venerdì 5 marzo 2021

B - 3 DOMENICA DI QUARESIMA




 

4 commenti:

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Prima Lettura
La legge fu data per mezzo di Mosè.
Dal libro dell'Èsodo
Es 20,1-17

In quei giorni, Dio pronunciò tutte queste parole: «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d'Egitto, dalla condizione servile: Non avrai altri dèi di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo, né di quanto è quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra la sua bontà fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti. Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascia impunito chi pronuncia il suo nome invano. Ricòrdati del giorno del sabato per santificarlo. Sei giorni lavorerai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro, né tu né tuo figlio né tua figlia, né il tuo schiavo né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il settimo giorno. Perciò il Signore ha benedetto il giorno del sabato e lo ha consacrato. Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà. Non ucciderai. Non commetterai adulterio. Non ruberai. Non pronuncerai falsa testimonianza contro il tuo prossimo. Non desidererai la casa del tuo prossimo. Non desidererai la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo né la sua schiava, né il suo bue né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo».

Parola di Dio.

Forma breve

Dal libro dell'Èsodo
Es 20, 1-3.7-8.12-17

In quei giorni, Dio pronunciò tutte queste parole: «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d'Egitto, dalla condizione servile: Non avrai altri dèi di fronte a me. Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascia impunito chi pronuncia il suo nome invano. Ricòrdati del giorno del sabato per santificarlo. Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà. Non ucciderai. Non commetterai adulterio. Non ruberai. Non pronuncerai falsa testimonianza contro il tuo prossimo. Non desidererai la casa del tuo prossimo. Non desidererai la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo né la sua schiava, né il suo bue né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo».

Parola di Dio

Salmo Responsoriale
Dal Sal 18 (19)
R. Signore, tu hai parole di vita eterna.
La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l'anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice. R.

I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi. R.

Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti. R.

Più preziosi dell'oro,
di molto oro fino, ù
più dolci del miele
e di un favo stillante. R.

Seconda Lettura
Annunciamo Cristo crocifisso, scandalo per gli uomini, ma, per coloro che sono chiamati, sapienza di Dio.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
1Cor 1,22-25

Fratelli, mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio. Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini.

Parola di Dio
Acclamazione al Vangelo
Lode e onore a te, Signore Gesù!

Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito;
chiunque crede in lui ha la vita eterna. (Cfr. Gv 3,16)

Lode e onore a te, Signore Gesù!


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Vangelo
Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 2,13-25

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull'uomo. Egli infatti conosceva quello che c'è nell'uomo.

Parola del Signore

PAROLE DEL SANTO PADRE
È molto brutto quando la Chiesa scivola su questo atteggiamento di fare della casa di Dio un mercato. Queste parole ci aiutano a respingere il pericolo di fare anche della nostra anima, che è la dimora di Dio, un luogo di mercato, vivendo nella continua ricerca del nostro tornaconto invece che nell’amore generoso e solidale. (…) È comune, infatti, la tentazione di approfittare di attività buone, a volte doverose, per coltivare interessi privati, se non addirittura illeciti. (…) Perciò Gesù quella volta ha usato “le maniere forti”, per scuoterci da questo pericolo mortale. (Angelus 4 marzo 2018)

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S. FAUSTI - “Distruggete questo Tempio e in tre giorni lo farò risorgere” , dice Gesù nel Tempio.
A Cana ha mostrato dove dimora :nella gioia e nell'amore. Ora, venuto nel Tempio, Sua dimora per eccellenza, prende la frusta perchè trova ben altro. Per capire il gesto, come sempre, dobbiamo immaginare che Gesù compia ora ciò che ha compiuto allora. Cosa diremmo, se Lo vedessimo oggi con la frusta, nei vari templi religiosi o laici? Non metterebbe in crisi molte nostre pacifiche abitudini , che riguardano il Tempio, cioè Dio stesso e il nostro modo di rapportarci con Lui?
Il Suo gesto è profetico in due sensi.
Primo . È sulla linea dei profeti, sempre critici verso le istituzioni, volte più agli interessi di chi detiene il potere che al fine per cui sono nate.
Secondo . È un gesto profetico , del tipo di quelli di Geremia (Ger13,1 – 19,1 – 27,1..), che anticipa simbolicamente la Missione di Gesù.
Il flagello, segno del male che cova nel tempio, si abbatterà su Lui stesso : ciò che Egli ora fa è una predizione in atto della Sua morte e Resurrezione.
L'identità del popolo d'Israele si fonda sull'Alleanza, il Tempio, la Legge.
I re e i sacerdoti ne sono custodi, e, come ogni custode, tendono a diventare padroni.
Per questo in Israele, oltre l'istituzione dei re e sacerdoti, c'è l'anti- istituzione dei profeti.
Questi sono il grillo parlante della coscienza , che richiama ad uscire da ipocrisia, menzogna e oppressione. Come il loro, anche il ministero di Gesù ha un unico potere, quello della Parola.
Con essa, a Cana dà inizio all'alleanza nuova, ora, a Gerusalemme, si proclama Nuovo Tempio, per dare poi la Nuova Legge.
Se l'Alleanza a Cana manca di vino, il Tempio , a Gerusalemme, è ridotto a una spelonca di ladri.
Gesù, come ha fatto dell'acqua il “vino bello” così farà del Tempio distrutto la casa del Padre.
Lui stesso, Parola diventata carne, è il Nuovo Tempio, luogo di comunione tra Dio e l'uomo.
Questo testo è letto in chiave di purificazione , addirittura di abolizione del tempio da parte di Gesù. E' vero che l'Agnello di Dio (1,29-36), prendendo il posto di YHWH, entra nel Tempio, ne purifica il culto e abolisce con il Suo ogni altro sacrificio : il sacrificio di Dio all'uomo prende il posto dei tanti sacrifici dell'uomo a Dio.
Gesù parla di distruzione e ricostruzione : il vero Santuario, per sovraimpressione, sarà il Suo Corpo, ucciso e risorto, dove si adora il Padre in Spirito e Verità.

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DIAC. LODOVICO ING. GIARLOTTO - Vangelo. Gerusalemme che, normalmente, contava 50.000 abitanti, in occasione della Pasqua poteva
raggiungere i 180.000. Durante i giorni della festa, i pellegrini si recavano al Tempio ove facevano offerte
con monete di rame, le uniche che potevano circolare nel luogo santo. I denari di Roma erano “impuri” e
dovevano essere cambiati ai tavoli dei cambiavalute. Sommi sacerdoti e sadducei partecipavano al giro
d’affari (agnelli, tori, altri animali) gestendo il mercato allestito sotto il “portico regio” e i banchi dei
cambiavalute ai piedi della scalinata sud occidentale (trattenevano una commissione del 12%). La casa di
preghiera era stata trasformata, dai suoi stessi ministri, in un luogo di mercato. E’ in occasione di una festa
di Pasqua che Gesù, giunto al Tempio, s’imbatté nello spettacolo indegno sopra descritto (vv. 13-14).
Purificando il Tempio dai mercanti Gesù ha decretato la fine della religione legata all’offerta di animali e ha
pronunciato una condanna, severa, contro ogni commistione fra religione e denaro, fra culto e interessi
economici. Per evitare equivoci, Gesù ingiunse ai discepoli: ”Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente
date. Non procuratevi oro, né argento … né due tuniche … perché l’operaio ha diritto al suo nutrimento”.
L’insegnamento più importante si trova, però, nella frase: “Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò
risorgere”. Con questa asserzione Gesù annunciava l’inizio di un nuovo culto: chi è in comunione con Cristo
è unito a Dio e può adorare il Padre ovunque. E Gesù alla Samaritana dirà: “… né in Gerusalemme adorerete
il Padre. I veri adoratori renderanno culto al Padre in spirito e verità …” (Gv 4,21-24). Paolo spiegherà in
cosa consiste il nuovo culto: “Vi esorto … a offrire la vostra stessa vita … è questo il vostro culto …” (Rm
12,1). E l’autore della Lettera agli Ebrei: “Non dimenticatevi … di condividere i vostri beni … perché il
Signore si compiace” (Eb 13,16). Giacomo concretizza: “Religione pura e senza macchia … è … visitare gli
orfani e le vedove nelle loro tribolazioni … “ (Gc 1,27). L’unico sacrificio gradito a Dio è dunque il dono della
vita attraverso il servizio dei poveri che non si svolge in un luogo sacro né mediante riti ma nel mondo.

B - PENTECOSTE