S. FAUSTI – Gesù sa che ognuno vuole e deve realizzarsi. Chi vi rinunciasse, sbaglierebbe, perchè l'uomo è ciò che diventa. Per questo dà i veri criteri. Alla brama di primeggiare nell'avere, nel potere e nell'apparire illusoria realizzazione e reale illusione di tutti! - egli sostituisce il desiderio di servire e accogliere il piccolo. Questa è la grandezza di Dio. Essendo amore, non afferma se stesso a spese dell'altro, ma lo promuove a sue spese ; non si serve dell'altro, ma lo serve , non lo spoglia di ciò che ha, ma si spoglia a suo favore, di tutto, anche di sé, considerandolo il proprio tutto. Essere povero, umile e piccolo è la caratteristica propria di Dio che ,divenuto Figlio dell'uomo, si è fatto ultimo di tutti e servo di tutti. La “minorità” capita così bene da San Francesco ,è il sommo valore umano, rivelazione piena del mistero di Dio. Il modello a cui il discepolo deve ispirarsi non è quello mondano della lotta per il dominio. Al centro della comunità nuova Gesù pone se stesso e un bambino in cui si identifica. Alla concorrenza per essere più grande, si sostituisce il gareggiare nella piccolezza e nell'accoglienza del piccolo. Gesù, il Figlio che conosce il Padre, propone a noi come criterio di realizzazione la sua piccolezza.
Da Om. D. D. - Gesù sta camminando con i suoi amici, come domenica scorsa. Stanno camminando verso la Galilea, dice l'evangelista Marco, ma sappiamo bene che la strada, la via, è la vita, la nostra vita, il nostro quotidiano. Per la seconda volta Gesù ripete quale sarà il prezzo da pagare per chi vuole amare fino alla fine. “ “Il Figlio dell'uomo sarà consegnato, ucciso, ma dopo risusciterà”. Come si diceva domenica scorsa : se vuoi amare devi patire. Gesù ripete per la seconda volta questa verità ; è come noi. Perchè certe volte ripetiamo sempre le stesse cose? Va beh, perchè entriamo nella dimenticanza, ma non è questo il problema. Noi ripetiamo le stesse cose perchè le riteniamo importanti o perchè i nostri ascoltatori sono stati disattenti e non le hanno capite bene o perchè non hanno nessuna voglia di stare a sentire. Esattamente come gli amici di Gesù i primi cristiani, perfetti sordomuti .”Non capivano ciò che Gesù diceva e non avevano nessuna voglia di chiedere spiegazioni”. Avevano chiuso l'interruttore della comunicazione con Gesù. Stanno camminando con Lui, lo stanno seguendo senza più ascoltarlo. Diamine, capita anche a me, sapete? Celebrare l'Eucaristia al mattino, incamminarmi nella mia giornata, fare le cose che devo fare , e poi a un certo punto accorgermi che non sto più ascoltando il Signore , ma che sto ascoltando qualcos'altro. Chi stanno ascoltando gli amici di Gesù? Che cosa stavano ascoltando ? Stanno ascoltando l'empietà. Gesù infatti pone la domanda : “Di che cosa stavate discutendo lungo la via mentre io parlavo e voi non ascoltavate? Di che cosa stavate discutendo lungo la via, nella vita di tutti i giorni, ovviamente? Via, strada, uguale quotidiano. E loro zitti. “E loro tacevano”, dice Marco. Per la via, nella vita, avevano infatti discusso, litigato, avevano litigato tra loro per capire chi tra loro era il più grande. Lotta per il potere tutt'ora in corso. Ecco l'empietà. L'empietà è questa che ci affascina enormemente. Oh, se ci affascina. Lotta per il potere, affermazione di sé fino al disprezzo per gli altri.Quando si parla con certe persone, giudizi sprezzanti su tutto e su tutti, perchè loro la sanno più lunga degli altri.Il nostro macroego che deve sempre aver ragione lui, che non sente ragioni quando c'è di mezzo la propria anche piccola superiorità. E questo purtroppo si vive e si insegna anche in tante famiglie. Oggi si insegna ad essere vincenti a qualsiasi costo, non ad essere amanti. Cari amici, ci imbottiscono dal mattino alla sera che dobbiamo essere assolutamente dei vincenti.
(continua)A nessuno frega più di tanto che tu possa essere nella vita un amante, uno che sa amare. Ma a Gesù sì, però. E' la logica dell'empietà . Discutevano, litigavano per la strada per capire chi era tra loro il più grande, il più emergente, quello che contava di più. Mentre Gesù aveva detto : guarda che se vuoi amare devi patire e forse anche morire. Gesù ...insegna ancora una volta la vita, meglio, insegna chi è Dio. “Se uno vuol essere il primo” è la parola che rivolge ai suoi amici sordomuti “ sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti”. Ecco l'unica terapia contro l'empietà e la cattiveria che ci insidia da ogni parte e che se non stiamo attenti crea contagio anche dentro di noi. Ma allora Gesù insegna ad essere dei perdenti? Per niente. Guardate, puoi essere un grande campione di calcio, puoi guadagnare miliardi, puoi essere un grande imprenditore, un professionista capace ed affermato, puoi essere un politico intelligente o una star di successo, e va bene se questa è la tua vocazione, ma ciò non toglie che la tua vita possa e debba essere vissuta come umile servizio e accoglienza a partire da quelli che hanno più bisogno come i bambini.. ma sì, puoi essere famoso, guadagnare, essere un professionista affermato famosissimo, una star che compare in televisione tutti i giorni; va bene se questa è la tua vocazione, ma questo non ti impedisce di vivere tutto come umile servizio al prossimo, non per vincere a tutti i costi, ma per amare di più. Gesù per far capire la cosa prende un bambino, lo mette in mezzo, lo abbraccia e si identifica con questo bambino, che era la persona che contava di meno ai tempi di Gesù. Gesù si nasconde in questo bambino, “ Chi accoglie questo bambino, accoglie me; e chi accoglie me accoglie il Padre che mi ha mandato”. Pensate, Dio , il primo, che diventa l'ultimo di tutti e il servo di tutti, e va a nascondersi nelle persone che contano di meno. Questo è pazzesco. Un Dio così è pazzesco. Ma è il Dio che ci annuncia Gesù.
3 commenti:
S. FAUSTI – Gesù sa che ognuno vuole e deve realizzarsi.
Chi vi rinunciasse, sbaglierebbe, perchè l'uomo è ciò che diventa.
Per questo dà i veri criteri.
Alla brama di primeggiare nell'avere, nel potere e nell'apparire
illusoria realizzazione e reale illusione di tutti! -
egli sostituisce il desiderio di servire e accogliere il piccolo.
Questa è la grandezza di Dio.
Essendo amore, non afferma se stesso a spese dell'altro, ma lo promuove a sue spese ; non si serve dell'altro, ma lo serve , non lo spoglia di ciò che ha, ma si spoglia a suo favore, di tutto, anche di sé, considerandolo il proprio tutto.
Essere povero, umile e piccolo è la caratteristica propria di Dio che ,divenuto Figlio dell'uomo, si è fatto ultimo di tutti e servo di tutti.
La “minorità” capita così bene da San Francesco ,è il sommo valore umano,
rivelazione piena del mistero di Dio.
Il modello a cui il discepolo deve ispirarsi non è quello mondano della lotta per il dominio.
Al centro della comunità nuova Gesù pone se stesso e un bambino in cui si identifica.
Alla concorrenza per essere più grande, si sostituisce il gareggiare nella piccolezza e nell'accoglienza del piccolo.
Gesù, il Figlio che conosce il Padre, propone a noi come criterio di realizzazione la sua piccolezza.
Da Om. D. D. - Gesù sta camminando con i suoi amici, come domenica scorsa. Stanno camminando verso la Galilea, dice l'evangelista Marco, ma sappiamo bene che la strada, la via, è la vita, la nostra vita, il nostro quotidiano. Per la seconda volta Gesù ripete quale sarà il prezzo da pagare per chi vuole amare fino alla fine.
“ “Il Figlio dell'uomo sarà consegnato, ucciso, ma dopo risusciterà”.
Come si diceva domenica scorsa : se vuoi amare devi patire.
Gesù ripete per la seconda volta questa verità ; è come noi. Perchè certe volte ripetiamo sempre le stesse cose? Va beh, perchè entriamo nella dimenticanza, ma non è questo il problema. Noi ripetiamo le stesse cose perchè le riteniamo importanti o perchè i nostri ascoltatori sono stati disattenti e non le hanno capite bene o perchè non hanno nessuna voglia di stare a sentire.
Esattamente come gli amici di Gesù i primi cristiani, perfetti sordomuti .”Non capivano ciò che Gesù diceva e non avevano nessuna voglia di chiedere spiegazioni”.
Avevano chiuso l'interruttore della comunicazione con Gesù. Stanno camminando con Lui, lo stanno seguendo senza più ascoltarlo.
Diamine, capita anche a me, sapete? Celebrare l'Eucaristia al mattino, incamminarmi nella mia giornata, fare le cose che devo fare , e poi a un certo punto accorgermi che non sto più ascoltando il Signore , ma che sto ascoltando qualcos'altro.
Chi stanno ascoltando gli amici di Gesù? Che cosa stavano ascoltando ? Stanno ascoltando l'empietà.
Gesù infatti pone la domanda : “Di che cosa stavate discutendo lungo la via mentre io parlavo e voi non ascoltavate? Di che cosa stavate discutendo lungo la via, nella vita di tutti i giorni, ovviamente?
Via, strada, uguale quotidiano.
E loro zitti. “E loro tacevano”, dice Marco.
Per la via, nella vita, avevano infatti discusso, litigato, avevano litigato tra loro per capire chi tra loro era il più grande. Lotta per il potere tutt'ora in corso. Ecco l'empietà. L'empietà è questa che ci affascina enormemente. Oh, se ci affascina.
Lotta per il potere, affermazione di sé fino al disprezzo per gli altri.Quando si parla con certe persone, giudizi sprezzanti su tutto e su tutti, perchè loro la sanno più lunga degli altri.Il nostro macroego che deve sempre aver ragione lui, che non sente ragioni quando c'è di mezzo la propria anche piccola superiorità. E questo purtroppo si vive e si insegna anche in tante famiglie.
Oggi si insegna ad essere vincenti a qualsiasi costo, non ad essere amanti. Cari amici, ci imbottiscono dal mattino alla sera che dobbiamo essere assolutamente dei vincenti.
(continua)A nessuno frega più di tanto che tu possa essere nella vita un amante, uno che sa amare.
Ma a Gesù sì, però.
E' la logica dell'empietà . Discutevano, litigavano per la strada per capire chi era tra loro il più grande, il più emergente, quello che contava di più. Mentre Gesù aveva detto : guarda che se vuoi amare devi patire e forse anche morire.
Gesù ...insegna ancora una volta la vita, meglio, insegna chi è Dio. “Se uno vuol essere il primo” è la parola che rivolge ai suoi amici sordomuti “ sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti”.
Ecco l'unica terapia contro l'empietà e la cattiveria che ci insidia da ogni parte e che se non stiamo attenti crea contagio anche dentro di noi.
Ma allora Gesù insegna ad essere dei perdenti? Per niente. Guardate, puoi essere un grande campione di calcio, puoi guadagnare miliardi, puoi essere un grande imprenditore, un professionista capace ed affermato, puoi essere un politico intelligente o una star di successo, e va bene se questa è la tua vocazione, ma ciò non toglie che la tua vita possa e debba essere vissuta come umile servizio e accoglienza a partire da quelli che hanno più bisogno come i bambini.. ma sì, puoi essere famoso, guadagnare, essere un professionista affermato famosissimo, una star che compare in televisione tutti i giorni; va bene se questa è la tua vocazione, ma questo non ti impedisce di vivere tutto come umile servizio al prossimo, non per vincere a tutti i costi,
ma per amare di più.
Gesù per far capire la cosa prende un bambino, lo mette in mezzo, lo abbraccia e si identifica con questo bambino, che era la persona che contava di meno ai tempi di Gesù.
Gesù si nasconde in questo bambino, “ Chi accoglie questo bambino, accoglie me; e chi accoglie me accoglie il Padre che mi ha mandato”. Pensate, Dio , il primo, che diventa l'ultimo di tutti e il servo di tutti, e va a nascondersi nelle persone che contano di meno.
Questo è pazzesco. Un Dio così è pazzesco. Ma è il Dio che ci annuncia Gesù.
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