L'onda del cuore, quando si gonfia in silenzio seguendo lo sguardo, tu non farla decrescere, Madre, non attenuare l'affetto ma con le tue diafane palme sospingi quest'onda verso di me Lui te l'ha chiesto. Sono Giovanni, il pescatore. Ben poco v'è in me che tu possa amare. Sento ancora : In riva al lago, sotto i piedi la ghiaia sottile - e a un tratto – Lui. Ormai tu in me non cogli il Suo mistero pur se m'intreccio ai tuoi pensieri dolcemente come mirto. Ma Lui ha voluto che ti chiamassi “Madre”, E io prego che così sia e la parola non perda valore per te. E' veramente arduo scandagliare le parole il cui significato Egli ha infuso in noi due perché in esse si celi tutto l'amore antico.
S. FAUSTI- Il Vangelo è Gesù Cristo, Figlio di Dio. Gesù, quindi, proclamando il Vangelo, proclama se stesso. Egli dice la Parola ed è insieme la Parola detta. Per questo essa è viva ed efficace, capace di muovere noi come i primi discepoli. E' giunto il momento decisivo della storia, perchè è arrivato il Regno di Dio. Il Regno di Dio, capovolgimento del regno dell'uomo, che già conosciamo bene, come suscita le nostre speranze, interpella anche la nostra libertà. La proposta di Gesù diventa subito responsabilità di una mia risposta. Il Regno è già venuto per Sua iniziativa, ma l'ingresso è riservato alla mia libertà. Conversione è volgersi a Lui, iniziando dietro di Lui il Suo stesso cammino. In tutte le religioni l'uomo cerca Dio, nel cristianesimo invece è Dio che cerca l'uomo. La Sua proposta è diretta e personale : Lui stesso, per iniziativa del Suo Amore, chiede a me di andargli dietro. La Sua domanda e la nostra risposta sono i due elementi costitutivi della fede, ambedue immediati e non delegabili. Nessuno può chiamarmi al posto Suo e nessuno può rispondere al posto mio. Lui si impegna per primo a stare con me, e io mi impegno a stare con Lui. Gli altri possono essere di aiuto o di mediazione previa, lo stesso annuncio mi deve portare a incontrare Lui. Per questo bisogna guardarsi dal cristianesimo come ideologia. La fede è una concreta relazione con Lui, un'amorosa appartenenza reciproca, un gioioso essere l'uno dell'altro. Il racconto contiene due scene parallele di chiamata e risposta ,che, come per i primi, valgono per tutti i discepoli. Un percorso lo si capisce solo quando si è fatto, non prima. All'inizio c'è sempre un atto di fiducia – non cieco, ma ben motivato e ragionevole - nella persona che si segue. Per chi cammina verso la libertà, Gesù è Luce che illumina la notte : per chi rimane nella schiavitù, è nuvola oscura. Lui passa in cerca di noi, ci vede e ci chiama ; noi vediamo, ascoltiamo, comprendiamo, siamo conquistati e rispondiamo lasciando tutto , seguendolo e andando dietro a Lui. La molla di questo dinamismo non può essere che la grande gioia di chi trova il tesoro , incomparabilmente più prezioso e più bello di tutto ciò che lascia. La fede cristiana è un paio di piedi per seguire Gesù, perché si è presi da Lui, l'Amore assoluto, che vale più di tutte le cose, degli affetti e della stessa vita. Amarlo è l'ingresso nel Regno, la Vita eterna, la realizzazione piena dell'uomo come partner di Dio.
DIACONO LODOVICO GIARLOTTO - Il tempo dell’attesa è finito, ed è giunto il regno di Dio. Il contenuto del messaggio è Vangelo, una buona notizia che suscita in chi l’ascolta una grande gioia. Ci sono due condizioni per poterne fare l’esperienza: convertirsi e credere. Convertirsi non significa fare il proposito di evitare un peccato ma è la decisione di cambiare radicalmente il modo di vedere Dio, l’uomo, il mondo, la storia. C’è speranza per tutti anche per il peccatore incallito perché da Dio non è considerato un rifiuto bensì un figlio. La seconda parte del brano introduce la chiamata dei primi quattro discepoli che non stanno facendo cose importanti ma semplicemente svolgendo il loro lavoro. Dio non si rivolge ai perdigiorno, alle persone senza ideali ma a chi è pienamente inserito nel suo contesto sociale economico e familiare. L’adesione non è un ripiego o una consolazione. Fin dall’inizio Gesù si presenta come un maestro diverso da quelli del suo tempo. Il Maestro non vuole discepoli che lo cerchino per imparare una lezione, come avveniva in quei tempi ma persone che camminino con lui, che condividano le sue scelte di vita. I primi quattro discepoli rispondono immediatamente alla vocazione, hanno fiducia in Gesù e lo seguono, anche se la meta è ancora imprecisata e il destino al quale sono chiamati sarà chiarito solo in seguito. La risposta alla chiamata deve essere sollecita, il distacco dai beni e dagli affetti totale e immediato, nulla può impedire di seguirlo. Tutto deve essere sacrificato se è in contrasto con la vita nuova alla quale Gesù chiama.
3 commenti:
Karol WOJTYLA - POESIE -LA DOMANDA DI GIOVANNI
L'onda del cuore, quando si gonfia
in silenzio seguendo
lo sguardo,
tu non farla decrescere, Madre, non attenuare l'affetto
ma con le tue diafane palme sospingi quest'onda
verso di me
Lui te l'ha chiesto.
Sono Giovanni, il pescatore. Ben poco v'è in me
che tu possa amare.
Sento ancora : In riva al lago, sotto i piedi
la ghiaia sottile -
e a un tratto – Lui.
Ormai tu in me non cogli il Suo mistero
pur se m'intreccio ai tuoi pensieri dolcemente come mirto.
Ma Lui ha voluto che ti chiamassi “Madre”,
E io prego che così sia e la parola non perda valore
per te.
E' veramente arduo scandagliare le parole
il cui significato Egli ha infuso in noi due
perché in esse si celi tutto l'amore antico.
S. FAUSTI- Il Vangelo è Gesù Cristo, Figlio di Dio. Gesù, quindi, proclamando il Vangelo, proclama se stesso. Egli dice la Parola ed è insieme la Parola detta. Per questo essa è viva ed efficace, capace di muovere noi come i primi discepoli.
E' giunto il momento decisivo della storia, perchè è arrivato il Regno di Dio.
Il Regno di Dio, capovolgimento del regno dell'uomo, che già conosciamo bene, come suscita le nostre speranze, interpella anche la nostra libertà. La proposta di Gesù diventa subito responsabilità di una mia risposta.
Il Regno è già venuto per Sua iniziativa, ma l'ingresso è riservato alla mia libertà.
Conversione è volgersi a Lui, iniziando dietro di Lui il Suo stesso cammino.
In tutte le religioni l'uomo cerca Dio, nel cristianesimo invece è Dio che cerca l'uomo.
La Sua proposta è diretta e personale : Lui stesso, per iniziativa del Suo Amore, chiede a me di andargli dietro.
La Sua domanda e la nostra risposta sono i due elementi costitutivi della fede, ambedue immediati e non delegabili. Nessuno può chiamarmi al posto Suo e nessuno può rispondere al posto mio.
Lui si impegna per primo a stare con me, e io mi impegno a stare con Lui.
Gli altri possono essere di aiuto o di mediazione previa, lo stesso annuncio mi deve portare a incontrare Lui. Per questo bisogna guardarsi dal cristianesimo come ideologia.
La fede è una concreta relazione con Lui, un'amorosa appartenenza reciproca, un gioioso essere l'uno dell'altro.
Il racconto contiene due scene parallele di chiamata e risposta ,che, come per i primi, valgono per tutti i discepoli. Un percorso lo si capisce solo quando si è fatto, non prima. All'inizio c'è sempre un atto di fiducia – non cieco, ma ben motivato e ragionevole - nella persona che si segue.
Per chi cammina verso la libertà, Gesù è Luce che illumina la notte : per chi rimane nella schiavitù, è nuvola oscura.
Lui passa in cerca di noi, ci vede e ci chiama ; noi vediamo, ascoltiamo, comprendiamo, siamo conquistati e rispondiamo lasciando tutto , seguendolo e andando dietro a Lui.
La molla di questo dinamismo non può essere che la grande gioia di chi trova il tesoro , incomparabilmente più prezioso e più bello di tutto ciò che lascia.
La fede cristiana è un paio di piedi per seguire Gesù, perché si è presi da Lui, l'Amore assoluto, che vale più di tutte le cose, degli affetti e della stessa vita.
Amarlo è l'ingresso nel Regno, la Vita eterna, la realizzazione piena dell'uomo come partner di Dio.
DIACONO LODOVICO GIARLOTTO - Il tempo dell’attesa è finito, ed è giunto il regno di Dio. Il contenuto del messaggio
è Vangelo, una buona notizia che suscita in chi l’ascolta una grande gioia. Ci sono due condizioni per
poterne fare l’esperienza: convertirsi e credere. Convertirsi non significa fare il proposito di evitare un
peccato ma è la decisione di cambiare radicalmente il modo di vedere Dio, l’uomo, il mondo, la storia. C’è
speranza per tutti anche per il peccatore incallito perché da Dio non è considerato un rifiuto bensì un figlio.
La seconda parte del brano introduce la chiamata dei primi quattro discepoli che non stanno
facendo cose importanti ma semplicemente svolgendo il loro lavoro. Dio non si rivolge ai perdigiorno, alle
persone senza ideali ma a chi è pienamente inserito nel suo contesto sociale economico e familiare.
L’adesione non è un ripiego o una consolazione. Fin dall’inizio Gesù si presenta come un maestro diverso da
quelli del suo tempo. Il Maestro non vuole discepoli che lo cerchino per imparare una lezione, come
avveniva in quei tempi ma persone che camminino con lui, che condividano le sue scelte di vita. I primi
quattro discepoli rispondono immediatamente alla vocazione, hanno fiducia in Gesù e lo seguono, anche se
la meta è ancora imprecisata e il destino al quale sono chiamati sarà chiarito solo in seguito. La risposta alla
chiamata deve essere sollecita, il distacco dai beni e dagli affetti totale e immediato, nulla può impedire di
seguirlo. Tutto deve essere sacrificato se è in contrasto con la vita nuova alla quale Gesù chiama.
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