sabato 10 febbraio 2018

B - 6 DOM.T.O.


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immagini,omelie e preghiere ha detto...

S. FAUSTI - “Voglio, sii mondato!”, risponde Gesù. Per questo è uscito : per mondare l'uomo dalla sua lebbra.
Espulso nel deserto, senza relazioni con nessuno, è l'uomo gettato da vivo nell'inferno della solitudine.
L'unica legge che è tenuto ad osservare, è quella di autoescludersi gridando il suo male a chi inavvertitamente lo avvicinasse!
La legge, che discerne tra puro e impuro, tra bene e male, tra giusto e peccatore,non può che giustamente distinguere, dividere e segregare. Nel vano tentativo di difendere la vita, non può far altro che constatare la morte.
Gesù invece è la “Buona Notizia” di uno che tocca il lebbroso guarendolo,perdona il male sanandolo,
assolve il peccatore giustificandolo. Gli esclusi dalla legge sono i destinatari di questo dono.
Infatti è medico, venuto per i malati e non per i sani (2,17).
Questo miracolo, introduce una sezione di cinque dispute sulla differenza tra la legge e il Vangelo.
Alla fine sarà decretata la morte di Gesù. Il lebbroso mondato rappresenta il passaggio dall'uomo vecchio, che la legge relega nella morte , a quello nuovo che annuncia la “buona notizia”.
Egli chiede un miracolo, sa cosa volere , e chiede ciò che vuole.
Ciò che Gesù fa a loro è un'istruzione per noi, che così sappiamo cosa volere e chiedergli : esattamente il dono che fa loro. I Suoi prodigi servono a liberare le nostre aspirazioni profonde, lasciate sopite perchè ritenute impossibili. Vedendole invece realizzate, abbiamo il coraggio di sperare e cominciamo a chiedere, aprendo la mano per ricevere ciò che Lui ci vuol donare.
Le parole brevi che Gesù aggiunge ai miracoli sono un'educazione di questi desideri : spiegano ciò che Lui vuol darmi al di là dei miei stessi desideri, che restano sempre ambigui finchè son mossi più dalle mie paure che dalle Sue promesse. Solo così posso rispondere correttamente alla Sua domanda : “Cosa vuoi che io ti faccia?” e chiedere , volendo ciò che Lui vuol darmi.
Nel miracolo non si dice né il nome, né il luogo, né il tempo, in modo che il nome sia il mio, il luogo sia qui e il tempo sia ora, Quando ascolto il Vangelo, l'ex lebbroso stesso lo proclama, come Gesù, se mi converto e mi affido a Gesù, per me si realizza qui e ora ciò che viene raccontato.
Tutto ciò che Gesù fa e dice nel seguito del Vangelo è quanto vuol darmi e quanto posso, anzi devo, desiderare da Lui, con umiltà e fiducia, chiedendolo con insistenza.

B - PENTECOSTE