giovedì 4 febbraio 2021

B - 5 DOMENICA T.O.




 

4 commenti:

immagini,omelie e preghiere ha detto...

LETTURA DEL GIORNO
Prima Lettura

Dal libro di Giobbe
Gb 7,1-4.6-7

Giobbe parlò e disse: «L'uomo non compie forse un duro servizio sulla terra e i suoi giorni non sono come quelli d'un mercenario? Come lo schiavo sospira l'ombra e come il mercenario aspetta il suo salario, così a me sono toccati mesi d'illusione e notti di affanno mi sono state assegnate. Se mi corico dico: "Quando mi alzerò?". La notte si fa lunga e sono stanco di rigirarmi fino all'alba. I miei giorni scorrono più veloci d'una spola, svaniscono senza un filo di speranza. Ricòrdati che un soffio è la mia vita: il mio occhio non rivedrà più il bene».


SALMO 146


1 RISANACI, SIGNORE, DIO DELLA VITA!
Lodate il Signore:
è bello cantare al nostro Dio,
dolce è lodarlo come a lui conviene.
2 Il Signore ricostruisce Gerusalemme,
raduna i dispersi d'Israele.
3 Risana i cuori affranti
e fascia le loro ferite;
4 egli conta il numero delle stelle
e chiama ciascuna per nome.
5 Grande è il Signore, onnipotente,
la sua sapienza non ha confini.
6 Il Signore sostiene gli umili
ma abbassa fino a terra gli empi.

Seconda Lettura

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
1Cor 9,16-19.22-23

Fratelli, annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo! Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato. Qual è dunque la mia ricompensa? Quella di annunciare gratuitamente il Vangelo senza usare il diritto conferitomi dal Vangelo. Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero. Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno. Ma tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe anch'io.

VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 1,29-39

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.
PAROLA del SIGNORE


PAROLE DEL SANTO PADRE
La folla, segnata da sofferenze fisiche e da miserie spirituali, costituisce, per così dire, “l’ambiente vitale” in cui si attua la missione di Gesù, fatta di parole e di gesti che risanano e consolano. Gesù non è venuto a portare la salvezza in un laboratorio; non fa la predica da laboratorio, staccato dalla gente: è in mezzo alla folla! In mezzo al popolo! Pensate che la maggior parte della vita pubblica di Gesù è passata sulla strada, fra la gente, per predicare il Vangelo, per guarire le ferite fisiche e spirituali. (Angelus del 4 febbraio 2018)

immagini,omelie e preghiere ha detto...

FAUSTI - “E serviva loro” dice Marco della suocera di Pietro guarita.E' il primo miracolo, indubbiamente il più insignificante.Ci si aspetterebbe che all'inizio si racconti qualcosa di più sensazionale. Ma la cosa è istruttiva.
I miracoli di Gesù non sono spettacolo di potenza.Sono invece dei segni che rivelano da una parte la misericordia – una debolezza che Lo porterù fino alla croce - e dall'altra ciò che vuol compiere in noi per farci uomini nuovi, a Sua immagine.

I primi due , la suocera e il lebbroso, sono guarigioni globali che indicano lo Spirito nuovo e la vita nuova che Lui ci dona. Gli altri che seguono illustrano le varie guarigioni specifiche delle nostre membra e facoltà : i piedi per camminare dietro Lui, le mani per ricevere e donare come Lui, l'orecchio per ascoltare la Verità, la lingua per comunicare noi stessi, l'occhio per vedere la realtà davanti alla quale siamo ciò che siamo.

Al centro c'è il miracolo della fede,un toccare che sana la vita e libera dalla morte ( 5,21-45).
I miracoli sono tutti nella prima parte del Vangelo,e culminano nel cieco di Betsaida, che sarà illuminato due volte, come dovrà esserlo anche Pietro per vedere in Gesù oltre il Cristo, anche il Figlio di Dio.
Nella seconda parte c'è solo la guarigione del cieco di Gerico, prima dell'ingresso in Gerusalemme.E' il dono dell'illuminazione battesimale, che mi fa vedere chi è Lui per me e chi sono io per Lui, nel Suo Mistero di morte per me.
La piccolezza del segno è tutta a vantaggio della grandezza del significato.
Con questo piccolissimo segno l'Evangelista ci dà il significato di tutti i miracoli : sono delle guarigioni che Gesù opera per restituire a ciascuno di noi la capacità di servire, che è la nostra somiglianza con Dio.
Lui stesso è Figlio in quanto Servo .
Il vero miracolo che è venuto a compiere sulla terra , non è nulla di strabiliante : è darci la capacità di amare, cioè di servire.
Gesù è il Medico.
Con la Sua Parola libera dallo spirito del male , e col Suo contatto dà la capacità del bene. E' venuto per ridarci la pienezza di vita e restituirci il nostro volto di figli.
Il discepolo è rappresentato dalla suocera, a letto con la febbre, incapace di servire e costretta a farsi servire o servirsi degli altri.
Il primo miracolo del Vangelo, sarà l'ultimo a realizzarsi.
Buona regola dire da principio ciò verso cui si sta andando!

immagini,omelie e preghiere ha detto...

Ns Diacono Ing. Lodovico Giarlotto

2° lettura. Paolo predica il Vangelo con gioia, con libertà, con donazione totale perché Gesù ha detto: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt 10,8). Compare, in Paolo, anche il ministero della carità verso i deboli nella fede: “Pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti … Mi sono fatto tutto a tutti per guadagnarne il maggior numero … Tutto io faccio per il Vangelo” (vv.19-23). Le parole di Paolo sono un appello al credente perché viva la sua testimonianza in pienezza di fede e d’amore.
Vangelo. Nel Vangelo di oggi, Gesù si confronta con il male. Non cerca e non dà spiegazioni, non si chiede perché nel mondo esistano disgrazie, malattie e dolori. Di fronte ai drammi l’unica cosa da fare è mettersi a fianco di chi soffre e lottare contro il male. In tre quadretti Marco presenta l’intervento liberatore di Gesù. Nel primo riporta la guarigione della suocera di Pietro (vv. 29-31). Il fatto è riferito in modo conciso; è il più breve racconto di miracoli ma tutti i dettagli sono significativi. Anzitutto c’è il comportamento dei discepoli che, di fronte a una difficoltà che non sanno affrontare, fanno la scelta di parlarne con Gesù. E’ ciò che noi, fedeli, siamo invitati a fare: prima di tentare di risolvere un problema, prima di imbastire risposte e proporre soluzioni, dobbiamo parlarne con Gesù. Poi, quando gli parlano della malata, Gesù le si accosta. Anche il discepolo non può ignorare il male aspettando che siano gli altri ad affrontare i problemi. Chi ha assimilato i pensieri e i sentimenti di Gesù si fa prossimo di chiunque è vittima di situazioni dolorose. Segue il dettaglio più importante: Gesù prende per mano la suocera di Pietro e la solleva. Il cristiano è chiamato a ripetere i gesti del Maestro. Ecco il segno che caratterizza chi è stato rimesso in piedi da Gesù: il servizio ai fratelli. Finché questo non accade, la guarigione è ancora incompleta.
Nella seconda scena, Gesù cura ogni sorta di malattie ma non consente che sia divulgato ciò che fa perché non vuole che sorgano equivoci sulla sua identità e missione. Il suo obiettivo è indicare ai discepoli il mondo nuovo e l’opera che sono chiamati a svolgere. In lui è possibile scorgere la risposta di Dio al problema del male: ode il lamento e viene a condividere la nostra condizione fatta di sofferenza e dolore.
Nell’ultima parte (vv. 35-39) troviamo Gesù in preghiera. Egli è uscito di casa e, nella quiete della notte, si è rivolto al Padre con la preghiera. Al mattino, i discepoli, trovatolo, esclamano:”Tutti ti cercano!”. Gesù rifiuta di lasciarsi coinvolgere nei loro progetti e li invita ad “andare altrove”, con lui, per realizzare ovunque ciò che ha operato a Cafarnao. Dio non si sostituisce all’uomo: lo guida con la luce della sua Parola, lo accompagna con la sua presenza, ma vuole che sia l’uomo ad agire e a combattere il male.

immagini,omelie e preghiere ha detto...

Deacon Eng. L.Giarlotto

2nd Reading. Paul preaches the Gospel with joy, with freedom, with total donation because Jesus said: "Freely you have received, freely give" (Mt 10,8). In Paul, the ministry of charity towards the weak in faith also appears: "Although I was free of all, I made myself the servant of all ... I made myself the servant of all in order to gain the greatest number ... I do everything for the sake of the Gospel" (vv.19-23). Paul's words are an appeal to the believer to live his testimony in fullness of faith and love.
Gospel. In today's Gospel, Jesus confronts Himself with evil. He does not look for and does not give explanations, he does not ask why misfortune, sickness and pain exist in the world. Faced with dramas, the only thing to do is to stand beside those who suffer and fight against evil. In three pictures Mark presents the liberating intervention of Jesus. In the first one he reports the healing of Peter's mother-in-law (vv. 29-31). The fact is reported in a concise way; it is the shortest account of miracles but all the details are significant. First of all, there is the behavior of the disciples who, faced by a difficulty they do not know how to face, choose to talk to Jesus about it. This is what we, the faithful, are invited to do: before attempting to solve a problem, before proposing answers and solutions, we must talk to Jesus. Then, when they tell Him about the sick woman, Jesus approaches her. Even the disciple cannot ignore the evil by waiting for others to deal with the problems. Those who have assimilated the thoughts and feelings of Jesus become neighbors to anyone who is a victim of painful situations. The most important detail follows: Jesus takes Peter's mother-in-law by the hand and lifts her up. The Christian is called to repeat the gestures of the Master. Here is the sign that characterizes those who have been put on their feet by Jesus: service to the brothers. Until this happens, the healing is still incomplete.
In the second scene, Jesus cures all sorts of diseases but does not allow what He does to be disclosed because He does not want misunderstandings to arise about His identity and mission. His goal is to show to the disciples the new world and the work they are called to do. In Him it is possible to see God's answer to the problem of evil: He hears the lament and comes to share our condition of suffering and pain.
In the last part (vv. 35-39) we find Jesus praying. He has left home and, in the stillness of the night, has turned to the Father in prayer. In the morning, the disciples found Him, and exclaimed: "Everyone is looking for you!". Jesus refuses to get involved in their plans and invites them to "go elsewhere", with Him, to carry out everywhere what He did in Capernaum. God does not replace man: He guides him with the light of His Word, accompanies him with His presence, but He wants man to act and fight evil.

B - PENTECOSTE