venerdì 14 giugno 2024

B - 11 DOMENICA T.O.



 

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Antifona

Ascolta, o Signore, la mia voce: a te io grido.
Sei tu il mio aiuto: non lasciarmi,
non abbandonarmi, Dio della mia salvezza. (Sal 26,7.9)

O Dio, fortezza di chi spera in te,
ascolta benigno le nostre invocazioni,
e poiché nella nostra debolezza nulla possiamo senza il tuo aiuto,
soccorrici sempre con la tua grazia,
perché fedeli ai tuoi comandamenti
possiamo piacerti nelle intenzioni e nelle opere.
O Padre,
che spargi nei nostri cuori
il seme del tuo regno di verità e di grazia,
concedici di accoglierlo con fiducia
e coltivarlo con pazienza,
per portare frutti di giustizia nella nostra vita.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura
Io innalzo l’albero basso.

Dal libro del profeta Ezechièle
Ez 17,22-24

Così dice il Signore Dio:
«Un ramoscello io prenderò dalla cima del cedro,
dalle punte dei suoi rami lo coglierò
e lo pianterò sopra un monte alto, imponente;
lo pianterò sul monte alto d’Israele.
Metterà rami e farà frutti
e diventerà un cedro magnifico.
Sotto di lui tutti gli uccelli dimoreranno,
ogni volatile all’ombra dei suoi rami riposerà.
Sapranno tutti gli alberi della foresta
che io sono il Signore,
che umilio l’albero alto e innalzo l’albero basso,
faccio seccare l’albero verde e germogliare l’albero secco.
Io, il Signore, ho parlato e lo farò».

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Dal Sal 91 (92)

R. È bello rendere grazie al Signore.

È bello rendere grazie al Signore
e cantare al tuo nome, o Altissimo,
annunciare al mattino il tuo amore,
la tua fedeltà lungo la notte. R.

Il giusto fiorirà come palma,
crescerà come cedro del Libano;
piantati nella casa del Signore,
fioriranno negli atri del nostro Dio. R.

Nella vecchiaia daranno ancora frutti,
saranno verdi e rigogliosi,
per annunciare quanto è retto il Signore,
mia roccia: in lui non c’è malvagità. R.

Seconda Lettura
Sia abitando nel corpo sia andando in esilio, ci sforziamo di essere graditi al Signore.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
2Cor 5,6-10

Fratelli, sempre pieni di fiducia e sapendo che siamo in esilio lontano dal Signore finché abitiamo nel corpo – camminiamo infatti nella fede e non nella visione –, siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo e abitare presso il Signore.
Perciò, sia abitando nel corpo sia andando in esilio, ci sforziamo di essere a lui graditi.
Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, per ricevere ciascuno la ricompensa delle opere compiute quando era nel corpo, sia in bene che in male.

Parola di Dio.

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Il seme è la parola di Dio,
il seminatore è Cristo:
chiunque trova lui, ha la vita eterna.

Alleluia.
Vangelo
È il più piccolo di tutti i semi, ma diventa più grande di tutte le piante dell’orto.

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 4,26-34

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

Parola del Signore.

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PAPA FRANCESCO

ANGELUS 13 giugno 2021

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Le parabole che oggi ci presenta la Liturgia – due parabole – si ispirano proprio alla vita ordinaria e rivelano lo sguardo attento di Gesù, che osserva la realtà e, mediante piccole immagini quotidiane, apre delle finestre sul mistero di Dio e sulla vicenda umana. Gesù parlava in modo facile da capire, parlava con immagini della realtà, della vita quotidiana. Così, ci insegna che anche le cose di ogni giorno, quelle che a volte sembrano tutte uguali e che portiamo avanti con distrazione o fatica, sono abitate dalla presenza nascosta di Dio, cioè hanno un significato. Allora, abbiamo bisogno pure noi di occhi attenti, per saper “cercare e trovare Dio in tutte le cose”.

Gesù oggi paragona il Regno di Dio, cioè la sua presenza che abita il cuore delle cose e del mondo, al granello di senape, cioè al seme più piccolo che ci sia: è piccolissimo. Eppure, gettato in terra, esso cresce fino a diventare l’albero più grande ( Mc 4,31-32). Così fa Dio. A volte, il frastuono del mondo, insieme alle tante attività che riempiono le nostre giornate, ci impediscono di fermarci e di scorgere in quale modo il Signore conduce la storia. Eppure – assicura il Vangelo – Dio è all’opera, al modo di un piccolo seme buono, che silenziosamente e lentamente germoglia. E, piano piano, diventa un albero rigoglioso, che dà vita e ristoro a tutti. Anche il seme delle nostre opere buone può sembrare poca cosa; eppure, tutto ciò che è buono, appartiene a Dio e dunque umilmente, lentamente porta frutto. Il bene – ricordiamolo – cresce sempre in modo umile, in modo nascosto, spesso invisibile.

Cari fratelli e sorelle, con questa parabola Gesù vuole infonderci fiducia. In tante situazioni della vita, infatti, può capitare di scoraggiarci, perché vediamo la debolezza del bene rispetto alla forza apparente del male. E possiamo lasciarci paralizzare dalla sfiducia quando constatiamo che ci siamo impegnati, ma i risultati non arrivano e le cose sembrano non cambiare mai. Il Vangelo ci chiede uno sguardo nuovo su noi stessi e sulla realtà; chiede di avere occhi più grandi, che sanno vedere oltre, specialmente oltre le apparenze, per scoprire la presenza di Dio che come amore umile è sempre all’opera nel terreno della nostra vita e in quello della storia. È questa la nostra fiducia, è questo che ci dà forza per andare avanti ogni giorno con pazienza, seminando il bene che porterà frutto. Quant’è importante questo atteggiamento anche per uscire bene dalla pandemia! Coltivare la fiducia di essere nelle mani di Dio e al tempo stesso impegnarci tutti per ricostruire e ricominciare, con pazienza e costanza.

Anche nella Chiesa può attecchire la zizzania della sfiducia, soprattutto quando assistiamo alla crisi della fede e al fallimento di vari progetti e iniziative. Ma non dimentichiamo mai che i risultati della semina non dipendono dalle nostre capacità: dipendono dall’azione di Dio. A noi sta seminare, e seminare con amore, con impegno e con pazienza. Ma la forza del seme è divina. Lo spiega Gesù nell’altra parabola odierna: il contadino getta il seme e poi non si rende conto di come porta frutto, perché è il seme stesso a crescere spontaneamente, di giorno, di notte, quando lui meno se lo aspetta . Con Dio anche nei terreni più aridi c’è sempre speranza di germogli nuovi.

Maria Santissima, l’umile serva del Signore, ci insegni a vedere la grandezza di Dio che opera nelle piccole cose e a vincere la tentazione dello scoraggiamento. Fidiamoci ogni giorno di Lui!

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FAUSTI - “E dorma o vegli, e di notte e di giorno, il seme germoglia e cresce” Non è l'azione dell'uomo che produce il Regno, ma la potenza stessa di Dio, nascosta nel seme. Tante nostre ansie per il bene non solo sono inutili, ma dannose. Come il male ha in sé la propria morte e si uccide, così il bene ha in sé la propria vita e cresce da sé, in modo inarrestabile.
In queste Parole Gesù evidenzia il contrasto tra l'inattività nostra e l'azione di Dio. Ma è solo apparente , perché Egli agisce proprio dove noi sappiamo di non potere e attendiamo tranquilli con fiducia. L'efficacia evangelica è l'opposto dell'efficienza mondana.
A Gesù dicono che bisogna darsi da fare prima che sia troppo tardi . È ora di agire con urgenza e determinazione – come gli zeloti – perché non venga perduto il frutto delle Sue fatiche.
Ma Lui risponde che , a tirar l'erba, non cresce. Solo si strappa. La vita ha il suo ritmo , che non puoi impunemente affrettare. Una volta gettato, il seme cresce da sé, con la calma di un fiume che va al mare. Il Regno di Dio è di Dio.
La nostra salvezza sta nel volgerci a Dio ; la nostra forza nell'abbandono confidente
in Lui (Is 30,5). Chi ci salva è Lui, il Signore unico di tutti e di tutto.
Il credente lo sa e sta tranquillo. L'empio invece è come un “mare agitato che non può calmarsi e le cui acque portan su melma e fango” (Is 57, 20).
Tutte le nostre inquietudini nel bene vengono non da Dio, ma dal nemico . Sono segno di sfiducia e causa di perdizione.
Un contadino stava seduto ai bordi di un vasto campo pulito, senza un filo d'erba. Mandò altrove i bambini che volevano giocare a palla , fece deviare un viandante che lo stava calpestando per andare diritto alla sua meta , mandò via un prete che glielo chiedeva per costruire le opere parrocchiali. In quel campo c'era niente, ma il contadino lo contemplava già biondeggiante di messe. Non era un illuso . L'apparenza dava ragione agli inesperti , la realtà invece a lui, che aveva seminato e che sapeva che il seme non delude. Chi non ha la sapiente pazienza del contadino, distrugge con due mani ciò che fa con una.
Gesù ha seminato la Parola, ed è Lui stesso il seme di Dio gettato nel campo della storia.
Non è un'attività ulteriore che lo fa crescere. Ha solo bisogno della Sua passività : una terra spoglia e pulita che accoglie, una pazienza fiduciosa che attende.
La storia di Gesù nella Sua Carne ci fa vedere il modo in cui Dio agisce , e ci dà il criterio di discernimento per leggere, valutare e scegliere secondo il Suo Spirito.
Per questo nelle contraddizioni abbiamo speranza, nel nascondimento fiducia, nell'inefficienza forza, nella piccolezza coraggio.
Gesù non mira al successo e non fa sconti alle masse : vuole persone autentiche, che abbiano le medesime caratteristiche di quel seme che è Lui stesso.
Una piccola candela illumina più di mille notti ; e alla sua fiamma tutti possono accendere.
Gesù è la grandezza di Dio che per noi si è fatto piccolo, fino alla morte e alla morte di croce.
Proprio così diventa il grande albero, dove ciascuno e tutti possono trovare accoglienza.


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MAGNIFICAT – S. karol Wojtyla
Esalta, anima mia, con il canto e l'umiltà
il Tuo Signore, con l'inno : Santo Santo , Santo!
Il canto , ecco, si unifica . Poesia – Poesia!
il grano anela come l'anima mia che soffre insaziabile -
che i miei sentieri si stendano all'ombra di querce,
di betulle,
che la mia giovane messe sia gradita al Signore.

CANTO DEL DIO NASCOSTO -
..." Padre, lascio il tuo sguardo che s'empie di un'onda di sole,
scelgo gli occhi degli uomini
- scelgo gli occhi degli uomini, colmi di una luce di grano .
...E parve ai cuori aperti, e parve ai cuori semplici,
sparito all'ombra delle spighe.
E quando per i bramosi discepoli si sgranarono le spighe
Egli nel campo ancora più s'immerse.
Imparate, diletti, vi prego, questo mio nascondiglio.
Dove mi sono nascosto, lì perduro.

B - 12 DOMENICA T.O.