venerdì 19 marzo 2021

B - 5 DOMENICA DI QUARESIMA


 

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LETTURA DEL GIORNO
Prima Lettura

Dal libro del profeta Geremìa
Ger 31,31-34

Ecco, verranno giorni - oracolo del Signore - nei quali con la casa d'Israele e con la casa di Giuda concluderò un'alleanza nuova. Non sarà come l'alleanza che ho concluso con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dalla terra d'Egitto, alleanza che essi hanno infranto, benché io fossi loro Signore. Oracolo del Signore. Questa sarà l'alleanza che concluderò con la casa d'Israele dopo quei giorni - oracolo del Signore - : porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. Non dovranno più istruirsi l'un l'altro, dicendo: «Conoscete il Signore», perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande - oracolo del Signore -, poiché io perdonerò la loro iniquità e non ricorderò più il loro peccato.



Seconda Lettura
Dalla lettera agli Ebrei
Eb 5,7-9

Cristo, nei giorni della sua vita terrena, offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito. Pur essendo Figlio, imparò l'obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono.

VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 12,20-33

In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c'erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l'ora che il Figlio dell'uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà.
Adesso l'anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest'ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest'ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L'ho glorificato e lo glorificherò ancora!». La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.

PAROLE DEL SANTO PADRE
. Nell’immagine di Gesù crocifisso si svela il mistero della morte del Figlio come supremo atto di amore, fonte di vita e di salvezza per l’umanità di tutti i tempi. Nelle sue piaghe siamo stati guariti. E per spiegare il significato della sua morte e risurrezione, Gesù si serve di un’immagine e dice: «Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto» (v. 24). Vuole far capire che la sua vicenda estrema – cioè la croce, morte e risurrezione – è un atto di fecondità – le sue piaghe ci hanno guariti – una fecondità che darà frutto per molti. E che cosa significa perdere la vita? Cioè, che cosa significa essere il chicco di grano? Significa pensare di meno a sé stessi, agli interessi personali, e saper “vedere” e andare incontro ai bisogni del nostro prossimo, specialmente degli ultimi. ANGELUS - 18 marzo 2018

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S. FAUSTI - “E' venuta l'ora che sia glorificato il Figlio dell'uomo”, dice Gesù. Ormai è alla fine della Sua azione e comincia la Passione. E' venuta l'ora, l'ora decisiva, per la quale è venuto. In essa si manifesta , a nostra salvezza, la gloria Sua e del Padre, della quale ciò che ha compiuto fin' ora è segno. Le folle Lo hanno appena osannato come Messia.
L'hanno visto venire sull'asinello, ma non hanno capito. Quanto Gesù ora dice di Sè, confermato dalla voce dal cielo, toglie ogni ambiguità.
Anche i Greci ora vogliono “vedere Gesù”. Sono l'anticipo di tutti quelli che saranno attratti a Lui quando sarà innalzato da terra, primizia del molto frutto del chicco di frumento, caduto nella terra, che muore. E' vero, tutto il mondo va dietro Lui, anche i pagani.
Gesù rispondendo ai discepoli che gli riferiscono la richiesta dei Greci, chiarisce come Lui è Re, e dove si fa vedere . È il Figlio dell'uomo, che presto vedranno innalzato sulla croce.
Nel Suo essere innalzato da terra, viene l'ora del Figlio che, nel Suo amore di fratello, rivela quello del Padre. La croce, che visivamente è un innalzamento, in realtà è l'abbassamento sommo, eppure questa abiezione estrema mostra la gloria abissale di Dio.
Dio infatti è AMORE , e la caratteristica più alta dell'amore è l'umiltà.
Dopo l'ingresso regale in Gerusalemme, è giunta l'ora della glorificazione del Figlio dell'uomo, che è quella del seme che muore e porta molto frutto.
Se negli altri Vangeli la Parola è il seme di Dio, in Giovanni Gesù stesso è il seme. Infatti è Lui la Parola. Alla Sua gloria è associato chiunque vuol seguirlo nel Suo stesso cammino.
Dopo l'annuncio della morte come dono fecondo di vita, c'è un profondo turbamento , che richiama l'agonia nell'orto, accostato immediatamente alla voce dal cielo, che richiama la Trasfigurazione.
E' importante questo turbamento di Gesù. Se non ci fosse, noi saremmo soli e smarriti davanti a ciò che ci rende tali: la morte, la violenza, l'ingiustizia, l'infamia e l'abbandono.
Egli invece è con noi e vive questa situazione da Figlio, con fiducia nel Padre.
Adamo, per la sua sfiducia, cadde nelle tenebre; Gesù , il nuovo Adamo, porta in questa tenebra la luce del Padre. “Padre” è la Parola detta dal Figlio, che dice il Padre.
In essa si esprime totalmente Dio come Amore e consegna reciproca tra Padre e Figlio.
Gesù chiede al Padre di glorificare il Suo Nome : di farsi conoscere , attraverso di Lui, come Padre.
La glorificazione del Padre avviene in quella del Figlio, che ama con il Suo stesso Amore i fratelli.
Al Figlio dell'uomo che nell'agonia lo chiama :”Padre”, la voce dal cielo risponde proclamandolo Figlio.
Quanto gli altri Vangeli dicono esplicitamente della scena luminosa della Trasfigurazione, qui è misteriosamente espresso dalle Parole del Padre “Glorificai e glorificherò”.
Il Nome del Padre è stato glorificato nel Battesimo di Gesù con il dono dello Spirito, che Lo costituisce Figlio Suo e fratello nostro. Inoltre è stato glorificato mediante le opere che il Padre gli ha dato da compiere, segno della Gloria , comune ad ambedue. E sarà glorificato sulla Croce,quando il Figlio darà lo Spirito e rivelerà la Sua Gloria di Unigenito dal Padre.
E nella storia, attraverso i numerosi fratelli che vivranno del Suo Amore di Figlio e conosceranno il Padre

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Diac. Giarlotto Ing. Lodovico Vangelo. I greci sono pagani convertiti al giudaismo. Gesù si riferiva a questi quando aveva affermato: “E ho altre pecore … anche queste devo condurre” (Gv 10,16-17). La loro ricerca spirituale è rivelata dal bisogno di vedere Gesù (il verbo vedere, nella Bibbia, significa conoscere l’intimo di una persona) di scoprire, cioè, la sua identità di messia, di sapere se egli poteva dare un nuovo colpo d’ala alla loro vita. I greci che vogliono vedere Gesù rappresentano i pagani e il loro cammino spirituale. Giovanni li fa uscire dalla scena senza raccontarci il seguito perché il suo obiettivo è “far vedere Gesù” ai fedeli delle sue chiese (e a noi lettori).
Giovanni, perciò, introduce un racconto in cui Gesù si fa realmente vedere (vv. 23-32),in cui manifesta il suo vero volto. Esordisce con un’immagine presa dal mondo agricolo: perché nel campo possano germogliare le spighe è necessario che i chicchi di grano scompaiano sotto terra perché solo dalla morte può sbocciare una vita centuplicata. Gesù fa una proposta “scandalosa per i giudei e folle per i greci” (1Cor 1,22): l’unica vita realizzata in pienezza è quella consumata per amore. A questo punto Gesù, come ogni altro uomo è profondamente turbato: “Adesso l’anima mia è turbata” (v.27). Il dramma è reale, l’alternativa precisa: “E che dirò? Padre salvami da quest’ora?”; ma la scelta di Gesù è altrettanto decisa: “Padre, glorifica il tuo nome” il che significa “dà gloria alla tua persona” ovvero “porta a compimento il tuo disegno di salvezza”.
La preghiera di Gesù riceve subito, dalla voce celeste, la conferma che è stata esaudita: “L’ho (il mio nome) glorificato e di nuovo lo glorificherò” (v.28). Il verbo al passato (l’ho glorificato) fa riferimento ai segni operati da Gesù che lo hanno manifestato come il rivelatore del Padre e il Salvatore da Lui inviato. Il futuro (e di nuovo lo glorificherò) fa riferimento a tutti gli avvenimenti della passione-morte-resurrezione-dono dello Spirito Santo con i quali il Padre sarà glorificato di fronte al mondo (Gv 11,40).
La “folla” (v.29) non comprende che la voce divina è venuta per loro, che essi più del Cristo sono interpellati dal Padre. A riprova di quanto sia difficile “vedere” Gesù (v.21), quanto sia difficile comprendere il mistero dell’”ora di Gesù” con tutto ciò che comporta per un progetto di vita, consumata alla maniera di Gesù

B - PENTECOSTE