venerdì 29 gennaio 2021

B - 4 DOMENICA T.O.




 

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Prima Lettura
Deuterònomio 18,15-20

Mosè parlò al popolo dicendo: «Il Signore, tuo Dio, susciterà per te, in mezzo a te, tra i tuoi fratelli, un profeta pari a me. A lui darete ascolto. Avrai così quanto hai chiesto al Signore, tuo Dio, sull'Oreb, il giorno dell'assemblea, dicendo: "Che io non oda più la voce del Signore, mio Dio, e non veda più questo grande fuoco, perché non muoia". Il Signore mi rispose: "Quello che hanno detto, va bene. Io susciterò loro un profeta in mezzo ai loro fratelli e gli porrò in bocca le mie parole ed egli dirà loro quanto io gli comanderò. Se qualcuno non ascolterà le parole che egli dirà in mio nome, io gliene domanderò conto. Ma il profeta che avrà la presunzione di dire in mio nome una cosa che io non gli ho comandato di dire, o che parlerà in nome di altri dèi, quel profeta dovrà morire"».

Parola di Dio

Salmo 94

R. Ascoltate oggi la voce del Signore.
Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia. R.

Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce. R.

Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere». R.

Seconda Lettura
1 Corìnzi 7,32-35

Fratelli, io vorrei che foste senza preoccupazioni: chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore; chi è sposato invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla moglie, e si trova diviso! Così la donna non sposata, come la vergine, si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa nel corpo e nello spirito; la donna sposata invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere al marito. Questo lo dico per il vostro bene: non per gettarvi un laccio, ma perché vi comportiate degnamente e restiate fedeli al Signore, senza deviazioni.

Parola di Dio
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.

Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte
una luce è sorta. (Mt 4,16)

Alleluia.


Dal Vangelo secondo Marco 1,21-28

In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.

Parola del Signore


PAROLE DEL SANTO PADRE
La potenza di Gesù conferma l’autorevolezza del suo insegnamento. Egli non pronuncia solo parole, ma agisce. Così manifesta il progetto di Dio con le parole e con la potenza delle opere. Nel Vangelo, infatti, vediamo che Gesù, nella sua missione terrena, rivela l’amore di Dio sia con la predicazione sia con innumerevoli gesti di attenzione e soccorso ai malati, ai bisognosi, ai bambini, ai peccatori. Gesù è il nostro Maestro, potente in parole e opere. Gesù ci comunica tutta la luce che illumina le strade, a volte buie, della nostra esistenza; ci comunica anche la forza necessaria per superare le difficoltà, le prove, le tentazioni. Pensiamo a quale grande grazia è per noi aver conosciuto questo Dio così potente e così buono! Un maestro e un amico, che ci indica la strada e si prende cura di noi, specialmente quando siamo nel bisogno. (Angelus, 28 gennaio 2018)

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FAUSTI -
La Parola, principio della creazione, è pure principio della redenzione ,Essa, come ha il potere di chiamarci a seguirlo, ha anche quello di sconfiggere lo spirito del male che è in noi. .“ Taci”, dice Gesù allo spirito immondo. Si può dire che tutto il Vangelo è un esorcismo : è una “logoterapia”, in cui la Parola, raccontandoci la nostra verità, ci guarisce dalla menzogna e ci restituisce la nostra identità di figli del Padre e di fratelli tra di noi. Marco dopo averci detto chi è quel Gesù che ci invita dietro a Lui, ora ci dice in sintesi cosa fa per noi :
con la forza della Sua Parola ci libera dal male (21-28) e ci fa liberi per il bene (29-31) .
Nella cornice artificiale di un giorno di sabato – per chi incontra e segue Lui inizia il sabato senza tramonto ! - ci viene offerto un quadro della Sua attività, il Suo programma Messianico nella prima giornata Messianica.
La Parola di Gesù ha il potere di muovere pure noi a seguirlo, come ha fatto con i quattro primi discepoli ; e il primo effetto che ha su di noi che Lo seguiamo, è proprio quello di liberarci dallo spirito del male.
L'esorcismo è incluso nella duplice menzione dell'autorità della Parola di Gesù.
Posto all'inizio, l'esorcismo ha valore programmatico : tutta l'attività di Gesù ha come fine di
liberare l'uomo dallo spirito del male, che lo tiene schiavo. E' chiamato spirito immondo – per Israele immondo è tutto ciò che ha attinenza con la morte.
E' il contrario dello Spirito di Dio, amante della vita (Sap 11,26).
Per Marco è innanzitutto il tentatore proprio in quanto ruba la Parola , sostituendo nell'uomo la Parola di Dio, che lo fa Suo figlio, con la menzogna che lo allontana da Lui, sua vita.
Satana ha il suo volto visibile nella ricchezza che seduce , è il dio mammona.
Negli esorcismi è descritto come colui che possiede, estranea e tortura l'uomo. E' chiamato satana, diavolo, il maligno, il tentatore, il principe delle tenebre, il padre della menzogna (Gv 8,44).
E' il principe di questo mondo (Gv 14,30) ; ha il suo regno ed è forte ; anzi, dopo il peccato, tutto è posto nelle sue mani.
Abbandonata la sorgente del proprio io, l'uomo si scava a fatica cisterne, cisterne screpolate, che non tengono acqua, se non morta (Geremia 2,13).
Persa la propria identità, la cerca in ciò che sempre più lo aliena da sé : l'avere, il potere, l'apparire.
Da qui la crescente insoddisfazione e disistima di sé, la solitudine, l'angoscia mortale, il desiderio di salvarsi, le brame incolmabili, l'egoismo insaziabile, le ingiustizie, le guerre e il resto.
Tutto questo male, una volta compiuto, rimane, si solidifica e organizza in strutture moltiplicatrici di iniquità – vere macchine di oppressione, di cui l'uomo, loro fattore, si fa ingranaggio.
Alla fine egli vi resta imprigionato come un baco nel bozzolo che egli stesso ha fatto.
Ma questo male indebito non è la situazione nostra definitiva.
Gesù è venuto a defatalizzare la storia e a restituircela nelle nostre mani.
Egli ci libera con la Parola di Verità, capace di zittire la menzogna che sta all'origine della nostra schiavitù, mostrandoci la realtà nostra di figli e quella di Dio che è Padre.
Per questo gli esorcismi sono il segno della venuta del Regno, la fine della schiavitù dell'uomo.
Non riconoscerlo è mentire all'evidenza ,è il peccato contro lo Spirito Santo (3,26-30).
La morte di Cristo in croce da sconfitto per amore di chi Lo uccide, sarà l'esorcismo definitivo : rivelando chi è Dio per l'uomo, sarà vinta definitivamente la menzogna di satana.

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Diac. Lodo. Giarlotto - Dopo la chiamata dei primi quattro discepoli (vedi domenica scorsa) Gesù fissa la residenza a Cafarnao e comincia a insegnare e a operare guarigioni. La prima che Marco racconta rappresenta la sintesi di tutta l’opera di Gesù in favore dell’uomo. E’ sabato, la gente va alla sinagoga e Gesù, com’è suo solito, si unisce al suo popolo e si alza per fare le letture cui fa seguire la spiegazione del testo. Al termine dell’omelia accade un episodio drammatico. Un uomo posseduto da uno spirito immondo comincia a inveire contro Gesù. Il demonio apre le ostilità (è sempre chi si sente più debole che attacca) perché si è reso conto che è giunto l’uomo forte, capace di far crollare il suo regno e, spaventato, urla due domande: “Che c’entri con noi? Sei venuto a rovinarci?”. Il pronome plurale non sorprende perché sono molte le forze che tengono l’uomo lontano da Dio e sono molti i poteri che si sentono minacciati dalle parole di Gesù. Gesù non gli risponde ma impartisce due ordini tassativi: “Taci! Esci!”. Lo spirito immondo gli obbedisce e tutti i presenti, meravigliati, si rendono conto che in mezzo a loro è sorto un profeta che annuncia una dottrina nuova, una parola che ha in sé la forza di Dio, che ha autorità, cioè realizza ciò che dice.
Quando compare Gesù, tutto cambia, si compie una trasformazione prodigiosa nell’uomo, perché egli parla con autorità e la reazione dell’indemoniato è violenta, non accetta passivamente l’ordine, resiste, comincia a gridare perché vuole perpetuare il dominio sulla sua vittima. Questa lotta rappresenta la ribellione delle forze del male, dei demoni che si trovano nell’uomo, nella società, nelle ideologie. Nell’indemoniato che sta buono fino allo scontro con Gesù, si può cogliere la capacità degli scribi, e di molti cristiani, di ammansire il protagonista del male con i cedimenti allo spirito del mondo e all’ipocrisia. Finché questo dura, nel cristiano e nella Chiesa, il maligno tace e lascia fare; quando invece si alza una voce profetica, quando viene offerta una testimonianza autentica di fede e carità, allora egli si ribella e mobilita tutte le energie che possiede.
C’è da chiedersi se noi, oggi, cogliamo ancora la sensazione di novità, di “buona notizia”, che ci viene dal Vangelo, oppure consumiamo la proposta senza distinguerla dalle tante che ogni giorno ci sono fatte.

B - PENTECOSTE