lunedì 4 dicembre 2023

B - 2 DOMENICA DI AVVENTO




 

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Antifona
Popolo di Sion, il Signore verrà a salvare i popoli
e farà udire la sua voce maestosa
nella letizia del vostro cuore. ( Is 30,19.30)

Dio grande e misericordioso,
fa’ che il nostro impegno nel mondo
non ci ostacoli nel cammino verso il tuo Figlio,
ma la sapienza che viene dal cielo
ci guidi alla comunione
con il Cristo, nostro Salvatore.
Egli è Dio, e vive e regna con te.

¬Oppure:

O Dio, Padre di ogni consolazione,
che all’umanità pellegrina nel tempo
hai promesso nuovi cieli e terra nuova,
parla oggi al cuore del tuo popolo,
perché, in purezza di fede e santità di vita,
possa camminare verso il giorno
in cui ti manifesterai pienamente
e ogni uomo vedrà la tua salvezza.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.

Credo.

Prima Lettura
Preparate la via al Signore.
Dal libro del profeta Isaìa
Is 40,1-5.9-11

«Consolate, consolate il mio popolo - dice il vostro Dio -.
Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta, la sua colpa è scontata, perché ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi peccati».
Una voce grida: «Nel deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio.
Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in vallata.
Allora si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini insieme la vedranno, perché la bocca del Signore ha parlato».
Sali su un alto monte, tu che annunci liete notizie a Sion!
Alza la tua voce con forza, tu che annunci liete notizie a Gerusalemme.
Alza la voce, non temere; annuncia alle città di Giuda:
«Ecco il vostro Dio!
Ecco, il Signore Dio viene con potenza, il suo braccio esercita il dominio.
Ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede.
Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna;
porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri».

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale
Dal Sal 84 (85)

R. Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza.

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli.
Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra. R.

Amore e verità s'incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo. R.

Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino. R.

Seconda lettura
Aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova.
Dalla seconda lettera di san Pietro apostolo
2Pt 3,8-14

Una cosa non dovete perdere di vista, carissimi: davanti al Signore un solo giorno è come mille anni e mille anni come un solo giorno.
Il Signore non ritarda nel compiere la sua promessa, anche se alcuni parlano di lentezza. Egli invece è magnanimo con voi, perché non vuole che alcuno si perda, ma che tutti abbiano modo di pentirsi.
Il giorno del Signore verrà come un ladro; allora i cieli spariranno in un grande boato, gli elementi, consumati dal calore, si dissolveranno e la terra, con tutte le sue opere, sarà distrutta.
Dato che tutte queste cose dovranno finire in questo modo, quale deve essere la vostra vita nella santità della condotta e nelle preghiere, mentre aspettate e affrettate la venuta del giorno di Dio, nel quale i cieli in fiamme si dissolveranno e gli elementi incendiati fonderanno!
Noi infatti, secondo la sua promessa, aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali abita la giustizia. Perciò, carissimi, nell'attesa di questi eventi, fate di tutto perché Dio vi trovi in pace, senza colpa e senza macchia.

Parola di Dio.

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Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.

Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio! (Lc 3,4.6)

Alleluia.

Vangelo
Raddrizzate le vie del Signore.
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 1,1-8

Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.
Come sta scritto nel profeta Isaìa: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

Parola del Signore.

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PAPA FRANCESCO

ANGELUS
6 dicembre 2020
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Il Vangelo di questa domenica (Mc 1,1-8) presenta la figura e l’opera di Giovanni il Battista. Egli indicò ai suoi contemporanei un itinerario di fede simile a quello che l’Avvento propone a noi, che ci prepariamo a ricevere il Signore nel Natale. Questo itinerario di fede è un itinerario di conversione. Che cosa significa la parola “conversione”? Nella Bibbia vuol dire anzitutto cambiare direzione e orientamento; e quindi anche cambiare il modo di pensare. Nella vita morale e spirituale, convertirsi significa rivolgersi dal male al bene, dal peccato all’amore di Dio. E questo è quello che insegnava il Battista, che nel deserto della Giudea «proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati» (v. 4). Ricevere il battesimo era segno esterno e visibile della conversione di coloro che ascoltavano la sua predicazione e si decidevano a fare penitenza. Quel battesimo avveniva con l’immersione nel Giordano, nell’acqua, ma esso risultava inutile, era un segno soltanto e risultava inutile se non c’era la disponibilità a pentirsi e cambiare vita.

La conversione comporta il dolore per i peccati commessi, il desiderio di liberarsene, il proposito di escluderli per sempre dalla propria vita. Per escludere il peccato, bisogna rifiutare anche tutto ciò che è legato ad esso, le cose che sono legate al peccato e cioè bisogna rifiutare la mentalità mondana, la stima eccessiva delle comodità, la stima eccessiva del piacere, del benessere, delle ricchezze. L’esempio di questo distacco ci viene ancora una volta dal Vangelo di oggi nella figura di Giovanni il Battista: un uomo austero, che rinuncia al superfluo e ricerca l’essenziale. Ecco il primo aspetto della conversione: distacco dal peccato e dalla mondanità. Incominciare un cammino di distacco da queste cose.

L’altro aspetto della conversione è la fine del cammino, cioè la ricerca di Dio e del suo regno. Distacco dalle cose mondane e ricerca di Dio e del suo regno. L’abbandono delle comodità e della mentalità mondana non è fine a sé stesso, non è un’ascesi solo per fare penitenza: il cristiano non fa “il fachiro”. È un’altra cosa. Non è fine a sé stesso, il distacco, ma è finalizzato al conseguimento di qualcosa di più grande, cioè il regno di Dio, la comunione con Dio, l’amicizia con Dio. Ma questo non è facile, perché sono tanti i legami che ci tengono vicini al peccato, e non è facile… La tentazione sempre tira giù, tira giù, e così i legami che ci tengono vicini al peccato: l’incostanza, lo scoraggiamento, la malizia, gli ambienti nocivi, i cattivi esempi. A volte è troppo debole la spinta che sentiamo verso il Signore e sembra quasi che Dio taccia; ci sembrano lontane e irreali le sue promesse di consolazione, come l’immagine del pastore premuroso e sollecito, che risuona oggi nella lettura di Isaia (cfr Is 40,1.11).

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---> E allora si è tentati di dire che è impossibile convertirsi veramente. Quante volte abbiamo sentito questo scoraggiamento! “No, non ce la faccio. Io incomincio un po’ e poi torno indietro”. E questo è brutto. Ma è possibile, è possibile. Quando ti viene questo pensiero di scoraggiarti, non rimanere lì, perché questo è sabbia mobile, è sabbia mobile: la sabbia mobile di un’esistenza mediocre. La mediocrità è questo. Che cosa si può fare in questi casi, quando uno vorrebbe andare ma sente che non ce la fa? Prima di tutto ricordarci che la conversione è una grazia: nessuno può convertirsi con le proprie forze. È una grazia che ti dà il Signore, e pertanto da chiedere a Dio con forza, chiedere a Dio che Lui ci converta, che davvero noi possiamo convertirci, nella misura in cui ci apriamo alla bellezza, alla bontà, alla tenerezza di Dio. Pensate alla tenerezza di Dio. Dio non è un padre brutto, un padre cattivo, no. È tenero, ci ama tanto, come il buon Pastore, che cerca l’ultima del suo gregge. È amore, e la conversione è questo: una grazia di Dio. Tu incomincia a camminare, perché è Lui che ti muove a camminare, e tu vedrai come Lui arriverà. Prega, cammina e sempre si farà un passo in avanti.
Maria Santissima, che dopodomani celebreremo come l’Immacolata, ci aiuti a staccarci sempre più dal peccato e dalle mondanità, per aprirci a Dio, alla sua parola, al suo amore che rigenera e salva.

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FAUSTI Il “principio” del Vangelo di Gesù Cristo Figlio di Dio, principio della nuova creazione, con cui si apre la Scrittura (Gn1,1) è solo l'eco anticipata come promessa, è incarnato dall'atteggiamento del Battista che scorge la realtà come giudizio e salvezza di Dio per l'uomo.
Per questo il Battista non è solo un profeta, ma “più che un profeta” (Mt 11,9) , perché introduce in quella novità assoluta del Vangelo che i profeti, solo da lontano, avevano predetto.
Egli chiude il tempo vecchio, e sta in attesa, indicando verso il “nuovo” che appare in Gesù Cristo.
In lui si concentra e si libra alfine, nella sua realizzazione, tutta l'aspettativa dell Antico Testamento, della quale i profeti avevano annunciato l'adempimento nel futuro. Marco esprime tutto questo con una breve citazione, attribuita a Isaia, che è comprensibile solo nel contesto da cui le sue due parti sono stralciate. La prima parte della citazione riferisce l'avverarsi del giudizio di Dio, predetto da Malachia (3,1-9) che annienterà e schiaccerà ogni ingiustizia sula terra.
Nulla può sfuggire all'” Ecco, faccio nuove tutte le cose” (Ap 21,5) del regno che viene.
La seconda parte della citazione è presa dal libro “della consolazione” di Isaia, risuona in esso, l 'inno di libertà del popolo salvato dal Signore, è terminata finalmente l'oppressione !.
Il Battista ci esorta a vedere la realtà con occhi nuovi in questi termini . Il Signore è qui, il Suo giudizio sul presente è da cogliere nella distruzione ,sospirata e temuta, dell'oppressione e dall'altra nella liberazione, sognata e cantata, dell'oppresso.
Il Signore è presente e si lascia trovare . Egli è vicino.
A Lui ora bisogna volgersi :”Ecco il vostro Dio” (Is 40,9) in mezzo a voi!
Da qui nasce il vigoroso appello alla conversione che il Battista ci rivolge e la chiamata a un nuovo esodo. Infatti “ Accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme”.
La Giudea e Gerusalemme sono il luogo sacro , dal quale ora bisogna uscire, passando attraverso un nuovo mar Rosso, per liberarsi dalla schiavitù della legge e accogliere lo Spirito che vivifica.
Per questo il messaggio del Battista è quello dell'attesa. Non come quella degli antichi profeti, ma dell'attenzione a scorgere il Dio presente. “In mezzo a voi sta Uno che voi non conoscete...”
Il Battista sa che dietro la realtà presente si cela qualcosa di più grande , Uno più forte, al quale bisogna cedere il passo e che viene subito dopo : tutta la nostra attenzione è rivolta a questo “dopo”, rappresentato da Gesù, il Figlio che ha percorso il cammino di Dio tra gli uomini, aprendolo anche a noi tutti, con l'effusione dello Spirito, perché noi pure ci possiamo avviare sullo stesso cammino. Emerge così, il tema della sequela di Gesù, sentito così fortemente dagli Apostoli e dai primi cristiani, da essere il filo conduttore del vangelo di Marco, il quale ci presenta appunto Colui che va seguito.
Gesù è l'atteso. È il Signore che viene per immergerci nel suo Spirito, adempiendo la sua giustizia e guidandoci verso il ritorno a casa dall'esilio.
Il discepolo deve coltivare quei desideri dentro di sé: i desideri sono il bisogno di fratellanza e libertà, il coraggio di uscire, la forza di affrontare il deserto, la conoscenza del peccato e il desiderio del perdono, il desiderio di conversione, l'attesa di "Colui che è più forte" che viene e il dono del suo Spirito. Tutto ciò che Gesù farà e dirà nel resto del Vangelo, sarà gradualmente compreso e sperimentato da questi desideri, sia che siano già all'interno del discepolo o indotti dagli insegnamenti e dall'esempio di Gesù.

B - PENTECOSTE