OM. D. D. Come sempre ce n'è per tutti. Sono al Vangelo. Nella comunità cristiana emergono i problemi, che sono anche i nostri. L'apostolo Giovanni, scocciato e indispettito, va da Gesù a protestare : “Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demoni, che faceva del bene nel tuo nome. Volevamo impedirglielo perchè non ci seguiva, non era dei nostri”.Come dire, Signore, per cortesia, si devono mettere dei paletti chiari e stabilire chi è dentro e chi è fuori. Stabilire chi va all'inferno e chi va in paradiso, chi è cristiano e chi non lo è.Signore, dobbiamo fare chiarezza. E' tutto nel torto Giovanni? Non del tutto. Qui, vedete, emerge per un verso la giusta difesa dell'identità cristiana, l'appartenenza cristiana che non può entrare in un generico qualunquismo,, per l'altro verso qui viene a galla il rischio di una chiusura nei confronti del diverso da noi.Non solo questo diverso non viene considerato, ma anche non riconosciuto del bene che fa. Se veniamo alla nostra esperienza spicciola di tutti i giorni, la mia e la vostra, di fronte a una persona che non la pensa come noi, o di cui siamo gelosi, o semplicemente ci è antipatica, ebbene, ci è molto difficile conoscere il bene che fa, e anche cercare di comprendere le sue buone intenzioni. E' difficile per tutti. Se non puoi vedere una persona , tutto quello che fa e tutto quello che dice viene messo nell'immondizia. Sotto questo aspetto tante volte siamo bloccati dentro all'inimicizia,al disamore che non fa credito a nessuno se non al suo simile e a certe condizioni. Gesù interviene con quella parola semplice da capire e tutta da vivere. Giovanni, “chi non è contro di noi”, chi fa del bene, anche se non la pensa come noi, anche se dice di non credere, anche se ha un'altra idea politica , anche se tifa per una squadra che non è la mia, guarda che se fa del bene, questa persona “è per noi”, vive la stessa causa. “Chiunque avrà dato soltanto un bicchiere d'acqua al suo prossimo, riceverà la sua ricompensa”, dice Gesù. Un bicchiere d'acqua è proprio poco. Gesù continua ad affermare il noi ecclesiale. Mica lo vanifica essere il suo Corpo Mistico nella storia, ma apre questa verità all'universalità dell'amore. La chiesa non potrà mai costruirsi dei nemici. Mai! Anche se li incontra nel suo cammino, perchè la verità che la chiesa dice scotta, tante volte, fa male, questo può condurla al martirio. Ma la chiesa continuerà a dire . Guarda che io non farò mai del male, ti dirò sempre la verità anche se tu mi togli la vita. Come facciamo in fretta a dividere il prossimo, chi sono i buoni, chi sono i cattivi, chi sta dalla mia parte, chi non lo è, e diventiamo ciechi nei confronti del bene che una persona può fare e delle sue buone intenzioni di fronte alle quali noi dobbiamo fare credito. Quando questo non accade avvengono gli scandali di cui parla Gesù questa sera. Oggi la parola scandalo è una parola molto gettonata, corre su un binario unico. Sono sempre gli altri che ci scandalizzano. Ma guarda un po', il primo grande scandalo, amici miei, di fronte al quale nessuno grida più di tanto, è il fatto che Dio diventa sempre più il grande sconosciuto. Questo è il primo scandalo, a partire dalla nostra vecchia, vecchissima Europa. Il secondo scandalo ci tocca da vicino, che è poi una conseguenza, è il divorzio pratico tra quello che si dice e quello che si fa. Chi è fuori da questo scandalo ? ( Non certo io!) E poi c'è un grande scandalo che oggi è globale, conseguenza del primo grande scandalo, ed è la mancanza di solidarietà tra le persone, tra le nazioni. Il disamore come cancro devastante che non guarda in faccia a nessuno.
Da Om. D.D. La seconda lettura che abbiamo udita è quella dell'apostolo Giacomo ( Gc 5,1-6) è tra le più terribili della Bibbia . Soltanto forse il profeta Amos usa queste parole durissime. Parole che possono essere anche per noi urtanti. Ma noi abbiamo detto : rendiamo grazie a Dio dopo averle udite. “Ora a voi ricchi : piangete e gridate per le sciagure che cadranno su di voi. Le vostre ricchezze sono marce. Il salario che voi non avete pagato , grida. Vi siete ingrassati per il giorno della strage”. Chi parla così è un comunista. Ma l'apostolo Giacomo non è un comunista, è soltanto un cristiano, non fa un discorso classista,mette soltanto in guardia chi è incurante dell'altro pensando solo a sé. Non dice tutti i ricchi, parla dei ricchi disonesti. Scandali. Cosa possiamo fare noi con tutte le vicende politiche e anche delle banche? Credo che possiamo fare tanto. Intanto mettere ordine nel nostro comportamento. Le nostre mani così portate sempre a prendere, mai contenti, mai soddisfatti, tutti lì presi dalle nostre bramosie addomesticate. Sì, qualche cosa da tagliare c'è. I nostri occhi molto vigili sui nostri interessi e tante volte chiusi soltanto nei confronti del tuo vicino di casa. Qualche cosa possiamo fare nel nostro piccolo per reagire a questi scandali in cui siamo tutti immersi. Devo guardare al mio scandalo. Non mi basta più condannare quello degli altri.Suor Giuliana parlava del suo undicesimo comandamento laico : lo chiama così”non nominare la parola amore invano”. E l'amore è il nome di Dio, e l'amore è la comunione tra gli uomini. Non nominare la parola solidarietà, amore, invano. La parola Amore, vivila. Se credi nella solidarietà, vivila. Questo è l'unico modo perchè gli scandali possano sparire attraverso la nostra alternativa che sarà molto piccola, ma certamente, agli occhi del Signore, molto grande. Allora vedere il bene che c'è dovunque, dappertutto. Senza dire che tutto va bene, che tutte le religioni sono uguali, perchè non è vero. Poi guardare in faccia agli scandali chiamandoli per nome e immediatamente modificare, correggere i nostri comportamenti pratici. La grande crisi che stiamo attraversando dipende dal fatto che Dio sta diventando sempre più il grande sconosciuto. Noi dobbiamo ribellarci e comportarci ovviamente di conseguenza.
S. FAUSTI - “Non impeditelo” dice Gesù ai suoi, gelosi di un tale che scaccia i demoni nel suo nome, ma senza essere del loro gruppo. Nel brano precedente (avevano discusso lungo la via chi fosse il più grande) i discepoli si dividevano tra loro in nome del proprio io. Qui si dividono dagli altri in nome del proprio noi. Il proprio nome, individuale o collettivo, è principio di divisione, solo il “Nome” che è quello di Gesù, è fattore di unità tra tutti. Chi ama gode del bene altrui. L'egoista , invece, non gode del bene, ma solo del suo possesso, e gli fa male quello altrui. E' vittima dell'invidia, figlia dell'egoismo e madre dell'orgoglio. Essa riduce la vita a un inferno, perchè produce una sofferenza proporzionale al bene, fino a una sofferenza infinita davanti al Bene Infinito. Per essa entrò la morte nel mondo. La vita infatti, essendo dono e amore, è tale in quanto non posseduta. Egoismo, invidia e orgoglio possono essere in forma sia personale che collettiva. Quest'ultima, molto più dannosa, è tanto macroscopica da riuscire invisibile all'individuo, che può continuare a vivere di dedizione, servizio e umiltà nel confronto del suo “noi” -come un bandito nei confronti della banda. -I discepoli sono un “noi” ben definito e costituito. Ed è giusto che sia così.. L'uomo è anche bisogno di aggregazione e appartenenza visibile. Solo che questo “noi” invece di Gesù, ha al centro se stesso. Si tratta di una comunità che fa a livello grande quel male al quale ognuno ha rinunciato a livello individuale.E' un protagonismo comunitario, che si verifica ogniqualvolta cerchiamo il “nostro”prestigio e non il servizio degli altri. Ciò è evidenziato bene dalle parole di Giovanni : si vuol impedire del bene, perchè chi lo fa non segue “noi”...I discepoli pretendono di essere seguiti! E' importante sapere che la Chiesa non è fatta da chi segue “noi”, ma da chi ascolta e segue lui... L'unità nostra è andare dietro a lui, che ci conduce fuori da tutti gli steccati e ci apre a tutti, cominciando proprio dai più lontani e dagli esclusi. L'essere con lui, il Figlio, ci unisce al Padre e ai fratelli, e forma un “noi” che non si delimita con una siepe di proprietà, ma con una spinta interna di simpatia verso tutti... Gesù fugge dalle folle e forma persone che possano fare un popolo. E ognuno diventa persona nel suo rapporto indelegabile con lui, il Signore. Nel nome di Gesù la chiesa abbraccia tutti e non esclude nessuno... Ma chi esclude uno, esclude colui che si è fatto ultimo di tutti. Oltre che non essere cattolico, non è neanche cristiano: non ha ancora lo Spirito del Figlio che, conoscendo l'amore del Padre, è morto per tutti i fratelli.
3 commenti:
OM. D. D. Come sempre ce n'è per tutti. Sono al Vangelo. Nella comunità cristiana emergono i problemi, che sono anche i nostri. L'apostolo Giovanni, scocciato e indispettito, va da Gesù a protestare : “Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demoni, che faceva del bene nel tuo nome. Volevamo impedirglielo perchè non ci seguiva, non era dei nostri”.Come dire, Signore, per cortesia, si devono mettere dei paletti chiari e stabilire chi è dentro e chi è fuori. Stabilire chi va all'inferno e chi va in paradiso, chi è cristiano e chi non lo è.Signore, dobbiamo fare chiarezza.
E' tutto nel torto Giovanni? Non del tutto. Qui, vedete, emerge per un verso la giusta difesa dell'identità cristiana, l'appartenenza cristiana che non può entrare in un generico qualunquismo,, per l'altro verso qui viene a galla il rischio di una chiusura nei confronti del diverso da noi.Non solo questo diverso non viene considerato, ma anche non riconosciuto del bene che fa.
Se veniamo alla nostra esperienza spicciola di tutti i giorni, la mia e la vostra, di fronte a una persona che non la pensa come noi, o di cui siamo gelosi, o semplicemente ci è antipatica, ebbene, ci è molto difficile conoscere il bene che fa, e anche cercare di comprendere le sue buone intenzioni. E' difficile per tutti. Se non puoi vedere una persona , tutto quello che fa e tutto quello che dice viene messo nell'immondizia. Sotto questo aspetto tante volte siamo bloccati dentro all'inimicizia,al disamore che non fa credito a nessuno se non al suo simile e a certe condizioni.
Gesù interviene con quella parola semplice da capire e tutta da vivere. Giovanni, “chi non è contro di noi”, chi fa del bene, anche se non la pensa come noi, anche se dice di non credere, anche se ha un'altra idea politica , anche se tifa per una squadra che non è la mia, guarda che se fa del bene, questa persona “è per noi”, vive la stessa causa.
“Chiunque avrà dato soltanto un bicchiere d'acqua al suo prossimo, riceverà la sua ricompensa”, dice Gesù. Un bicchiere d'acqua è proprio poco.
Gesù continua ad affermare il noi ecclesiale. Mica lo vanifica essere il suo Corpo Mistico nella storia, ma apre questa verità all'universalità dell'amore.
La chiesa non potrà mai costruirsi dei nemici. Mai! Anche se li incontra nel suo cammino, perchè la verità che la chiesa dice scotta, tante volte, fa male, questo può condurla al martirio.
Ma la chiesa continuerà a dire . Guarda che io non farò mai del male, ti dirò sempre la verità anche se tu mi togli la vita.
Come facciamo in fretta a dividere il prossimo, chi sono i buoni, chi sono i cattivi, chi sta dalla mia parte, chi non lo è, e diventiamo ciechi nei confronti del bene che una persona può fare e delle sue buone intenzioni di fronte alle quali noi dobbiamo fare credito.
Quando questo non accade avvengono gli scandali di cui parla Gesù questa sera.
Oggi la parola scandalo è una parola molto gettonata, corre su un binario unico. Sono sempre gli altri che ci scandalizzano. Ma guarda un po', il primo grande scandalo, amici miei, di fronte al quale nessuno grida più di tanto, è il fatto che Dio diventa sempre più il grande sconosciuto. Questo è il primo scandalo, a partire dalla nostra vecchia, vecchissima Europa.
Il secondo scandalo ci tocca da vicino, che è poi una conseguenza, è il divorzio pratico tra quello che si dice e quello che si fa. Chi è fuori da questo scandalo ? ( Non certo io!)
E poi c'è un grande scandalo che oggi è globale, conseguenza del primo grande scandalo, ed è la mancanza di solidarietà tra le persone, tra le nazioni.
Il disamore come cancro devastante che non guarda in faccia a nessuno.
Da Om. D.D. La seconda lettura che abbiamo udita è quella dell'apostolo Giacomo ( Gc 5,1-6) è tra le più terribili della Bibbia . Soltanto forse il profeta Amos usa queste parole durissime. Parole che possono essere anche per noi urtanti. Ma noi abbiamo detto : rendiamo grazie a Dio dopo averle udite. “Ora a voi ricchi : piangete e gridate per le sciagure che cadranno su di voi. Le vostre ricchezze sono marce. Il salario che voi non avete pagato , grida. Vi siete ingrassati per il giorno della strage”. Chi parla così è un comunista. Ma l'apostolo Giacomo non è un comunista, è soltanto
un cristiano, non fa un discorso classista,mette soltanto in guardia chi è incurante dell'altro pensando solo a sé. Non dice tutti i ricchi, parla dei ricchi disonesti.
Scandali. Cosa possiamo fare noi con tutte le vicende politiche e anche delle banche? Credo che possiamo fare tanto. Intanto mettere ordine nel nostro comportamento. Le nostre mani così portate sempre a prendere, mai contenti, mai soddisfatti, tutti lì presi dalle nostre bramosie addomesticate. Sì, qualche cosa da tagliare c'è. I nostri occhi molto vigili sui nostri interessi e tante volte chiusi soltanto nei confronti del tuo vicino di casa. Qualche cosa possiamo fare nel nostro piccolo per reagire a questi scandali in cui siamo tutti immersi. Devo guardare al mio scandalo. Non mi basta più condannare quello degli altri.Suor Giuliana parlava del suo undicesimo comandamento laico : lo chiama così”non nominare la parola amore invano”. E l'amore è il nome di Dio, e l'amore è la comunione tra gli uomini. Non nominare la parola solidarietà, amore, invano. La parola Amore, vivila. Se credi nella solidarietà, vivila.
Questo è l'unico modo perchè gli scandali possano sparire attraverso la nostra alternativa che sarà molto piccola, ma certamente, agli occhi del Signore, molto grande.
Allora vedere il bene che c'è dovunque, dappertutto. Senza dire che tutto va bene, che tutte le religioni sono uguali, perchè non è vero. Poi guardare in faccia agli scandali chiamandoli per nome e immediatamente modificare, correggere i nostri comportamenti pratici.
La grande crisi che stiamo attraversando dipende dal fatto che Dio sta diventando sempre più il grande sconosciuto. Noi dobbiamo ribellarci e comportarci ovviamente di conseguenza.
S. FAUSTI - “Non impeditelo” dice Gesù ai suoi, gelosi di un tale che scaccia i demoni nel suo nome, ma senza essere del loro gruppo. Nel brano precedente (avevano discusso lungo la via chi fosse il più grande) i discepoli si dividevano tra loro in nome del proprio io.
Qui si dividono dagli altri in nome del proprio noi.
Il proprio nome, individuale o collettivo, è principio di divisione, solo il “Nome” che è quello di Gesù, è fattore di unità tra tutti.
Chi ama gode del bene altrui. L'egoista , invece, non gode del bene, ma solo del suo possesso, e gli fa male quello altrui. E' vittima dell'invidia, figlia dell'egoismo e madre dell'orgoglio.
Essa riduce la vita a un inferno, perchè produce una sofferenza proporzionale al bene, fino a una sofferenza infinita davanti al Bene Infinito.
Per essa entrò la morte nel mondo.
La vita infatti, essendo dono e amore, è tale in quanto non posseduta.
Egoismo, invidia e orgoglio possono essere in forma sia personale che collettiva.
Quest'ultima, molto più dannosa, è tanto macroscopica da riuscire invisibile all'individuo, che può continuare a vivere di dedizione, servizio e umiltà nel confronto del suo “noi” -come un bandito nei confronti della banda.
-I discepoli sono un “noi” ben definito e costituito. Ed è giusto che sia così.. L'uomo è anche bisogno di aggregazione e appartenenza visibile. Solo che questo “noi” invece di Gesù, ha al centro se stesso.
Si tratta di una comunità che fa a livello grande quel male al quale ognuno ha rinunciato a livello individuale.E' un protagonismo comunitario, che si verifica ogniqualvolta cerchiamo il “nostro”prestigio e non il servizio degli altri.
Ciò è evidenziato bene dalle parole di Giovanni : si vuol impedire del bene, perchè chi lo fa non segue “noi”...I discepoli pretendono di essere seguiti! E' importante sapere che la Chiesa non è fatta da chi segue “noi”, ma da chi ascolta e segue lui...
L'unità nostra è andare dietro a lui, che ci conduce fuori da tutti gli steccati e ci apre a tutti, cominciando proprio dai più lontani e dagli esclusi.
L'essere con lui, il Figlio, ci unisce al Padre e ai fratelli, e forma un “noi” che non si delimita con una siepe di proprietà, ma con una spinta interna di simpatia verso tutti...
Gesù fugge dalle folle e forma persone che possano fare un popolo.
E ognuno diventa persona nel suo rapporto indelegabile con lui, il Signore.
Nel nome di Gesù la chiesa abbraccia tutti e non esclude nessuno...
Ma chi esclude uno, esclude colui che si è fatto ultimo di tutti.
Oltre che non essere cattolico, non è neanche cristiano: non ha ancora lo Spirito del Figlio che, conoscendo l'amore del Padre, è morto per tutti i fratelli.
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