venerdì 9 luglio 2021

B -15 DOMENICA T.O.


 

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Prima Lettura
Va', profetizza al mio popolo.
Dal libro del profeta Amos
Am 7,12-15

In quei giorni, Amasìa, [sacerdote di Betel,] disse ad Amos: «Vattene, veggente, ritìrati nella terra di Giuda; là mangerai il tuo pane e là potrai profetizzare, ma a Betel non profetizzare più, perché questo è il santuario del re ed è il tempio del regno».
Amos rispose ad Amasìa e disse:
«Non ero profeta né figlio di profeta;
ero un mandriano e coltivavo piante di sicomòro.
Il Signore mi prese,
mi chiamò mentre seguivo il gregge.
Il Signore mi disse:
Va', profetizza al mio popolo Israele».

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Dal Sal 84 (85)
R. Mostraci, Signore, la tua misericordia.
Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli.
Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra. R.

Amore e verità s'incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo. R.

Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino. R.

Seconda Lettura
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
Ef 1,3-14

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo
per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità,
predestinandoci a essere per lui figli adottivi
mediante Gesù Cristo,
secondo il disegno d'amore della sua volontà,
a lode dello splendore della sua grazia,
di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.
In lui, mediante il suo sangue,
abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe,
secondo la ricchezza della sua grazia.
Egli l'ha riversata in abbondanza su di noi
con ogni sapienza e intelligenza,
facendoci conoscere il mistero della sua volontà,
secondo la benevolenza che in lui si era proposto
per il governo della pienezza dei tempi:
ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose,
quelle nei cieli e quelle sulla terra.
In lui siamo stati fatti anche eredi,
predestinati - secondo il progetto di colui
che tutto opera secondo la sua volontà -
a essere lode della sua gloria,
noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.
In lui anche voi,
dopo avere ascoltato la parola della verità,
il Vangelo della vostra salvezza,
e avere in esso creduto,
avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso,
il quale è caparra della nostra eredità,
in attesa della completa redenzione
di coloro che Dio si è acquistato a lode della sua gloria.

Parola di Dio.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.

Il padre del Signore nostro Gesù Cristo
illumini gli occhi del nostro cuore per farci comprendere
a quale speranza ci ha chiamati. (Cf. Ef 1,17-18)

Alleluia.

Vangelo
Prese a mandarli.
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 6,7-13

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient'altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.

Parola del Signore.

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PAROLE DEL SANTO PADRE
La grande libertà di Dio nel donarsi a noi costituisce una sfida e una esortazione a modificare i nostri atteggiamenti e i nostri rapporti. È l’invito che ci rivolge Gesù oggi. Egli ci chiama a non pensare secondo le categorie di “amico/nemico”, “noi/loro”, “chi è dentro/chi è fuori”, “mio/tuo”, ma ad andare oltre, ad aprire il cuore per poter riconoscere la sua presenza e l’azione di Dio anche in ambiti insoliti e imprevedibili e in persone che non fanno parte della nostra cerchia. La Vergine Maria, modello di docile accoglienza delle sorprese di Dio, ci aiuti a riconoscere i segni della presenza del Signore in mezzo a noi, scoprendolo dovunque Egli si manifesti. (Papa Francesco, Angelus del 30 settembre 2018)

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FAUSTI - “Chiama innanzi i dodici e cominciò ad inviarli” I Dodici furono prima chiamati ciascuno singolarmente a seguirlo. Poi furono comunitariamente costituiti per “essere con Lui”.
Ora sono inviati ai fratelli a due a due. Questo brano è un “breviario di viaggio”, perché gli inviati non dimentichino di riprodurre il Volto di chi li invia. E' la carta di identità della Chiesa apostolica , ossia mandata da Gesù - la cui missione fu in povertà , e passò attraverso il fallimento, nascondimento, impotenza e piccolezza.
Chi è mandato ai fratelli riceve il più grande dono del Padre : è pienamente associato al Figlio, partecipe del mistero che annuncia.
Con l'invio dei dodici , Gesù non è più solo. Comincia ad essere il primo di numerosi fratelli, un chicco che già si è moltiplicato.
Questa prima missione ad Israele è già un raccolto che si semina per un altro successivo, che sarà sempre più abbondante , fino alla fine dei tempi, quando tutti gli uomini mangeranno il pane del Figlio.
L'annuncio dell'Evangelo è sempre in povertà, perché proclama la Croce che ha vinto il mondo.
Più di ciò che bisogna dire, Gesù si mostra preoccupato di ciò che bisogna essere.
Ciò che sei, grida più forte di ciò che dici.
E' vero che la Parola di Dio è efficace di per sé ; non è la mia testimonianza a renderla credibile.
Tuttavia la mia contro-testimonianza ha il potere di renderla incredibile.
Nel male ho sempre un potere maggiore che nel bene : non so creare un fiore, so però distruggerlo!
La povertà che Gesù “ordina “ viene dalla gioia di chi ha scoperto il tesoro (Mt 13,44) , e conduce alla vittoria sul peccato del mondo – che consiste nella brama di avere, di potere e di apparire, strumenti mortali escogitati dalla paura della morte.
La Sua povertà non è una privazione, ma un valore sommo, anzi la somma dei valori della Sua vita.
Infatti Dio, essendo Amore , è povero. Il Suo avere è il Suo essere, e il Suo essere è essere dell'altro, nel dono di Sé del Padre al Figlio e del Figlio al Padre , nell'unico Spirito.
Anche per noi la povertà è la condizione per amare.
Infatti finché hai cose, dai cose , quando hai nulla, dai te stesso.
Solo allora ami veramente e puoi condividere.
Inoltre ciò che hai, ti divide dall'altro , ciò che dai, ti unisce, e ti fa solidale con lui.
Finché non sei povero, ogni cosa che dai è solo esercizio di potere.
Già nell'A. Testamento povertà, piccolezza e impotenza sono i mezzi che Dio sceglie per vincere.
Infatti ha scelto ciò che è stolto e debole per confondere i sapienti e i forti , ciò che è ignobile, disprezzato e nulla, per ridurre a nulla le cose che sono (1Cor1,27).
D'altra parte noi conosciamo la grazia del Signore nostro Gesù che da ricco che era si fece povero perché noi diventassimo ricchi per mezzo della Sua povertà (2Cor 8,9).
Questa lezione l'avevano appresa bene Pietro e Giovanni, quando compirono il primo miracolo della Chiesa nascente. Fecero camminare lo storpio con le parole .”Non possiedo né oro né argento, ma quello che ho te lo do : nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina”. (At 3,6).
Se avessero avuto argento e oro, avrebbero fatto un'opera buona, magari un istituto per storpi! Ma la fede può venire solo dall'annuncio fatto in debolezza, perché è libera risposta alla Parola di Cristo.
Per questo Paolo si presenta in debolezza, con molto timore e trepidazione, riponendo tutta la sua sapienza in Cristo, e in Cristo Crocifisso (1Cor 2,2) . E dice : “Quando sono debole, è allora che sono forte (2Cor 12,10), forte della fiducia in Dio, la cui debolezza è più forte degli uomini.
Gesù invia i suoi in povertà, come il Padre ha inviato Lui.

immagini,omelie e preghiere ha detto...

Dopo l’insuccesso di Gesù durante la predicazione nella sinagoga, dove è stato
accolto da scetticismo e Gesù stesso si meravigliava per la loro incredulità, Gesù
associa alla sua attività i dodici. I dodici sono i discepoli che rappresentano il nuovo
Israele che era appunto composto dalle dodici tribù.
Gesù prende a mandarli”, scrive Marco, “a due a due”, perché sono una comunità,
non si presentano come leader o portatori di un messaggio, ma deve essere una
comunità che vive e propone questo messaggio. E “Da loro il potere sugli spiriti
impuri”. Spirito significa energia, forza; quando questa forza proviene da Dio si
chiama Santo, non soltanto per la qualità, ma per l’attività che separa l’uomo dalla
sfera del male e e lo attrae in quella del bene. Quando queste energie vengono da
realtà diverse da Dio, o addirittura contrarie, si chiamano impure perché
trattengono e lo mantengono nella sfera dell’impurità, cioè dell’impossibilità della
comunicazione con Dio - secondo la cultura dell’epoca.
“E ordinò” – è l’unica volta che ordina qualcosa in questo Vangelo, quindi deve
essere qualcosa di molto importante, che dobbiamo prendere seriamente. Cos’è che
Gesù ordina? Gesù ordina “di non prendere per il viaggio nient’altro che
un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura”. Perché questo?
Perché la vita dei discepoli deve mostrare la verità dell’annuncio. Non si può andare
ad annunciare la buona notizia di Gesù, che è una notizia in cui l’uomo si fida
pienamente di Dio e si fida pienamente degli altri, un messaggio che è di rinuncia
all’ambizione, se poi il proprio comportamento, il proprio abbigliamento, il proprio
stile di vita lo contraddicono. Quindi la vita dell’annunciatore del messaggio
deve dimostrare la verità. Quindi Gesù, che normalmente è parco di descrizioni, qui
fa una descrizione molto dettagliata, addirittura di come deve essere
l’abbigliamento di questi discepoli; dice di “calzare i sandali” – i sandali ;sì perché

devono camminare molto – ma di “non portare due tuniche”, avere due tuniche
era un lusso dei ricchi. Quindi i discepoli non devono smentire con il proprio
comportamento l’annunzio di questo amore universale di un Dio che si mette a
servizio degli altri. Poi Gesù invita questi discepoli ad essere liberi dall’affanno
economico, ad affidarsi completamente; dice che devono essere liberi anche
interiormente, e infatti dice “dovunque entriate in una casa rimanetevi finché
non sarete partiti di lì”. Perché quest’indicazione? Perché gli ebrei quando erano in
viaggio cercavano spesso ospitalità soltanto in caso di altri ebrei, non
andavano in casa di pagani. Perché? Perché la casa di un pagano era impura.
Oppure non andavano a casa di ebrei che non sapevano essere pienamente
osservanti delle regole della purezza o della impurità riguardo ai generi
alimentari.
Ebbene, Gesù chiede di essere liberi; nella casa dove entrate, che siano osservanti o
meno, lì rimanete. Quindi bisogna essere liberi per poter liberare. “Ma”, avvisa
Gesù, “se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andandovene,
scuotete la polvere sotto i vostri piedi”. Questo era un gesto simbolico che facevano
gli ebrei, quando ritornavano dalla terra pagana, prima di entrare in Israele,
scuotevano la polvere dei sandali per non portare neanche un briciolo di terra
pagana, terra impura, nella terra santa. Quindi l’evangelista indica che quanti non
accolgono questi annunciatori del messaggio, vanno trattati come i pagani.
Pagano allora non è chi non crede o chi crede in un’altra religione, ma chi non
accoglie, chi non presta aiuto. Chi non riflette nella sua condotta l’amore
universale di Dio è un pagano. Quindi Gesù invia i discepoli ad annunziare
questo messaggio della buona notizia, e quanti non lo accolgono vanno trattati
come i pagani; quindi ‘pagano’ non dipende dal Dio in cui credi, ma
dall’atteggiamento di accoglienza e di ospitalità.
Diac.Ing. Giarlotto

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