venerdì 14 settembre 2018

B - FESTA DELL' ESALTAZIONE DELLA CROCE


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14 - 9
Canto al Vangelo ()
Alleluia, alleluia.
Noi ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo,
perché con la tua croce hai redento il mondo.
Alleluia.


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Vangelo

Gv 3,13-17
Bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo.
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».

Parola del Signore
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Prima lettura

Nm 21,4-9
Chiunque sarà stato morso e guarderà il serpente, resterà in vita.



Dal libro dei Numeri

In quei giorni, il popolo non sopportò il viaggio. Il popolo disse contro Dio e contro Mosè: «Perché ci avete fatto salire dall’Egitto per farci morire in questo deserto? Perché qui non c’è né pane né acqua e siamo nauseati di questo cibo così leggero».
Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti brucianti i quali mordevano la gente, e un gran numero d’Israeliti morì.
Il popolo venne da Mosè e disse: «Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; supplica il Signore che allontani da noi questi serpenti». Mosè pregò per il popolo.
Il Signore disse a Mosè: «Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque sarà stato morso e lo guarderà, resterà in vita». Mosè allora fece un serpente di bronzo e lo mise sopra l’asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, restava in vita.

Parola di Dio


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Salmo responsoriale

Sal 77



Non dimenticate le opere del Signore!

Ascolta, popolo mio, la mia legge,
porgi l’orecchio alle parole della mia bocca.
Aprirò la mia bocca con una parabola,
rievocherò gli enigmi dei tempi antichi.

Quando li uccideva, lo cercavano
e tornavano a rivolgersi a lui,
ricordavano che Dio è la loro roccia
e Dio, l’Altissimo, il loro redentore.

Lo lusingavano con la loro bocca,
ma gli mentivano con la lingua:
il loro cuore non era costante verso di lui
e non erano fedeli alla sua alleanza.

Ma lui, misericordioso, perdonava la colpa,
invece di distruggere.
Molte volte trattenne la sua ira
e non scatenò il suo furore.


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Seconda lettura

Fil 2,6-11
Cristo umiliò se stesso, per questo Dio lo esaltò.



Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési

Cristo Gesù,
pur essendo nella condizione di Dio,
non ritenne un privilegio
l’essere come Dio,
ma svuotò se stesso
assumendo una condizione di servo,
diventando simile agli uomini.
Dall’aspetto riconosciuto come uomo,
umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò
e gli donò il nome
che è al di sopra di ogni nome,
perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra,
e ogni lingua proclami:
«Gesù Cristo è Signore!»,
a gloria di Dio Padre.

Parola di Dio

immagini,omelie e preghiere ha detto...

S. FAUSTI - “Nessuno è salito al cielo” Nessuno può, come Adamo, i titani o Prometeo, dare la scalata al cielo per rapire le cose celesti o il fuoco. E' invece il cielo che scende sulla terra, per donarci se stesso. Dio è Amore che scende nel Figlio verso tutti i fratelli.
Essere figlio non è oggetto di rapina, ma dono di amore.
Il Figlio dell'uomo innalzato – su di Lui si è aperto il cielo, sia per scendere che per salire- è il solo che può manifestarci la gloria e raccontarci il Padre.
In Lui c'è la discesa di Dio verso l'uomo e l'ascesa dell'uomo a Dio.
“Come Mosè innalzò il serpente nel deserto” Al popolo, morso dai serpenti, Mosè mostrò, elevato come stendardo, un serpente di bronzo (Num 21,8). Chi levava in alto lo sguardo, era guarito dal veleno mortale.
Contemplando il Crocifisso, siamo “svelenati” dalla menzogna del serpente che ci ha tolto la conoscenza del Padre e ci ha fatto fuggire da Lui.
In Lui conosciamo la verità di Dio e nostra . Egli ci ama e noi siamo l'amore che Lui ha per noi.
Volgendo lo sguardo a Colui che abbiamo trafitto, (19,37) ai piedi della croce scopriamo questa verità che ci fa liberi (8,32) e nasciamo dall'alto.
La salvezza di Dio non ignora il male. Sarebbe falsa. Lo assume invece , in modo divino, per amore.
E lo vince nel perdono, dove tutti, dal più piccolo al più grande, conosciamo chi è il Signor
“Dio infatti tanto amò il mondo “ Dio da sempre ama il mondo, anche se il mondo Lo rifiuta. L'amore del Padre è gratuito e senza riserve. Il Figlio, che Lo conosce e ne vive, ce Lo testimonia dalla croce .
Questo versetto ci presenta il centro del Vangelo di Giovanni, che vuol portarci a confessare con meraviglia . “ Noi abbiamo riconosciuto e creduto all'amore che Dio ha per noi”. 
Infatti “Dio è Amore” (1Gv 4,16).
“Da dare il Figlio Unigenito” Ci ha dato il Figlio, perché solo in Lui, che ama come è amato, vediamo la nostra identità di figli del Padre.
Gesù, essendo Figlio, ha vissuto ciò che anche noi siamo chiamati a vivere : “la filialità” e la conseguente fraternità. Egli ci ama dello stesso Amore che il Padre ha per Lui e ci assicura che il Padre ci ama come Lui (17,23) , con un amore che è prima della fondazione del mondo (17,24).
La salvezza è credere in Gesù Crocifisso, il Figlio dell'Uomo innalzato . 
Lui è la Parola, luce e vita di ogni uomo, diventata carne per narrarci l'Amore assoluto del Padre. 
In Lui ci è data la nostra identità di figli e noi siamo ciò che siamo.
Al di fuori di Lui, siamo ciò che non siamo, il nulla di noi stessi.
Per questo accogliere Lui, il Figlio, è trovare se stessi ; rifiutare Lui è perdere se stessi.

B - PENTECOSTE