OM. D. D. - Questa sera finisce un anno, finisce l'anno liturgico. Gli anni sono tanti e tutti diversi. C'è l'anno solare, c'è l'anno scolastico, c'è l'anno accademico, c'è l'anno giudiziario. E poi tutti i nostri anni che passano,quindici, trenta, cinquanta, ottanta.Tutti segnati dal ritmo del tempo, da quel cronos, cronometro, tante volte tiranno, segnato dal mito dell'eterno ritorno. Il tempo che scorre come una linea progressiva, ma all'interno di un cerchio,dove ognuno qualche volta cerca di uscire, ma tutto ritorna sempre da capo con inesorabile puntualità. Fin che il treno si ferma perchè è al capolinea ; tempo scaduto. Anche l'anno liturgico conta i giorni, e tuttavia non è prigioniero del mito dell'eterno ritorno. L'anno liturgico scorre quaggiù, ma ne esce sempre per entrare lassù in Dio, dove il tempo si chiama Gesù. Guardate che questa verità a volte ci spiazza . Noi non siamo abituati a far coincidere giorni, mesi e anni che scorrono, con l'inalterabile presenza di Cristo in noi. Ditemi, il tempo, cos'è? Il tempo è la mia relazione buona che ho con Dio e con voi. Questo è il mio tempo, poi misuro con l'orologio, guardo i giorni, guardo le ore, festeggio i compleanni. Ma i miei giorni, i miei anni, le mie ore, si chiamano Gesù. Diversamente il tempo che passa può diventare per noi un assoluto che può creare impazienza, ansia, segno di impotenza, perchè non si può fare di tutto sempre e con soddisfazione. Qualche volta noi siamo depressi, o ansiosi, perchè siamo sotto la tirannia del cronos, del tempo. Di quel tempo che non è Gesù. Dobbiamo ammetterlo questo. Ed ecco allora la liturgia quotidiana e domenicale, ecco allora la preghiera, l'Eucaristia, la Messa che stiamo celebrando dove sono le parole , gesti di Gesù, quello che ha vissuto e che ha fatto, che dettano l'agenda del nostro tempo.
2) D.D.In ogni domenica tutti noi collocati nel tempo che scorre, entriamo in Dio, dove appunto il tempo si chiama Cristo Signore, Signore della vita, della storia e dell'universo. Gesù ci porta con sé con l'invito di seguirlo per la sua stessa strada, a vivere sempre meglio la sua stessa avventura. L'avventura di una strana regalità , dove si regna all'interno di relazioni, segnate dal servizio, dal volersi bene e dalla fraternità. Non si regna con i contrassegni dei re della terra dove urge il posso, voglio, comando. No, no. Non è un caso che il discorso su Gesù re avvenga dentro a un processo in cui siamo sempre tutti coinvolti. Pilato interroga Gesù : “ Sei tu il re dei Giudei?” Il potere, l'opinione pubblica, ci interrogano sempre : sei tu un cristiano? Ma va là, brucia incenso agli dei, e fa' come fanno tutti gli altri. Questa è 'eterna sfida del credente : fa' come fanno tutti e allora ti salverai. Siamo tutti tentati a ragionare così. E Pilato, poverino, non comprende che ha davanti a sé il più grande sovversivo mai esistito. Io sono re, dice Gesù “ e per questo sono venuto nel mondo, per testimoniare la verità”. Non sono venuto per testimoniare un'idea filosofica, un'ideologia, un'ottica anche religiosa. Sono venuto per testimoniare la verità, l'amore che Dio ha per ogni uomo, e che non smetterà mai di amare. Gesù è re così. Ogni piccolo atto di bontà è un barlume del regno, di chi sta dentro o fuori della Chiesa. Noi siamo pochissimo abituati a vedere queste orme, queste impronte digitali di Dio che esprimono il suo regnare in mezzo a noi. Non riusciamo a fermarli questi bagliori. Ma Gesù regna così.
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OM. D. D. - Questa sera finisce un anno, finisce l'anno liturgico. Gli anni sono tanti e tutti diversi. C'è l'anno solare, c'è l'anno scolastico, c'è l'anno accademico, c'è l'anno giudiziario. E poi tutti i nostri anni che passano,quindici, trenta, cinquanta, ottanta.Tutti segnati dal ritmo del tempo, da quel cronos, cronometro, tante volte tiranno, segnato dal mito dell'eterno ritorno.
Il tempo che scorre come una linea progressiva, ma all'interno di un cerchio,dove ognuno qualche volta cerca di uscire, ma tutto ritorna sempre da capo con inesorabile puntualità. Fin che il treno si ferma perchè è al capolinea ; tempo scaduto.
Anche l'anno liturgico conta i giorni, e tuttavia non è prigioniero del mito dell'eterno ritorno.
L'anno liturgico scorre quaggiù, ma ne esce sempre per entrare lassù in Dio, dove il tempo si chiama Gesù. Guardate che questa verità a volte ci spiazza . Noi non siamo abituati a far coincidere giorni, mesi e anni che scorrono, con l'inalterabile presenza di Cristo in noi. Ditemi, il tempo, cos'è? Il tempo è la mia relazione buona che ho con Dio e con voi.
Questo è il mio tempo, poi misuro con l'orologio, guardo i giorni, guardo le ore, festeggio i compleanni. Ma i miei giorni, i miei anni, le mie ore, si chiamano Gesù.
Diversamente il tempo che passa può diventare per noi un assoluto che può creare impazienza, ansia, segno di impotenza, perchè non si può fare di tutto sempre e con soddisfazione. Qualche volta noi siamo depressi, o ansiosi, perchè siamo sotto la tirannia del cronos, del tempo. Di quel tempo che non è Gesù. Dobbiamo ammetterlo questo. Ed ecco allora la liturgia quotidiana e domenicale, ecco allora la preghiera, l'Eucaristia, la Messa che stiamo celebrando dove sono le parole , gesti di Gesù, quello che ha vissuto e che ha fatto, che dettano l'agenda del nostro tempo.
2) D.D.In ogni domenica tutti noi collocati nel tempo che scorre, entriamo in Dio, dove appunto il tempo si chiama Cristo Signore, Signore della vita, della storia e dell'universo. Gesù ci porta con sé con l'invito di seguirlo per la sua stessa strada, a vivere sempre meglio la sua stessa avventura. L'avventura di una strana regalità , dove si regna all'interno di relazioni, segnate dal servizio, dal volersi bene e dalla fraternità. Non si regna con i contrassegni dei re della terra dove urge il posso, voglio, comando. No, no.
Non è un caso che il discorso su Gesù re avvenga dentro a un processo in cui siamo sempre tutti coinvolti.
Pilato interroga Gesù : “ Sei tu il re dei Giudei?” Il potere, l'opinione pubblica, ci interrogano sempre : sei tu un cristiano?
Ma va là, brucia incenso agli dei, e fa' come fanno tutti gli altri. Questa è 'eterna sfida del credente : fa' come fanno tutti e allora ti salverai. Siamo tutti tentati a ragionare così. E Pilato, poverino, non comprende che ha davanti a sé il più grande sovversivo mai esistito. Io sono re, dice Gesù “ e per questo sono venuto nel mondo, per testimoniare la verità”. Non sono venuto per testimoniare un'idea filosofica, un'ideologia, un'ottica anche religiosa. Sono venuto per testimoniare la verità, l'amore che Dio ha per ogni uomo, e che non smetterà mai di amare. Gesù è re così.
Ogni piccolo atto di bontà è un barlume del regno, di chi sta dentro o fuori della Chiesa. Noi siamo pochissimo abituati a vedere queste orme, queste impronte digitali di Dio che esprimono il suo regnare in mezzo a noi. Non riusciamo a fermarli questi bagliori.
Ma Gesù regna così.
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