martedì 9 marzo 2021

B - 4 DOMENICA DI QUARESIMA


 

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Prima Lettura
Con l'esilio e la liberazione del popolo si manifesta l'ira e la misericordia del Signore.
Dal secondo libro delle Cronache
2Cr 36,14-16.19-23

In quei giorni, tutti i capi di Giuda, i sacerdoti e il popolo moltiplicarono le loro infedeltà, imitando in tutto gli abomini degli altri popoli, e contaminarono il tempio, che il Signore si era consacrato a Gerusalemme. Il Signore, Dio dei loro padri, mandò premurosamente e incessantemente i suoi messaggeri ad ammonirli, perché aveva compassione del suo popolo e della sua dimora. Ma essi si beffarono dei messaggeri di Dio, disprezzarono le sue parole e schernirono i suoi profeti al punto che l'ira del Signore contro il suo popolo raggiunse il culmine, senza più rimedio. Quindi [i suoi nemici] incendiarono il tempio del Signore, demolirono le mura di Gerusalemme e diedero alle fiamme tutti i suoi palazzi e distrussero tutti i suoi oggetti preziosi. Il re [dei Caldèi] deportò a Babilonia gli scampati alla spada, che divennero schiavi suoi e dei suoi figli fino all'avvento del regno persiano, attuandosi così la parola del Signore per bocca di Geremìa: «Finché la terra non abbia scontato i suoi sabati, essa riposerà per tutto il tempo della desolazione fino al compiersi di settanta anni». Nell'anno primo di Ciro, re di Persia, perché si adempisse la parola del Signore pronunciata per bocca di Geremìa, il Signore suscitò lo spirito di Ciro, re di Persia, che fece proclamare per tutto il suo regno, anche per iscritto: «Così dice Ciro, re di Persia: "Il Signore, Dio del cielo, mi ha concesso tutti i regni della terra. Egli mi ha incaricato di costruirgli un tempio a Gerusalemme, che è in Giuda. Chiunque di voi appartiene al suo popolo, il Signore, suo Dio, sia con lui e salga!"».

Parola di Dio

Salmo Responsoriale
Dal Sal 136 (137)
R. Il ricordo di te, Signore, è la nostra gioia.
Lungo i fiumi di Babilonia,
là sedevamo e piangevamo
ricordandoci di Sion.
Ai salici di quella terra
appendemmo le nostre cetre. R.

Perché là ci chiedevano parole di canto
coloro che ci avevano deportato,
allegre canzoni, i nostri oppressori:
«Cantateci canti di Sion!». R.

Come cantare i canti del Signore
in terra straniera?
Se mi dimentico di te, Gerusalemme,
si dimentichi di me la mia destra. R.

Mi si attacchi la lingua al palato
se lascio cadere il tuo ricordo,
se non innalzo Gerusalemme
al di sopra di ogni mia gioia. R.

Seconda Lettura
Morti per le colpe, siamo stati salvati per grazia.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
Ef 2,4-10

Fratelli, Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati. Con lui ci ha anche risuscitato e ci ha fatto sedere nei cieli, in Cristo Gesù, per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù. Per grazia infatti siete salvati mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene. Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone, che Dio ha preparato perché in esse camminassimo.

Parola di Dio

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Acclamazione al Vangelo
Lode e onore a te, Signore Gesù!

Dio ha tanto amato il mondo da dare il Fglio unigenito;
chiunque crede in lui ha la vita eterna. (Cfr. Gv 3,16)

Lode e onore a te, Signore Gesù!


Vangelo
Dio ha mandato il Figlio perché il mondo si salvi per mezzo di lui.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 3,14-21

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

Parola del Signore

PAROLE DEL SANTO PADRE
Gesù pianse non solo per Gerusalemme, ma per tutti noi. E dà la sua vita, perché noi riconosciamo la sua visita. Sant’Agostino diceva una parola, una frase molto forte: ‘Ho paura di Dio, di Gesù, quando passa!’. Ma perché hai paura? ‘Ho paura di non riconoscerlo!’. Se tu non stai attento al tuo cuore, mai saprai se Gesù ti sta visitando o no. Che il Signore ci dia a tutti noi la grazia di riconoscere il tempo in cui siamo stati visitati, siamo visitati e saremo visitati per aprire la porta a Gesù e così far sì che il nostro cuore sia più allargato nell’amore e serva nell’amore il Signore Gesù (Papa Francesco, Santa Marta, 17 novembre 2016)

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FAUSTI - Nicodemo chiama Gesù “Maestro”. Non è un semplice collega : sa che è venuto da Dio , come Mosè, e, vedendo i segni che compie, conclude che Dio è con Lui.
Lo riconosce come Maestro e Messia, autenticato da Dio. Gesù conduce Nicodemo al di là della legge, sino alla sorgente stessa della vita : al dono del cuore nuovo e dello spirito nuovo di cui parlano i profeti che pure il fariseo conosce.
Entrare nel Regno di Dio non è opera dell'uomo, ma dono di Dio.
In questo Regno di libertà entra non chi cerca di conquistarlo, ma chi accetta di essere figlio, chi diventa come un bambino, figlio nel Figlio. Il Battesimo di Gesù, oltre che nell'acqua – che in Giovanni è simbolo della vita- (4,14 – 7,37- 19,34) – sarà nello Spirito, che è fuoco divino di amore.
Uno infatti esiste come persona quando è amato . Nasce dalla ferita del cuore di chi lo accoglie e lo lascia entrare in sé, amandolo così com'è, distinto da sé.
Uno viene alla luce piena quando lui stesso ama. Le Parole di Gesù a Nicodemo hanno l'intento di operare in noi quel passaggio al cuore nuovo, richiesto dalla legge e promesso dai profeti che vediamo ben descritto ( Filippesi 3) da Paolo che racconta la sua esperienza di uomo della legge che incontra il Signore.
“Ciò che è generato dalla carne, è carne...” Carne, in opposizione a spirito, indica ciò che ci accomuna alla terra : l'elemento debole, corruttibile e mortale.
Spirito invece è ciò che ci imparenta con Dio : la forza perenne del principio vitale.
Sin dall'inizio l'uomo è composto di argilla e di soffio divino (Gen 2,4), di terra e di cielo.
La terra non può vivere che di cielo.
Gesù chiama “cose terrestri “ quanto ha detto sulla nascita dalla carne e sulla necessità di una nascita dallo Spirito. Infatti ne parlano la legge e i profeti, chiamati terrestri, perché testimoni di quella luce che da sempre è presente, nella creazione e nella storia d'Israele.
Essi danno voce al desiderio dello Spirito che è in ogni uomo. Se non si crede a questa voce, non si crede neanche alla Parola, che ci rivela le cose celesti.
La legge infatti non è in cielo, ma vicina ad ogni uomo, Le cose celesti invece sono rivelate dal Figlio, disceso dal cielo. Gesù vuol aprire Nicodemo, maestro della legge, al dono dello Spirito, che l'uomo della terra non comprende.
In Lui conosciamo la verità di Dio e nostra .
Essere figlio non è oggetto di rapina, ma dono di amore.
Il Figlio dell'uomo innalzato – su di Lui si è aperto il cielo, sia per scendere che per salire- è il solo che può manifestarci la gloria e raccontarci il Padre.
In Lui c'è la discesa di Dio verso l'uomo e l'ascesa dell'uomo a Dio.
“Come Mosè innalzò il serpente nel deserto” Al popolo, morso dai serpenti, Mosè mostrò, elevato come stendardo, un serpente di bronzo (Num 21,8). Chi levava in alto lo sguardo, era guarito dal veleno mortale.
Contemplando il Crocifisso, siamo “svelenati” dalla menzogna del serpente che ci ha tolto la conoscenza del Padre e ci ha fatto fuggire da Lui.
Egli ci ama e noi siamo l'amore che Lui ha per noi.
Volgendo lo sguardo a Colui che abbiamo trafitto, (19,37) ai piedi della croce scopriamo questa verità che ci fa liberi (8,32) e nasciamo dall'alto.
Noi abbiamo riconosciuto e creduto all'amore che Dio ha per noi”.
Infatti “Dio è Amore” (1Gv 4,16).
“Da dare il Figlio Unigenito” Ci ha dato il Figlio, perché solo in Lui, che ama come è amato, vediamo la nostra identità di figli del Padre.

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-->“Non per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di Lui” Il Figlio ha lo stesso giudizio del Padre. Egli viene con il flagello nel tempio non per giudicare o condannare il mondo peccatore. E' venuto a salvarlo proprio “purificando” il Tempio, sdemonizzando con la Sua Croce l'immagine diabolica che l'uomo ha di Dio e di sé. In Lui innalzato abbiamo la conoscenza vera di Lui e di noi stessi , che la bocca del serpente ci aveva sottratta. Aderire a Lui è la santità e giustizia vera : è vivere del Figlio e da figli, partecipare alla gloria comune del Padre e del Figlio.
Per Nicodemo, come per tutti, è lento il travaglio che fa venire alla luce. Giungere alla verità è un cammino di liberazione progressiva, di piccoli passi.. E lo compie la Parola stessa. Il senso della storia umana è la rivelazione del Figlio, il suo crescere fino alla Sua statura piena (Ef 4,13) perché Dio sia tutto in tutti.
“Questo è il giudizio : la Luce è venuta nel mondo” Il giudizio per chi, pur conoscendola, non accoglie la Parola diventata Carne, è quella di preferire le tenebre alla luce, la morte alla vita. Il giudizio sull'uomo lo fa l'uomo stesso, non Dio.

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CANTO DEL DIO NASCOSTO – Karol Wojtyla
E' in me un paese trasparente, nel chiarore del Lago di Genezaret
e la barca...e l'approdo dei pescatori appoggiato a onde silenziose...
e la folla... la folla dei cuori abbracciati da un Unico Cuore,
un Unico Cuore, il più semplice, il più mansueto -
oppure quella sera con Nicodemo
oppure sulla riva del mare,
dove ogni giorno ritorno affascinato dalla Tua Beltà -
E tutto questo : la sera con Nicodemo
il paese e l'approdo dei pescatori
il fondo trasparente e la Tua Persona così vicina -
tutto questo è visto attraverso un Punto Candido
del candore più puro,
circondato, nel cuore dell'uomo
da un vivo fiotto rosso

B - PENTECOSTE