Nella giustizia contemplerò il tuo volto, al mio risveglio mi sazierò della tua presenza. ( Sal 16,15)
O Dio, che mostri agli erranti la luce della tua verità perché possano tornare sulla retta via, concedi a tutti coloro che si professano cristiani di respingere ciò che è contrario a questo nome e di seguire ciò che gli è conforme.
O Padre, che chiami tutti gli uomini a essere tuoi figli in Cristo, concedi alla tua Chiesa di confidare solo nella forza dello Spirito per testimoniare a tutti le ricchezze della tua grazia. Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura Va’, profetizza al mio popolo.
Dal libro del profeta Amos Am 7,12-15
In quei giorni, Amasìa, [sacerdote di Betel,] disse ad Amos: «Vattene, veggente, ritìrati nella terra di Giuda; là mangerai il tuo pane e là potrai profetizzare, ma a Betel non profetizzare più, perché questo è il santuario del re ed è il tempio del regno». Amos rispose ad Amasìa e disse: «Non ero profeta né figlio di profeta; ero un mandriano e coltivavo piante di sicomòro. Il Signore mi prese, mi chiamò mentre seguivo il gregge. Il Signore mi disse: Va’, profetizza al mio popolo Israele».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 84 (85)
R. Mostraci, Signore, la tua misericordia.
Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore: egli annuncia la pace per il suo popolo, per i suoi fedeli. Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme, perché la sua gloria abiti la nostra terra. R.
Amore e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno. Verità germoglierà dalla terra e giustizia si affaccerà dal cielo. R.
Certo, il Signore donerà il suo bene e la nostra terra darà il suo frutto; giustizia camminerà davanti a lui: i suoi passi tracceranno il cammino. R.
Seconda Lettura In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni Ef 1,3-14
Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d'amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato. In lui, mediante il suo sangue, abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe, secondo la ricchezza della sua grazia. Egli l'ha riversata in abbondanza su di noi con ogni sapienza e intelligenza, facendoci conoscere il mistero della sua volontà, secondo la benevolenza che in lui si era proposto per il governo della pienezza dei tempi: ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra. In lui siamo stati fatti anche eredi, predestinati - secondo il progetto di colui che tutto opera secondo la sua volontà - a essere lode della sua gloria, noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo. In lui anche voi, dopo avere ascoltato la parola della verità, il Vangelo della vostra salvezza, e avere in esso creduto, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è caparra della nostra eredità, in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato a lode della sua gloria.
Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo illumini gli occhi del nostro cuore per farci comprendere a quale speranza ci ha chiamati. (Cf. Ef 1,17-18)
Alleluia.
Vangelo Prese a mandarli.
Dal Vangelo secondo Marco Mc 6,7-13
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
Il Vangelo di oggi ( Mc 6,7-13) narra il momento in cui Gesù invia i Dodici in missione. Dopo averli chiamati per nome ad uno ad uno, «perché stessero con lui» (Mc 3,14) ascoltando le sue parole e osservando i suoi gesti di guarigione, ora li convoca di nuovo per «mandarli a due a due» (6,7) nei villaggi dove Lui stava per recarsi. E’ una sorta di “tirocinio” di quello che saranno chiamati a fare dopo la Risurrezione del Signore con la potenza dello Spirito Santo.
Il brano evangelico si sofferma sullo stile del missionario, che possiamo riassumere in due punti: la missione ha un centro; la missione ha un volto.
Il discepolo missionario ha prima di tutto un suo centro di riferimento, che è la persona di Gesù. Il racconto lo indica usando una serie di verbi che hanno Lui per soggetto – «chiamò a sé», «prese a mandarli», «dava loro potere», «ordinò», «diceva loro» (vv. 7.8.10) –, cosicché l’andare e l’operare dei Dodici appare come l’irradiarsi da un centro, il riproporsi della presenza e dell’opera di Gesù nella loro azione missionaria. Questo manifesta come gli Apostoli non abbiano niente di proprio da annunciare, né proprie capacità da dimostrare, ma parlano e agiscono in quanto “inviati”, in quanto messaggeri di Gesù.
Questo episodio evangelico riguarda anche noi, e non solo i sacerdoti, ma tutti i battezzati, chiamati a testimoniare, nei vari ambienti di vita, il Vangelo di Cristo. E anche per noi questa missione è autentica solo a partire dal suo centro immutabile che è Gesù. Non è un’iniziativa dei singoli fedeli né dei gruppi e nemmeno delle grandi aggregazioni, ma è la missione della Chiesa inseparabilmente unita al suo Signore. Nessun cristiano annuncia il Vangelo “in proprio”, ma solo inviato dalla Chiesa che ha ricevuto il mandato da Cristo stesso. È proprio il Battesimo che ci rende missionari. Un battezzato che non sente il bisogno di annunciare il Vangelo, di annunciare Gesù, non è un buon cristiano.
La seconda caratteristica dello stile del missionario è, per così dire, un volto, che consiste nella povertà dei mezzi. Il suo equipaggiamento risponde a un criterio di sobrietà. I Dodici, infatti, hanno l’ordine di «non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura» (v. 8). Il Maestro li vuole liberi e leggeri, senza appoggi e senza favori, sicuri solo dell’amore di Lui che li invia, forti solo della sua parola che vanno ad annunciare. Il bastone e i sandali sono la dotazione dei pellegrini, perché tali sono i messaggeri del regno di Dio, non manager onnipotenti, non funzionari inamovibili, non divi in tournée. Pensiamo, ad esempio, a questa Diocesi della quale io sono il Vescovo. Pensiamo ad alcuni santi di questa Diocesi di Roma: San Filippo Neri, San Benedetto Giuseppe Labre, Sant’Alessio, Santa Ludovica Albertini, Santa Francesca Romana, San Gaspare Del Bufalo e tanti altri. Non erano funzionari o imprenditori, ma umili lavoratori del Regno. Avevano questo volto. E a questo “volto” appartiene anche il modo in cui viene accolto il messaggio: può infatti accadere di non essere accolti o ascoltati ( v. 11). Anche questo è povertà: l’esperienza del fallimento. La vicenda di Gesù, che fu rifiutato e crocifisso, prefigura il destino del suo messaggero. E solo se siamo uniti a Lui, morto e risorto, riusciamo a trovare il coraggio dell’evangelizzazione.
La Vergine Maria, prima discepola e missionaria della Parola di Dio, ci aiuti a portare nel mondo il messaggio del Vangelo in una esultanza umile e radiosa, oltre ogni rifiuto, incomprensione o tribolazione.
FAUSTI - “Chiama innanzi i dodici e cominciò ad inviarli” I Dodici furono prima chiamati ciascuno singolarmente a seguirlo. Poi furono comunitariamente costituiti per “essere con Lui”. Ora sono inviati ai fratelli a due a due. Questo brano è un “breviario di viaggio”, perché gli inviati non dimentichino di riprodurre il Volto di chi li invia. E' la carta di identità della Chiesa apostolica , ossia mandata da Gesù - la cui missione fu in povertà , e passò attraverso il fallimento, nascondimento, impotenza e piccolezza. Chi è mandato ai fratelli riceve il più grande dono del Padre : è pienamente associato al Figlio, partecipe del mistero che annuncia. Con l'invio dei dodici , Gesù non è più solo. Comincia ad essere il primo di numerosi fratelli, un chicco che già si è moltiplicato. Questa prima missione ad Israele è già un raccolto che si semina per un altro successivo, che sarà sempre più abbondante , fino alla fine dei tempi, quando tutti gli uomini mangeranno il pane del Figlio. L'annuncio dell'Evangelo è sempre in povertà, perché proclama la Croce che ha vinto il mondo. Più di ciò che bisogna dire, Gesù si mostra preoccupato di ciò che bisogna essere. Ciò che sei, grida più forte di ciò che dici. E' vero che la Parola di Dio è efficace di per sé ; non è la mia testimonianza a renderla credibile. Tuttavia la mia contro-testimonianza ha il potere di renderla incredibile. Nel male ho sempre un potere maggiore che nel bene : non so creare un fiore, so però distruggerlo! La povertà che Gesù “ordina “ viene dalla gioia di chi ha scoperto il tesoro (Mt 13,44) , e conduce alla vittoria sul peccato del mondo – che consiste nella brama di avere, di potere e di apparire, strumenti mortali escogitati dalla paura della morte. La Sua povertà non è una privazione, ma un valore sommo, anzi la somma dei valori della Sua vita. Infatti Dio, essendo Amore , è povero. Il Suo avere è il Suo essere, e il Suo essere è essere dell'altro, nel dono di Sé del Padre al Figlio e del Figlio al Padre , nell'unico Spirito. Anche per noi la povertà è la condizione per amare. Infatti finché hai cose, dai cose , quando hai nulla, dai te stesso. Solo allora ami veramente e puoi condividere. Inoltre ciò che hai, ti divide dall'altro , ciò che dai, ti unisce, e ti fa solidale con lui. Finché non sei povero, ogni cosa che dai è solo esercizio di potere. Già nell'A. Testamento povertà, piccolezza e impotenza sono i mezzi che Dio sceglie per vincere. Infatti ha scelto ciò che è stolto e debole per confondere i sapienti e i forti , ciò che è ignobile, disprezzato e nulla, per ridurre a nulla le cose che sono (1Cor1,27). D'altra parte noi conosciamo la grazia del Signore nostro Gesù che da ricco che era si fece povero perché noi diventassimo ricchi per mezzo della Sua povertà (2Cor 8,9). Questa lezione l'avevano appresa bene Pietro e Giovanni, quando compirono il primo miracolo della Chiesa nascente. Fecero camminare lo storpio con le parole .”Non possiedo né oro né argento, ma quello che ho te lo do : nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina”. (At 3,6). Se avessero avuto argento e oro, avrebbero fatto un'opera buona, magari un istituto per storpi! Ma la fede può venire solo dall'annuncio fatto in debolezza, perché è libera risposta alla Parola di Cristo. Per questo Paolo si presenta in debolezza, con molto timore e trepidazione, riponendo tutta la sua sapienza in Cristo, e in Cristo Crocifisso (1Cor 2,2) . E dice : “Quando sono debole, è allora che sono forte (2Cor 12,10), forte della fiducia in Dio, la cui debolezza è più forte degli uomini. Gesù invia i suoi in povertà, come il Padre ha inviato Lui.
4 commenti:
Antifona
Nella giustizia contemplerò il tuo volto,
al mio risveglio mi sazierò della tua presenza. ( Sal 16,15)
O Dio, che mostri agli erranti la luce della tua verità
perché possano tornare sulla retta via,
concedi a tutti coloro che si professano cristiani
di respingere ciò che è contrario a questo nome
e di seguire ciò che gli è conforme.
O Padre, che chiami tutti gli uomini
a essere tuoi figli in Cristo,
concedi alla tua Chiesa
di confidare solo nella forza dello Spirito
per testimoniare a tutti le ricchezze della tua grazia.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura
Va’, profetizza al mio popolo.
Dal libro del profeta Amos
Am 7,12-15
In quei giorni, Amasìa, [sacerdote di Betel,] disse ad Amos: «Vattene, veggente, ritìrati nella terra di Giuda; là mangerai il tuo pane e là potrai profetizzare, ma a Betel non profetizzare più, perché questo è il santuario del re ed è il tempio del regno».
Amos rispose ad Amasìa e disse:
«Non ero profeta né figlio di profeta;
ero un mandriano e coltivavo piante di sicomòro.
Il Signore mi prese,
mi chiamò mentre seguivo il gregge.
Il Signore mi disse:
Va’, profetizza al mio popolo Israele».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 84 (85)
R. Mostraci, Signore, la tua misericordia.
Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli.
Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra. R.
Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo. R.
Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino. R.
Seconda Lettura
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
Ef 1,3-14
Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo
per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità,
predestinandoci a essere per lui figli adottivi
mediante Gesù Cristo,
secondo il disegno d'amore della sua volontà,
a lode dello splendore della sua grazia,
di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.
In lui, mediante il suo sangue,
abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe,
secondo la ricchezza della sua grazia.
Egli l'ha riversata in abbondanza su di noi
con ogni sapienza e intelligenza,
facendoci conoscere il mistero della sua volontà,
secondo la benevolenza che in lui si era proposto
per il governo della pienezza dei tempi:
ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose,
quelle nei cieli e quelle sulla terra.
In lui siamo stati fatti anche eredi,
predestinati - secondo il progetto di colui
che tutto opera secondo la sua volontà -
a essere lode della sua gloria,
noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.
In lui anche voi,
dopo avere ascoltato la parola della verità,
il Vangelo della vostra salvezza,
e avere in esso creduto,
avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso,
il quale è caparra della nostra eredità,
in attesa della completa redenzione
di coloro che Dio si è acquistato a lode della sua gloria.
Parola di Dio.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo
illumini gli occhi del nostro cuore
per farci comprendere a quale speranza ci ha chiamati. (Cf. Ef 1,17-18)
Alleluia.
Vangelo
Prese a mandarli.
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 6,7-13
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
Parola del Signore.
PAPA FRANCESCO
ANGELUS 15 luglio 2018
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Il Vangelo di oggi ( Mc 6,7-13) narra il momento in cui Gesù invia i Dodici in missione. Dopo averli chiamati per nome ad uno ad uno, «perché stessero con lui» (Mc 3,14) ascoltando le sue parole e osservando i suoi gesti di guarigione, ora li convoca di nuovo per «mandarli a due a due» (6,7) nei villaggi dove Lui stava per recarsi. E’ una sorta di “tirocinio” di quello che saranno chiamati a fare dopo la Risurrezione del Signore con la potenza dello Spirito Santo.
Il brano evangelico si sofferma sullo stile del missionario, che possiamo riassumere in due punti: la missione ha un centro; la missione ha un volto.
Il discepolo missionario ha prima di tutto un suo centro di riferimento, che è la persona di Gesù. Il racconto lo indica usando una serie di verbi che hanno Lui per soggetto – «chiamò a sé», «prese a mandarli», «dava loro potere», «ordinò», «diceva loro» (vv. 7.8.10) –, cosicché l’andare e l’operare dei Dodici appare come l’irradiarsi da un centro, il riproporsi della presenza e dell’opera di Gesù nella loro azione missionaria. Questo manifesta come gli Apostoli non abbiano niente di proprio da annunciare, né proprie capacità da dimostrare, ma parlano e agiscono in quanto “inviati”, in quanto messaggeri di Gesù.
Questo episodio evangelico riguarda anche noi, e non solo i sacerdoti, ma tutti i battezzati, chiamati a testimoniare, nei vari ambienti di vita, il Vangelo di Cristo. E anche per noi questa missione è autentica solo a partire dal suo centro immutabile che è Gesù. Non è un’iniziativa dei singoli fedeli né dei gruppi e nemmeno delle grandi aggregazioni, ma è la missione della Chiesa inseparabilmente unita al suo Signore. Nessun cristiano annuncia il Vangelo “in proprio”, ma solo inviato dalla Chiesa che ha ricevuto il mandato da Cristo stesso. È proprio il Battesimo che ci rende missionari. Un battezzato che non sente il bisogno di annunciare il Vangelo, di annunciare Gesù, non è un buon cristiano.
La seconda caratteristica dello stile del missionario è, per così dire, un volto, che consiste nella povertà dei mezzi. Il suo equipaggiamento risponde a un criterio di sobrietà. I Dodici, infatti, hanno l’ordine di «non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura» (v. 8). Il Maestro li vuole liberi e leggeri, senza appoggi e senza favori, sicuri solo dell’amore di Lui che li invia, forti solo della sua parola che vanno ad annunciare. Il bastone e i sandali sono la dotazione dei pellegrini, perché tali sono i messaggeri del regno di Dio, non manager onnipotenti, non funzionari inamovibili, non divi in tournée. Pensiamo, ad esempio, a questa Diocesi della quale io sono il Vescovo. Pensiamo ad alcuni santi di questa Diocesi di Roma: San Filippo Neri, San Benedetto Giuseppe Labre, Sant’Alessio, Santa Ludovica Albertini, Santa Francesca Romana, San Gaspare Del Bufalo e tanti altri. Non erano funzionari o imprenditori, ma umili lavoratori del Regno. Avevano questo volto. E a questo “volto” appartiene anche il modo in cui viene accolto il messaggio: può infatti accadere di non essere accolti o ascoltati ( v. 11). Anche questo è povertà: l’esperienza del fallimento. La vicenda di Gesù, che fu rifiutato e crocifisso, prefigura il destino del suo messaggero. E solo se siamo uniti a Lui, morto e risorto, riusciamo a trovare il coraggio dell’evangelizzazione.
La Vergine Maria, prima discepola e missionaria della Parola di Dio, ci aiuti a portare nel mondo il messaggio del Vangelo in una esultanza umile e radiosa, oltre ogni rifiuto, incomprensione o tribolazione.
FAUSTI - “Chiama innanzi i dodici e cominciò ad inviarli” I Dodici furono prima chiamati ciascuno singolarmente a seguirlo. Poi furono comunitariamente costituiti per “essere con Lui”.
Ora sono inviati ai fratelli a due a due. Questo brano è un “breviario di viaggio”, perché gli inviati non dimentichino di riprodurre il Volto di chi li invia. E' la carta di identità della Chiesa apostolica , ossia mandata da Gesù - la cui missione fu in povertà , e passò attraverso il fallimento, nascondimento, impotenza e piccolezza.
Chi è mandato ai fratelli riceve il più grande dono del Padre : è pienamente associato al Figlio, partecipe del mistero che annuncia.
Con l'invio dei dodici , Gesù non è più solo. Comincia ad essere il primo di numerosi fratelli, un chicco che già si è moltiplicato.
Questa prima missione ad Israele è già un raccolto che si semina per un altro successivo, che sarà sempre più abbondante , fino alla fine dei tempi, quando tutti gli uomini mangeranno il pane del Figlio.
L'annuncio dell'Evangelo è sempre in povertà, perché proclama la Croce che ha vinto il mondo.
Più di ciò che bisogna dire, Gesù si mostra preoccupato di ciò che bisogna essere.
Ciò che sei, grida più forte di ciò che dici.
E' vero che la Parola di Dio è efficace di per sé ; non è la mia testimonianza a renderla credibile.
Tuttavia la mia contro-testimonianza ha il potere di renderla incredibile.
Nel male ho sempre un potere maggiore che nel bene : non so creare un fiore, so però distruggerlo!
La povertà che Gesù “ordina “ viene dalla gioia di chi ha scoperto il tesoro (Mt 13,44) , e conduce alla vittoria sul peccato del mondo – che consiste nella brama di avere, di potere e di apparire, strumenti mortali escogitati dalla paura della morte.
La Sua povertà non è una privazione, ma un valore sommo, anzi la somma dei valori della Sua vita.
Infatti Dio, essendo Amore , è povero. Il Suo avere è il Suo essere, e il Suo essere è essere dell'altro, nel dono di Sé del Padre al Figlio e del Figlio al Padre , nell'unico Spirito.
Anche per noi la povertà è la condizione per amare.
Infatti finché hai cose, dai cose , quando hai nulla, dai te stesso.
Solo allora ami veramente e puoi condividere.
Inoltre ciò che hai, ti divide dall'altro , ciò che dai, ti unisce, e ti fa solidale con lui.
Finché non sei povero, ogni cosa che dai è solo esercizio di potere.
Già nell'A. Testamento povertà, piccolezza e impotenza sono i mezzi che Dio sceglie per vincere.
Infatti ha scelto ciò che è stolto e debole per confondere i sapienti e i forti , ciò che è ignobile, disprezzato e nulla, per ridurre a nulla le cose che sono (1Cor1,27).
D'altra parte noi conosciamo la grazia del Signore nostro Gesù che da ricco che era si fece povero perché noi diventassimo ricchi per mezzo della Sua povertà (2Cor 8,9).
Questa lezione l'avevano appresa bene Pietro e Giovanni, quando compirono il primo miracolo della Chiesa nascente. Fecero camminare lo storpio con le parole .”Non possiedo né oro né argento, ma quello che ho te lo do : nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina”. (At 3,6).
Se avessero avuto argento e oro, avrebbero fatto un'opera buona, magari un istituto per storpi! Ma la fede può venire solo dall'annuncio fatto in debolezza, perché è libera risposta alla Parola di Cristo.
Per questo Paolo si presenta in debolezza, con molto timore e trepidazione, riponendo tutta la sua sapienza in Cristo, e in Cristo Crocifisso (1Cor 2,2) . E dice : “Quando sono debole, è allora che sono forte (2Cor 12,10), forte della fiducia in Dio, la cui debolezza è più forte degli uomini.
Gesù invia i suoi in povertà, come il Padre ha inviato Lui.
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