mercoledì 4 agosto 2021

B - 19 DOMENICA T.O.


 

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Prima Lettura
Con la forza di quel cibo camminò fino al monte di Dio.
Dal primo libro dei Re
1Re 19,4-8

In quei giorni, Elìa s’inoltrò nel deserto una giornata di cammino e andò a sedersi sotto una ginestra. Desideroso di morire, disse: «Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri». Si coricò e si addormentò sotto la ginestra.
Ma ecco che un angelo lo toccò e gli disse: «Àlzati, mangia!». Egli guardò e vide vicino alla sua testa una focaccia, cotta su pietre roventi, e un orcio d’acqua. Mangiò e bevve, quindi di nuovo si coricò.
Tornò per la seconda volta l’angelo del Signore, lo toccò e gli disse: «Àlzati, mangia, perché è troppo lungo per te il cammino». Si alzò, mangiò e bevve.
Con la forza di quel cibo camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l’Oreb.

Parola di Dio.


Salmo Responsoriale
Dal Sal 33 (34)
R. Gustate e vedete com'è buono il Signore.
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino. R.

Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato. R.

Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce. R.

L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia. R.


Seconda Lettura
Camminate nella carità come Cristo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
Ef 4,30-5,2

Fratelli, non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, con il quale foste segnati per il giorno della redenzione.
Scompaiano da voi ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenze con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo.
Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore.

Parola di Dio.

Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.

Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore,
se uno mangia di questo pane vivrà in eterno. (Gv 6,51)

Alleluia.

Vangelo
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6,41-51

In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?».
Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

Parola del Signore.

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PAROLE DEL SANTO PADRE
Dinanzi all’invito di Gesù a nutrirci del suo Corpo e del suo Sangue, potremmo avvertire la necessità di discutere e di resistere, come hanno fatto gli ascoltatori di cui ha parlato il Vangelo di oggi. Questo avviene quando facciamo fatica a modellare la nostra esistenza su quella di Gesù, ad agire secondo i suoi criteri. Nutrendoci di questo cibo possiamo entrare in piena sintonia con Cristo, con i suoi sentimenti, con i suoi comportamenti. Per questo è tanto importante comunicarsi, è tanto importante andare alla Messa, e ricevere la comunione, perché è ricevere il corpo di Cristo. E’ ricevere questo Cristo che ci trasforma dentro, è ricevere questo Cristo che ci prepara per il cielo. (Papa Francesco, Angelus del 19 agosto 2018)

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FAUSTI - Gesù è uomo, come può essere di origine divina? Come mai chiama Dio : "Padre mio" e promette agli uomini la vita di Dio? Come può un uomo farsi uguale a Dio? E' il mistero di Gesù.
Egli è carne, come tutti noi.
Però è la Parola , diventata carne, il Figlio di Dio che si è fatto Figlio dell'uomo, scandalo inevitabile perché ogni figlio d'uomo diventi figlio di Dio. Gesù ribadisce che accogliere Lui è dono del Padre, la sua opera per eccellenza .
Egli attira ogni uomo al Figlio perché diventi figlio.
Quest'attrazione del Padre, anche se misteriosa, è innata nell'uomo, proprio perché suo figlio:
si esprime nelle molteplici richieste di senso che ciascuno si pone. Tutti siamo istruiti direttamente da Dio, discepoli della voce interiore che testimonia la Parola, luce vera che illumina ogni uomo.
Siamo "teodidatti" ,ammaestrati da Dio, Egli agisce nel cuore di ogni uomo attirandolo verso la luce e la vita, verso il Figlio nel quale si dona a noi come Padre.
Se prima c'era la legge, scritta su tavole di pietra, ora Dio stesso scrive nei nostri cuori la sua Parola, mettendo in noi un cuore nuovo, pieno del suo amore.
Il pane richiama la Parola di Dio, principio di vita.
Il vero pane è Gesù, Parola diventata carne.
La manna è il cibo dell'Esodo . I "vostri padri" ne mangiarono, ma non giunsero alla terra promessa.(Sl 95,8); fallirono nel cammino e non ottennero la vita eterna, perché non ascoltarono il Signore .
La manna venne dal cielo, ma solo nel passato ; inoltre chi ne mangiò non ottenne la vita.
Il Pane di cui Gesù parla invece "scende" ora dal cielo, al presente, e chi ne mangia,
non muore. Si passa dal Pane, che richiama il dono della manna, alla Carne, che richiama il sacrificio dell'Agnello. Sono allusioni all'Esodo e alla Pasqua.
Il Pane che Gesù darà, quando sarà giunta la Sua ora, è la Sua Carne : il Suo Corpo dato per noi.
E' un preannuncio della Passione e del suo frutto.
Gesù è l'Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo, diventando, nel suo sacrificio, sorgente di vita e di benedizione per tutti.
La carne di Gesù, la sua umanità offerta sulla croce come dono totale di amore, è
l'Epifania di quel Dio che mai nessuno ha visto.
In Lui la Parola è diventata Carne perché la carne stessa diventi Parola, racconto di Dio, presenza del Suo Spirito che anima il mondo.

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E. RONCHI - Io sono il pane vivo disceso dal cielo. Potenza del linguaggio di Gesù, il suo mistero e la sua storia espressi non con ragionamenti ma per immagini: pane, vivo, discesa, cielo. Quattro parole e quattro metafore, ciascuna generativa, in quanto ricca di movimento, di esperienza, di sapore e di orizzonti. Non spiegano il mistero, ma lo fanno vibrare nella tua vita, mistero gioioso da godere e da assaporare. Il pane di cui parlano non è quel pugno di acqua e di farina passata per la macina e il fuoco, contiene molto di più: è il simbolo di tutto ciò che è buono per te e ti mantiene in vita.
I giudei si misero a mormorare contro Gesù. Ma come? Pretendi di essere il pane piovuto dal cielo? Ma sei venuto come tutti da tua madre e da tuo padre. Tu vuoi cambiarci la vita? E facendo quello che fa il pane con il nostro corpo, che si nasconde e scompare nell'intimo, e non fa rumore. No, il Dio onnipotente dovrebbe fare ben altro: miracoli potenti, definitivi, evidenti, solari. Ma Dio non fa spettacolo. In fondo è la stessa critica che mormoriamo anche noi: che pretese ha sulla mia vita quest'uomo di duemila anni fa? Lui pensa davvero di farci vivere meglio?
Non mormorate tra voi.. Non sprecare parole a discutere di Dio, puoi fare di meglio: tuffati nel suo mistero. Pane che discende dal cielo. Nota: discende, per mille strade, in cento modi, come il pane nel corpo; discende verso di me, adesso, in questo momento, e continuamente. Io posso scegliere di non prenderlo come cibo, lo posso anche relegare nel repertorio delle fantasie, ma lui discende instancabilmente, mi avvolge di forze buone. Io sono immerso in lui e lui è immerso in me, e nutre la mia parte più bella.
Non mormorate, mangiate. Il brano del Vangelo di oggi si articola attorno al verbo mangiare. Un gesto così semplice e quotidiano, eppure così vitale e potente, che Gesù l'ha scelto come simbolo dell'incontro con Dio; ha raccontato la frontiera avanzata del Regno dei cieli con le parabole del banchetto, della convivialità. Il Pane che discende dal cielo è l'autopresentazione di Dio come una questione vitale per l'uomo. Il pane che mangi ti fa vivere, e allora vivi di Dio e mangia la sua vita, sogna i suoi sogni, preferisci quelli che lui preferiva. Bocconi di cielo.
Sorge una domanda: di cosa nutro anima e pensieri? Sto mangiando generosità, bellezza, profondità? Oppure mi nutro di egoismo, intolleranza, miopia dello spirito, insensatezza del vivere, paure? Se accogliamo pensieri degradati, questi ci fanno come loro. Se accogliamo pensieri di Vangelo e di bellezza, questi ci trasformeranno in custodi della bellezza e della tenerezza, il pane che salverà il mondo.

B - PENTECOSTE