mercoledì 28 luglio 2021

B -18 DOMENICA T.O.


 

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Prima Lettura
Io farò piovere pane dal cielo per voi.
Dal libro dell’Èsodo
Es 16,2-4.12-15

In quei giorni, nel deserto tutta la comunità degli Israeliti mormorò contro Mosè e contro Aronne.
Gli Israeliti dissero loro: «Fossimo morti per mano del Signore nella terra d’Egitto, quando eravamo seduti presso la pentola della carne, mangiando pane a sazietà! Invece ci avete fatto uscire in questo deserto per far morire di fame tutta questa moltitudine».
Allora il Signore disse a Mosè: «Ecco, io sto per far piovere pane dal cielo per voi: il popolo uscirà a raccoglierne ogni giorno la razione di un giorno, perché io lo metta alla prova, per vedere se cammina o no secondo la mia legge. Ho inteso la mormorazione degli Israeliti. Parla loro così: “Al tramonto mangerete carne e alla mattina vi sazierete di pane; saprete che io sono il Signore, vostro Dio”».
La sera le quaglie salirono e coprirono l’accampamento; al mattino c’era uno strato di rugiada intorno all’accampamento. Quando lo strato di rugiada svanì, ecco, sulla superficie del deserto c’era una cosa fine e granulosa, minuta come è la brina sulla terra. Gli Israeliti la videro e si dissero l’un l’altro: «Che cos’è?», perché non sapevano che cosa fosse. Mosè disse loro: «È il pane che il Signore vi ha dato in cibo».

Parola di Dio.


Salmo Responsoriale
Dal Sal 77 (78)
R. Donaci, Signore, il pane del cielo.
Ciò che abbiamo udito e conosciuto
e i nostri padri ci hanno raccontato
non lo terremo nascosto ai nostri figli,
raccontando alla generazione futura
le azioni gloriose e potenti del Signore
e le meraviglie che egli ha compiuto. R.

Diede ordine alle nubi dall’alto
e aprì le porte del cielo;
fece piovere su di loro la manna per cibo
e diede loro pane del cielo. R.

L’uomo mangiò il pane dei forti;
diede loro cibo in abbondanza.
Li fece entrare nei confini del suo santuario,
questo monte che la sua destra si è acquistato. R.


Seconda Lettura
Rivestite l'uomo nuovo, creato secondo Dio.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
Ef 4,17.20-24

Fratelli, vi dico dunque e vi scongiuro nel Signore: non comportatevi più come i pagani con i loro vani pensieri.
Voi non così avete imparato a conoscere il Cristo, se davvero gli avete dato ascolto e se in lui siete stati istruiti, secondo la verità che è in Gesù, ad abbandonare, con la sua condotta di prima, l’uomo vecchio che si corrompe seguendo le passioni ingannevoli, a rinnovarvi nello spirito della vostra mente e a rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità.

Parola di Dio.

Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.

Non di solo pane vivrà l'uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. (Mt 4,4b)

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Alleluia.

Vangelo
Chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6,24-35

In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».
Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».

Parola del Signore.

PAROLE DEL SANTO PADRE
Gesù non elimina la preoccupazione e la ricerca del cibo quotidiano, no, non elimina la preoccupazione di tutto ciò che può rendere la vita più progredita. Ma Gesù ci ricorda che il vero significato del nostro esistere terreno sta alla fine, nell’eternità, sta nell’incontro con Lui, che è dono e donatore, e ci ricorda anche che la storia umana con le sue sofferenze e le sue gioie deve essere vista in un orizzonte di eternità, cioè in quell’orizzonte dell’incontro definitivo con Lui. (Papa Francesco, Angelus del 2 agosto 2015)

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FAUSTI – La folla, venuta sul luogo, vede che non c'è né Gesù né i Suoi discepoli . Non trova ciò che attende.Allora torna a Cafarnao, da dove era partita. Lì, come da una mano invisibile, sono riunificati quelli che hanno partecipato al dono del pane.
Il dialogo , che Gesù farà con loro nella sinagoga, li porterà a cogliere il significato di ciò che è avvenuto il giorno prima. Essi cercano di conoscere i movimenti di Gesù:”Quando sei venuto qui?” Gesù non risponde alla loro domanda, ma a ciò che la muove. Sposta l'attenzione ad un altro livello : è il Signore che parla, con l'intento di raddrizzare l'ambiguità della loro ricerca.Si può cercare Gesù solo perché garantisce il pane materiale per sopravvivere oppure perché si è visto nel pane il “segno” di Lui che si dona.
Si può cercare il dono del Signore, oppure il Signore del dono.
Gesù vuol e-ducarli (e-ducere..tirare fuori : questo è il vero Esodo) dal loro orizzonte egoistico perché accolgano il Suo Amore.
La vita dell'uomo infatti è la comunione con Dio. Il cibo che dà la vita è l'ascolto della “Legge di vita e di intelligenza”. L'uomo infatti non vive di solo pane, ma di ogni Parola che esce dalla bocca del Signore (Dt 8,3).
Questo cibo è il dono del Figlio dell'Uomo , sul quale si apre il Cielo (Gv 1,51).
Ce lo “darà” al futuro, nel Suo Corpo dato per noi.
Il pane che hanno mangiato il giorno prima é segno anticipato di questo dono. Esso viene solo da Lui, e lo ottiene chi aderisce a Lui : è Lui stesso, la Sua Carne.
La folla capisce che deve cercare il Pane che non perisce e che esso consiste nell'osservare la Parola del Signore, operando “le opere di Dio”. Per questo chiedono cosa fare per eseguire il Suo beneplacito.
E' la domanda e il dramma di chi vuole essere giusto.
Alle tante opere nostre, Gesù contrappone l'”opera di Dio”, quella che veramente a Lui piace, che accogliamo il dono del Figlio, in cui si compie la salvezza della creazione intera
.Accogliere Gesù, Parola del Padre, luce e vita del creato, é realizzare il disegno di Dio, che ci vuole tutti figli nel Figlio.
Gli interlocutori di Gesù riconoscono l'azione di Dio nel passato, ma sono incapaci di vederla nel presente.
Non colgono che ciò che Dio ha compiuto per i padri (”i nostri padri mangiarono la manna nel deserto”) è segno di ciò che compie ancora oggi per noi. La manna è un pane dal cielo, ma non quello vero.
Essa è segno che preannuncia il Pane vero, quello che non perisce e dà Vita eterna.
“Io sono il “Pane della Vita” :Egli identifica Se stesso con il Pane di Dio che scende dal cielo e dà la Vita al mondo.
E' tipico di Giovanni far dire a Gesù . “Io-Sono”, seguito da un predicato.. (6,35 – 8,12 – 10,7.14 – 11,25 – 14,6 – 15,1.5 ) oppure anche senza. “Io-Sono è il “Nome” con il quale Dio si è rivelato a Mosé (Es 3,14).
Qui il predicato è il Pane , che comunica la Sua Vita a chi lo mangia.
Siamo al livello più alto della comprensione del segno :il Pane, la Vita che desideriamo e che riceviamo, è Gesù stesso, il Figlio che dà la Vita per noi.

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D. FREDO Con l’episodio della condivisione dei pani Gesù aveva voluto elevare la folla a livello prima di uomini, poi di persone adulte, di persone mature, ma la folla non ha voluto, voleva farlo re. Ha preferito la sottomissione alla libertà che Gesù aveva loro proposto e Gesù era scappato via.
Ebbene ora la folla lo rincorre, ne va in cerca - il verbo ‘ricercare’ nel vangelo di Giovanni è sempre negativo, è sempre per catturare, lapidare, uccidere Gesù – e, quando lo trova, si rivolge a lui chiamandolo ‘Rabbi’. Rabbi è il maestro della legge, non hanno compreso la novità proposta da Gesù, un rapporto con Dio completamente nuovo, non più basato sull’obbedienza della legge, ma sull’accoglienza del suo amore. E qui inizia un dialogo tra sordi, un dialogo all’insegna dell’incomprensione, perché la folla chiede il pane per sé e Gesù li invitava a farsi pane per altri. Ecco che Gesù dice “voi mi cercate non perché avete visto dei segni”. Il segno cos’era? L’accoglienza di un dono generoso per farsi, a loro volta, dono generoso per gli altri, ricevere il pane per poi farsi pane per gli altri.
“Ma perché avete mangiato” – cioè avete preso il pane per voi, “e vi siete saziati”.
E avvisa Gesù “datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna”. La vita ha una parte biologica e ha bisogno di esser nutrita e una parte, quella eterna, che per crescere ha bisogno di nutrire. Quindi noi abbiamo due aspetti:
- La nostra vita biologica, deve essere nutrita Quella interiore, per crescere, invece, deve nutrire.
Allora Gesù dice “datevi da fare per questo”. “Perché”, assicura Gesù, “questo è il cibo che vi da il Figlio e su di lui il Padre ha messo il suo sigillo”, cioè Gesù è la garanzia della presenza divina nell’umanità.
Ed ecco che chiedono loro a Gesù cosa devono fare, e Gesù dice: “Questa è l’opera di Dio”. L’unica volta che appare nell’Antico Testamento il termine ‘opera di Dio’, è nel Libro dell’Esodo, capitolo 32, vers. 16, per indicare le tavole della legge. C’è un cambio di alleanza, il rapporto con Dio non è più basato sull’osservanza della legge, ma sull’accoglienza dell’amore di Gesù. Ed è questo che Gesù esprime “che crediate in colui che egli ha mandato”. Quindi non più l’obbedienza alle leggi, ma l’assomiglianza all’amore che in Gesù, garanzia della presenza divina, si manifesta.
Ma la folla non comprende e chiede: “che segno compi perché vediamo e crediamo?” Questo è tipico dell’esperienza religiosa: un segno da vedere per poter credere. E Gesù rifiuta sempre, Gesù non mostra un segno da vedere per credere, ma al contrario dice “credi, e tu stesso diventerai un segno che gli altri possono vedere”.
Allora Gesù, di fronte a questa reazione della folla che si rifà ai padri e non al Padre, che si rifà al passato e dice “i nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto”, si rifanno al passato per Israele, mentre Gesù li aveva invitati al presente, al Padre dell’umanità, Gesù dice che non è stato Mosè in passato quello che ha dato la vera vita, ma il Padre “vi dà il pane dal cielo, quello vero”.
La richiesta della folla richiama la preghiera del Padre Nostro che, nel vangelo di Giovanni non è presente, “Signore, dacci sempre di questo pane”. Ecco, la folla è cresciuta, da ‘Rabbi’ – Rabbi è colui che insegna la legge – a ‘Signore’, hanno capito che in Gesù c’è una realtà divina.
Ed ecco la dichiarazione di Gesù “Io sono il pane della vita, chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà più sete”. Gesù si presenta come la piena risposta alle esigenze di pienezza di vita che ogni uomo porta dentro di sé.

B - PENTECOSTE