Prima Lettura Fu elevato in alto sotto i loro occhi. Dagli Atti degli Apostoli At 1,1-11
Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo. Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l'adempimento della promessa del Padre, «quella - disse - che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo». Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra». Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand'ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Sal 46 (47) R. Ascende il Signore tra canti di gioia. Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia. Popoli tutti, battete le mani! Acclamate Dio con grida di gioia, perché terribile è il Signore, l'Altissimo, grande re su tutta la terra. R.
Ascende Dio tra le acclamazioni, il Signore al suono di tromba. Cantate inni a Dio, cantate inni, cantate inni al nostro re, cantate inni. R.
Perché Dio è re di tutta la terra, cantate inni con arte. Dio regna sulle genti, Dio siede sul suo trono santo. R.
Seconda Lettura Raggiungere la misura della pienezza di Cristo. Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni Ef 4,1-13
Fratelli, io, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell'amore, avendo a cuore di conservare l'unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti. A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. Per questo è detto: «Asceso in alto, ha portato con sé prigionieri, ha distribuito doni agli uomini». Ma cosa significa che ascese, se non che prima era disceso quaggiù sulla terra? Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per essere pienezza di tutte le cose. Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all'uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo.
Andate e fate discepoli tutti i popoli, dice il Signore. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo. (Mt 28,19a.20b)
Alleluia.
Vangelo Il Signore fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Dal Vangelo secondo Marco Mc 16,15-20
In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.
Parola del Signore.
PAROLE DEL SANTO PADRE Sembra davvero troppo audace l’incarico che Gesù affida a un piccolo gruppo di uomini semplici e senza grandi capacità intellettuali! Eppure questa sparuta compagnia, irrilevante di fronte alle grandi potenze del mondo, è inviata a portare il messaggio d’amore e di misericordia di Gesù in ogni angolo della terra. L’Ascensione del Signore al cielo, mentre inaugura una nuova forma di presenza di Gesù in mezzo a noi, ci chiede di avere occhi e cuore per incontrarlo, per servirlo e per testimoniarlo agli altri. In questo itinerario noi incontriamo Cristo stesso nei fratelli, soprattutto nei più poveri, in quelli che soffrono nella propria carne la dura e mortificante esperienza di vecchie e nuove povertà. (Regina Caeli, 13 maggio 2018)
S. FAUSTI – L'Ascensione compie il giorno senza fine di Pasqua. Il ritorno del Figlio al Padre costituisce il senso pieno del mistero pasquale, il punto d'arrivo dell'esodo e della creazione stessa. L'uscita dalla terra, dal sepolcro, termina con l'ingresso in cielo : la creatura si ricongiunge al suo Creatore. Dopo l'Ascensione, Dio non ha più nulla da dire o da dare. Ha già detto e dato tutto nella carne di Gesù. C'è solo la necessità continua di ricevere il Suo Spirito, che ce Lo faccia conoscere e vivere. La Sua Ascensione - esaltazione della Sua umanità alla dignità del Figlio di Dio – è certezza di benedizione per ogni uomo. Dopo un lungo travaglio, è nato il Capo. Ma dove è il Capo, sarà tutto il Corpo. In Lui vediamo la speranza alla quale siamo stati chiamati , il tesoro di gloria che racchiude la nostra eredità (Ef 1,18). In Gesù che ascende al cielo conosciamno compiutamente il mistero dell'uomo e del suo corpo. Sappiamo da dove viene perché vediamo dove va : viene dal Padre della Luce, e a Lui ritorna. La nostra vita non è più sospesa nel nulla ; ha trovato il suo principio e il suo fine. Gesù non ci lascia orfani e senza patria. Proprio con il Suo distare ci indica il Padre e la Sua casa, dove Lui ci ha preceduto. La nostra patria è nei cieli e la nostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio. In Lui anche noi siamo già risorti, fatti sedere nei cieli e glorificati (Fil 3,20). Dove è Lui nostro tesoro , lì è anche il nostro cuore., e dove è il nostro cuore, lì saremo anche noi. Il comandamento dell'amore è la via per raggiungerlo. Ora conosciamo finalmente chi cerchiamo e come trovarlo. La glorificazione di Gesù con il Suo corpo è la realizzazione della brama più profonda che il Dio della vita ha messo nell'uomo : diventare come Lui, vincendo la morte. Non è un sogno proibito, (Gen 3,4)ma il dono che Lui ci vuole fare. Per questo i discepoli son colmi di gioia! Il Signore, ascendendo in alto, ha compiuto i più grandi prodigi in nostro favore (Ef 4,8). Ha distrutto la schiavitù che ci separa dalla patria del desiderio, vincendo la nostra morte e dando Se stesso come senso della nostra vita ; ha distribuito tutti i Suoi doni, offrendoci il Suo Spirito e la possibilità di vivere la Sua Vita. Ora siamo liberi, simili a Lui, e vediamo in Lui chi siamo noi. Figli nel Figlio, fatti finalmente adulti e responsabili, possiamo testimoniare ed annunciare ai fratelli l'Amore del Padre , continuando a fare e insegnare fino agli estremi confini della terra quanto Lui cominciò ad insegnare dalla Galilea a Gerusalemme.
Diac. Giarlotto Ing. Lodovico 1° Lettura. Con la morte del Maestro cadono tutte le attese: “Noi speravamo …” diranno i due di Emmaus. La resurrezione risveglia le speranze. Ma gli anni passano, il Signore non torna e si riprende a dubitare. Luca scrive in questa situazione di crisi riferendo la risposta di Gesù alla domanda: ”Quando giungerà il regno di Dio?” (v.6). Il Risorto ammonisce: ”Smettetela di discutere sui tempi della fine del mondo. Impegnatevi piuttosto a portare a compimento la missione di testimonianza che vi è stata affidata!”. Salmo. E’ un grande inno a Jahweh del cui trionfo universale beneficia anche il popolo d’Israele. La prima e la seconda strofa sono un invito a tutti i popoli ad acclamare festosamente Dio, trascendente ed eccelso nella sua regalità. Il versetto 6 spiega la scelta del Salmo per la liturgia dell’Ascensione: le acclamazioni e il suono del corno celebrano Jahweh (oppure Gesù risorto) nella sua signoria su tutta la terra. Gesù, risorto e asceso, viene onorato nella sua regalità gloriosa di Figlio che siede alla destra del Padre. 2° Lettura. Paolo si onora del titolo di “prigioniero del Signore” per dare autorevolezza alla sua lettera. Le esortazioni concrete sono due; dapprima le tre virtù dell’umiltà, della mitezza e della sopportazione gli uni degli altri; poi lo sforzo di conservare l’unione dello Spirito nell’amore fraterno. Il versetto 8: “Ascendendo in cielo …” si riferisce al dono della Legge che Mosè ricevette sul Sinai. Per i cristiani Mosè è il Cristo risorto e vittorioso sulla morte, che ascende al cielo (la festa di oggi) e comunica i doni dello Spirito. Vangelo. Dopo la Pasqua, Gesù ha continuato a essere presente ma non più in modo percettibile con i sensi e i discepoli si sono sentiti soli e titubanti. Come portare avanti l’opera del Maestro? Era difficile accettare l’idea che una simile impresa fosse stata affidata a un gruppo di pescatori della Galilea. Matteo ricorda le ultime parole del Risorto: ”Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20). Gesù è voluto rimanere per sempre accanto ai discepoli anche se non più in modo percettibile con i sensi. Nella seconda parte del brano (vv. 17-18), Marco elenca cinque segni attraverso i quali il Risorto manifesta la sua presenza: “Coloro che … scacceranno demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e se berranno qualche veleno … imporranno le mani ai malati e questi guariranno …”. Gli apostoli li hanno realizzati non per competere con i maghi ma per testimoniare che il Risorto continuava a operare nel mondo. I giusti sono invitati a non temere le insidie di serpenti e veleni perché la forza che hanno ricevuto da Cristo li rende invulnerabili: “Ecco io vi ho dato il potere di … nulla vi potrà danneggiare” (Lc10,19). Nel v.19 è riassunto il tema della festa di oggi: “Il Signore Gesù … fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio”. Si tratta di un’affermazione teologica; Dio, infatti, non ha né destra né sinistra e in paradiso non si sta seduti. L’immagine si richiama agli usi delle corti orientali dove i sudditi, che avevano fornito prova di fedeltà eroica al loro signore, erano convocati nella reggia e, di fronte a tutti i notabili, erano invitati dal sovrano a sedersi alla sua destra. L’evangelista vuole dirci che Gesù, lo sconfitto secondo gli uomini, è stato proclamato da Dio “suo servo fedele”. Servendosi dell’immagine dell’intronizzazione del Messia, gli autori del Nuovo Testamento ripetono: Dio “lo ha fatto sedere alla sua destra” (1Pt 3,18-22). La frase conclusiva: “I discepoli partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore confermava la parola con i prodigi che la accompagnavano” (v.20), testimonia la convinzione dei primi discepoli di non essere soli, ma di avere sempre accanto il Signore Gesù che, insieme con loro, operava prodigi di salvezza.
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Prima Lettura
Fu elevato in alto sotto i loro occhi.
Dagli Atti degli Apostoli
At 1,1-11
Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo.
Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l'adempimento della promessa del Padre, «quella - disse - che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo».
Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra».
Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand'ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 46 (47)
R. Ascende il Signore tra canti di gioia.
Oppure:
Alleluia, alleluia, alleluia.
Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l'Altissimo,
grande re su tutta la terra. R.
Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni. R.
Perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo. R.
Seconda Lettura
Raggiungere la misura della pienezza di Cristo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
Ef 4,1-13
Fratelli, io, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell'amore, avendo a cuore di conservare l'unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace.
Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti.
A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. Per questo è detto: «Asceso in alto, ha portato con sé prigionieri, ha distribuito doni agli uomini». Ma cosa significa che ascese, se non che prima era disceso quaggiù sulla terra? Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per essere pienezza di tutte le cose.
Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all'uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo.
Parola di Dio.
Alleluia, alleluia.
Andate e fate discepoli tutti i popoli, dice il Signore.
Ecco, io sono con voi tutti i giorni,
fino alla fine del mondo. (Mt 28,19a.20b)
Alleluia.
Vangelo
Il Signore fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 16,15-20
In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.
Parola del Signore.
PAROLE DEL SANTO PADRE
Sembra davvero troppo audace l’incarico che Gesù affida a un piccolo gruppo di uomini semplici e senza grandi capacità intellettuali! Eppure questa sparuta compagnia, irrilevante di fronte alle grandi potenze del mondo, è inviata a portare il messaggio d’amore e di misericordia di Gesù in ogni angolo della terra. L’Ascensione del Signore al cielo, mentre inaugura una nuova forma di presenza di Gesù in mezzo a noi, ci chiede di avere occhi e cuore per incontrarlo, per servirlo e per testimoniarlo agli altri. In questo itinerario noi incontriamo Cristo stesso nei fratelli, soprattutto nei più poveri, in quelli che soffrono nella propria carne la dura e mortificante esperienza di vecchie e nuove povertà. (Regina Caeli, 13 maggio 2018)
S. FAUSTI – L'Ascensione compie il giorno senza fine di Pasqua. Il ritorno del Figlio al Padre costituisce il senso pieno del mistero pasquale, il punto d'arrivo dell'esodo e della creazione stessa.
L'uscita dalla terra, dal sepolcro, termina con l'ingresso in cielo : la creatura si ricongiunge al suo Creatore. Dopo l'Ascensione, Dio non ha più nulla da dire o da dare.
Ha già detto e dato tutto nella carne di Gesù.
C'è solo la necessità continua di ricevere il Suo Spirito, che ce Lo faccia conoscere e vivere.
La Sua Ascensione - esaltazione della Sua umanità alla dignità del Figlio di Dio – è certezza di benedizione per ogni uomo. Dopo un lungo travaglio, è nato il Capo.
Ma dove è il Capo, sarà tutto il Corpo. In Lui vediamo la speranza alla quale siamo stati chiamati , il tesoro di gloria che racchiude la nostra eredità (Ef 1,18).
In Gesù che ascende al cielo conosciamno compiutamente il mistero dell'uomo e del suo corpo.
Sappiamo da dove viene perché vediamo dove va : viene dal Padre della Luce, e a Lui ritorna.
La nostra vita non è più sospesa nel nulla ; ha trovato il suo principio e il suo fine.
Gesù non ci lascia orfani e senza patria. Proprio con il Suo distare ci indica il Padre e la Sua casa, dove Lui ci ha preceduto.
La nostra patria è nei cieli e la nostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio.
In Lui anche noi siamo già risorti, fatti sedere nei cieli e glorificati (Fil 3,20).
Dove è Lui nostro tesoro , lì è anche il nostro cuore., e dove è il nostro cuore, lì saremo anche noi.
Il comandamento dell'amore è la via per raggiungerlo.
Ora conosciamo finalmente chi cerchiamo e come trovarlo.
La glorificazione di Gesù con il Suo corpo è la realizzazione della brama più profonda che il Dio della vita ha messo nell'uomo : diventare come Lui, vincendo la morte.
Non è un sogno proibito, (Gen 3,4)ma il dono che Lui ci vuole fare.
Per questo i discepoli son colmi di gioia! Il Signore, ascendendo in alto, ha compiuto i più grandi prodigi in nostro favore (Ef 4,8).
Ha distrutto la schiavitù che ci separa dalla patria del desiderio, vincendo la nostra morte e dando Se stesso come senso della nostra vita ; ha distribuito tutti i Suoi doni, offrendoci il Suo Spirito e la possibilità di vivere la Sua Vita.
Ora siamo liberi, simili a Lui, e vediamo in Lui chi siamo noi.
Figli nel Figlio, fatti finalmente adulti e responsabili, possiamo testimoniare ed annunciare ai fratelli l'Amore del Padre , continuando a fare e insegnare fino agli estremi confini della terra quanto Lui cominciò ad insegnare dalla Galilea a Gerusalemme.
Diac. Giarlotto Ing. Lodovico 1° Lettura. Con la morte del Maestro cadono tutte le attese: “Noi speravamo …” diranno i due di Emmaus.
La resurrezione risveglia le speranze. Ma gli anni passano, il Signore non torna e si riprende a dubitare. Luca
scrive in questa situazione di crisi riferendo la risposta di Gesù alla domanda: ”Quando giungerà il regno di
Dio?” (v.6). Il Risorto ammonisce: ”Smettetela di discutere sui tempi della fine del mondo. Impegnatevi
piuttosto a portare a compimento la missione di testimonianza che vi è stata affidata!”.
Salmo. E’ un grande inno a Jahweh del cui trionfo universale beneficia anche il popolo d’Israele. La prima e
la seconda strofa sono un invito a tutti i popoli ad acclamare festosamente Dio, trascendente ed eccelso
nella sua regalità. Il versetto 6 spiega la scelta del Salmo per la liturgia dell’Ascensione: le acclamazioni e il
suono del corno celebrano Jahweh (oppure Gesù risorto) nella sua signoria su tutta la terra. Gesù, risorto e
asceso, viene onorato nella sua regalità gloriosa di Figlio che siede alla destra del Padre.
2° Lettura. Paolo si onora del titolo di “prigioniero del Signore” per dare autorevolezza alla sua lettera. Le
esortazioni concrete sono due; dapprima le tre virtù dell’umiltà, della mitezza e della sopportazione gli uni
degli altri; poi lo sforzo di conservare l’unione dello Spirito nell’amore fraterno. Il versetto 8: “Ascendendo
in cielo …” si riferisce al dono della Legge che Mosè ricevette sul Sinai. Per i cristiani Mosè è il Cristo risorto
e vittorioso sulla morte, che ascende al cielo (la festa di oggi) e comunica i doni dello Spirito.
Vangelo. Dopo la Pasqua, Gesù ha continuato a essere presente ma non più in modo percettibile con i sensi
e i discepoli si sono sentiti soli e titubanti. Come portare avanti l’opera del Maestro? Era difficile accettare
l’idea che una simile impresa fosse stata affidata a un gruppo di pescatori della Galilea. Matteo ricorda le
ultime parole del Risorto: ”Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20). Gesù è
voluto rimanere per sempre accanto ai discepoli anche se non più in modo percettibile con i sensi.
Nella seconda parte del brano (vv. 17-18), Marco elenca cinque segni attraverso i quali il Risorto manifesta
la sua presenza: “Coloro che … scacceranno demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i
serpenti e se berranno qualche veleno … imporranno le mani ai malati e questi guariranno …”. Gli apostoli li
hanno realizzati non per competere con i maghi ma per testimoniare che il Risorto continuava a operare nel
mondo. I giusti sono invitati a non temere le insidie di serpenti e veleni perché la forza che hanno ricevuto
da Cristo li rende invulnerabili: “Ecco io vi ho dato il potere di … nulla vi potrà danneggiare” (Lc10,19).
Nel v.19 è riassunto il tema della festa di oggi: “Il Signore Gesù … fu assunto in cielo e sedette alla destra di
Dio”. Si tratta di un’affermazione teologica; Dio, infatti, non ha né destra né sinistra e in paradiso non si sta
seduti. L’immagine si richiama agli usi delle corti orientali dove i sudditi, che avevano fornito prova di
fedeltà eroica al loro signore, erano convocati nella reggia e, di fronte a tutti i notabili, erano invitati dal
sovrano a sedersi alla sua destra. L’evangelista vuole dirci che Gesù, lo sconfitto secondo gli uomini, è stato
proclamato da Dio “suo servo fedele”. Servendosi dell’immagine dell’intronizzazione del Messia, gli autori
del Nuovo Testamento ripetono: Dio “lo ha fatto sedere alla sua destra” (1Pt 3,18-22).
La frase conclusiva: “I discepoli partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore confermava la
parola con i prodigi che la accompagnavano” (v.20), testimonia la convinzione dei primi discepoli di non
essere soli, ma di avere sempre accanto il Signore Gesù che, insieme con loro, operava prodigi di salvezza.
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