sabato 15 settembre 2018

B - 24 DOM.T.O.


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CANTO AL VANGELO (Gal 6,14)
R. Alleluia, alleluia.
Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore,
per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.
R. Alleluia.

VANGELO
Tu sei il Cristo... Il Figlio dell'uomo deve molto soffrire.
+ Dal Vangelo secondo Marco 8,27-35
In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti». Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell'uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va' dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini». Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà».
Parola del Signore.

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FAUSTI - “Gli uomini chi dicono che Io sia?”...
“Ma voi, chi dite che Io sia?” chiede Gesù ai discepoli e a noi.
Prima tutti si chiedevano “Chi è Costui?”
Ora Lui stesso domanda :”Chi sono Io per te?”.
Il cristianesimo è la risposta a questa domanda che Lui mi rivolge.
La Sua provocazione è anche un esame della vista , per farci constatare che abbiamo bisogno di occhi ulteriormente nuovi. La fede non è delegabile. Ognuno è chiamato a dare la propria risposta , a conoscerlo, amarlo e seguirlo, anche se ancora imperfettamente.
Gesù fin qui ha esaudito i nostri desideri, ma quasi solo per adescarci e disporci a ricevere un dono che sorpassa ogni nostra attesa. Ci ha avvinto a Sè perchè ci fidiamo di Lui.
D'ora in poi comincerà a non farci più doni.
Il nostro occhio dovrà passare dalla Sua mano vuota al Suo Volto,e penetrare nel Suo Cuore , sorgente di ogni dono. Dio infatti è Amore , e null'altro ama che amare e dare Se stesso all'amato.
La seconda parte del Vangelo ce lo presenterà così, e culminerà sulla Croce, dove compirà pienamente la Rivelazione di Sé nel dono di Sé.
Il rischio nostro è di restare chiusi nella prima parte, senza mai conoscere il Signore.
Infatti non cerchiamo Lui, ma i Suoi doni, e Lo identifichiamo con questi, riducendolo a un idolo, attaccapanni dei nostri desideri o fantasma delle nostre paure.
La sapienza di Dio passa attraverso la povertà, l'umiliazione e l'umiltà; accetta le sofferenze, il ripudio e l'uccisione, e proprio così vince il male fatto dalla sapienza dell'uomo, che ricerca l'avere, il potere e l'apparire, provocando la morte propria e altrui.
Pietro, come tutti noi, resta chiuso nel pensiero dell'uomo.
Il suo scontro con Gesù è violento. Si farà sempre più serrato, fino al confronto finale.
La croce, fatta da noi e portata da Lui, rimane l'unico luogo possibile d'incontro.
Il cammino è lento e difficile, ma sicuro e rispettoso.
La “Parola” denunciando sempre più chiaramente la nostra cecità, ci pone nella necessità di chiedere la luce.
Questo è il nostro massimo gesto di libertà, con cui riconosciamo la verità e ci mettiamo dietro Gesù, sempre tentati, come Pietro, di metterci davanti.
Gesù è il Pastore che, con la Sua Croce, Suo bastone, ci guida alla vittoria sul male e sulla morte.
Lo seguiamo come la Parola che indica il cammino della vita, la nube e la colonna di fuoco che conduce dalla schiavitù alla libertà. E' il Signore presente in mezzo a noi.
L'amore e l'obbedienza a Lui è la nostra salvezza.

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PRIMA LETTURA
Ho presentato il mio dorso ai flagellatori.
Dal libro del profeta Isaia 50,5-9a
Il Signore Dio mi ha aperto l'orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro. Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso. È vicino chi mi rende giustizia: chi oserà venire a contesa con me? Affrontiamoci. Chi mi accusa? Si avvicini a me. Ecco, il Signore Dio mi assiste: chi mi dichiarerà colpevole?
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 114)
R. Camminerò alla presenza del Signore nella terra dei viventi.
Amo il Signore, perché ascolta
il grido della mia preghiera.
Verso di me ha teso l'orecchio
nel giorno in cui lo invocavo. R.
Mi stringevano funi di morte,
ero preso nei lacci degli inferi,
ero preso da tristezza e angoscia.
Allora ho invocato il nome del Signore:
"Ti prego, liberami, Signore". R.
Pietoso e giusto è il Signore,
il nostro Dio è misericordioso.
Il Signore protegge i piccoli:
ero misero ed egli mi ha salvato. R.
Sì, hai liberato la mia vita dalla morte,
i miei occhi dalle lacrime,
i miei piedi dalla caduta.
Io camminerò alla presenza del Signore
nella terra dei viventi. R.

SECONDA LETTURA
La fede, se non è seguita dalle opere, in se stessa è morta.
Dalla lettera di san Giacomo apostolo 2,14-18
A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha le opere? Quella fede può forse salvarlo? Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: «Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi», ma non date loro il necessario per il corpo, a che cosa serve? Così anche la fede: se non è seguita dalle opere, in se stessa è morta. Al contrario uno potrebbe dire: «Tu hai la fede e io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede».
Parola di Dio.

B - PENTECOSTE