rimase impressa nella loro memoria come rivelazione suprema del Figlio e nostra salvezza. Figlio è colui che compie la Volontà del Padre.
E' la felice notte della nostra salvezza in cui il Signore della vita si immerge in tutte le nostre notti, portando ovunque la luce del Nome.

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IAC. L. Ing. Giarlotto
Vangelo. Dopo un’iniziale entusiastica accoglienza, le folle si staccarono gradualmente da Gesù che alla fine
rimase solo con i Dodici. Questi, a loro volta, nel momento della scelta decisiva, fuggirono.
Nessuno, quanto Marco, mette in rilievo la solitudine di Gesù durante la passione.
La folla gli preferisce Barabba; è beffeggiato, deriso e percosso dai soldati; è insultato dai passanti e dai capi del popolo presenti al momento della crocifissione.
Solo alla fine, viene notato: “C’erano anche alcune pie donne … da lontano”
(Mc 15,40-41). Completamente solo, Gesù ha provato l’angoscia di chi si sente sconfitto. Il grido: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Mc 15,34) esprime il suo dramma interiore. Nel momento della morte, Gesù ha fatto l’esperienza dell’impotenza e del fallimento nella lotta contro l’ingiustizia.
Chi si impegna a vivere con coerenza la propria fede, è il messaggio di Marco alle sue
comunità, deve mettere in
conto che, nel momento cruciale, sarà lasciato solo, potrà essere tradito dagli amici e rifiutato persino dalla sua famiglia, sentirsi abbandonato da Dio e chiedersi se valeva la pena soffrire tanto.
Il momento culminante di tutto il racconto della passione di Gesù, secondo Marco, è la professione di fede del centurione ai piedi della croce: “Allora il centurione … disse: Davvero quest’uomo era figlio di Dio”.
La proclamazione di Gesù, figlio di Dio, non è fatta da un apostolo ma da un pagano.
Ciò che ha aperto gli
occhi al centurione è stato il modo come Gesù è morto.
Dopo la morte di Gesù tutti gli evangelisti
introducono in scena Giuseppe d’Arimatea, membro autorevole del Sinedrio, che si presentò a Pilato per ottenere il permesso di seppellire Gesù. Solo Marco, però, precisa che il suo fu un gesto coraggioso (15,43).
Infatti, dichiararsi discepolo di Gesù di fronte all’autorità che lo aveva condannato a morte, richiedeva molto coraggio.
Per Marco, è un richiamo a quei discepoli opportunisti e deboli che, per evitare fastidi o per non essere derisi, si adeguano alla morale corrente. Solo Marco, inoltre, riporta l’appellativo aramaico usato da Gesù: Abbà, Padre! Termine che esprime confidenza e tenerezza. Gesù lo impiega nel momento
più drammatico della sua vita, quando, dopo aver chiesto al Padre di risparmiargli una prova tanto difficile, si abbandona fiduciosamente nelle sue mani.
E’ l’invito a non dubitare mai dell’amore di Dio.

CRISTO, RE DELL' UNIVERSO