giovedì 18 aprile 2024

B - 4 DOMENICA DI PASQUA


 

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Antifona
Dell’amore del Signore è piena la terra;
dalla sua parola furono fatti i cieli. Alleluia. (Sal 32,5-6)
Colletta
Dio onnipotente e misericordioso,
guidaci al possesso della gioia eterna,
perché l'umile gregge dei tuoi fedeli
giunga dove lo ha preceduto Cristo, suo pastore.
Egli è Dio, e vive e regna con te.

Dio, nostro Padre,
che in Cristo buon pastore
ti prendi cura delle nostre infermità,
donaci di ascoltare oggi la sua voce,
perché, riuniti in un solo gregge,
gustiamo la gioia di essere tuoi figli.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.

Prima Lettura
In nessun altro c'è salvezza.
Dagli Atti degli Apostoli
At 4,8-12

In quei giorni, Pietro, colmato di Spirito Santo, disse loro:
«Capi del popolo e anziani, visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato a un uomo infermo, e cioè per mezzo di chi egli sia stato salvato, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d'Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi risanato.
Questo Gesù è la pietra che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d'angolo.
In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati».

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale
Dal Sal 117 (118)

R. La pietra scartata dai costruttori è divenuta pietra d’angolo.
Oppure:
R. Alleluia, alleluia, alleluia.

Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
È meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nell’uomo.
È meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nei potenti. R.

Ti rendo grazie, perché mi hai risposto,
perché sei stato la mia salvezza.
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi. R.

Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore.
Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie,
sei il mio Dio e ti esalto.
Rendete grazie al Signore, perché è buono,
perché il suo amore è per sempre. R.

Seconda Lettura
Vedremo Dio così come egli è.
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
1Gv 3,1-2

Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.
Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.

Parola di Dio.

Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.

Io sono il buon pastore, dice il Signore,
conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me. (Gv 10,14)

Alleluia.

Vangelo
Il buon pastore dà la propria vita per le pecore.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 10,11-18

In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario - che non è pastore e al quale le pecore non appartengono - vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.
Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».

Parola del Signore.

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PAPA FRANCESCO

REGINA CAELI 25 aprile 2021


Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

In questa quarta domenica di Pasqua, detta domenica del Buon Pastore, il Vangelo (Gv 10,11-18) presenta Gesù come il vero pastore, che difende, conosce e ama le sue pecore.

A Lui, Buon Pastore, si contrappone il “mercenario”, al quale non importano le pecore, perché non sono sue. Fa questo mestiere solo per la paga, e non si preoccupa di difenderle: quando arriva il lupo fugge e le abbandona ( vv. 12-13). Gesù, invece, pastore vero, ci difende sempre, ci salva in tante situazioni difficili, situazioni pericolose, mediante la luce della sua parola e la forza della sua presenza, che noi sperimentiamo sempre e, se vogliamo ascoltare, tutti i giorni.

Il secondo aspetto è che Gesù, pastore buono, conosce – il primo aspetto: difende, il secondo: conosce – le sue pecore e le pecore conoscono Lui (v. 14). Come è bello e consolante sapere che Gesù ci conosce ad uno ad uno, che non siamo degli anonimi per Lui, che il nostro nome gli è noto! Per Lui non siamo “massa”, “moltitudine”, no. Siamo persone uniche, ciascuno con la propria storia, [e Lui] ci conosce ciascuno con la propria storia, ciascuno con il proprio valore, sia in quanto creatura sia in quanto redento da Cristo. Ognuno di noi può dire: Gesù mi conosce! È vero, è così: Lui ci conosce come nessun altro. Solo Lui sa che cosa c’è nel nostro cuore, le intenzioni, i sentimenti più nascosti. Gesù conosce i nostri pregi e i nostri difetti, ed è sempre pronto a prendersi cura di noi, per sanare le piaghe dei nostri errori con l’abbondanza della sua misericordia. In Lui si realizza pienamente l’immagine del pastore del popolo di Dio, che avevano delineato i profeti: Gesù si preoccupa delle sue pecore, le raduna, fascia quella ferita, cura quella malata. Così possiamo leggere nel Libro del profeta Ezechiele (34,11-16).

Dunque, Gesù Buon Pastore difende, conosce, e soprattutto ama le sue pecore. E per questo dà la vita per loro ( Gv 10,15). L’amore per le pecore, cioè per ognuno di noi, lo porta a morire sulla croce, perché questa è la volontà del Padre, che nessuno vada perduto. L’amore di Cristo non è selettivo, abbraccia tutti. Ce lo ricorda Lui stesso nel Vangelo di oggi, quando dice: «E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore» (Gv 10,16). Queste parole attestano la sua ansia universale: Lui è pastore di tutti. Gesù vuole che tutti possano ricevere l’amore del Padre e incontrare Dio.

E la Chiesa è chiamata a portare avanti questa missione di Cristo. Oltre a quanti frequentano le nostre comunità, ci sono tante persone, la maggioranza, che lo fanno solo in casi particolari o mai. Ma non per questo non sono figli di Dio: il Padre affida tutti a Gesù Buon Pastore, che per tutti ha dato la vita.

Fratelli e sorelle, Gesù difende, conosce e ama tutti noi. Maria Santissima ci aiuti ad accogliere e seguire noi per primi il Buon Pastore, per cooperare con gioia alla sua missione.

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BENEDETTO XVI – GESU' DI NAZARET - “IO SONO IL BUON PASTORE”(Gv 10,10) ...Il ladro viene “ per rubare, uccidere e distruggere” Vede le pecore come una cosa di sua proprietà, che possiede e sfrutta per sé. Gli importa soltanto di se stesso, tutto esige soltanto per lui. Al contrario il vero pastore non toglie la vita, bensì la dà . “ Io sono venuto perchè abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza”
...Gesù promette di mostrare alle pecore il “pascolo” ciò di cui vivono, di condurle davvero alle sorgenti della vita. Possiamo qui ascoltare, come risonanza , le parole del Salmo 23 “Su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce... Davanti a me tu prepari una mensa... felicità e grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita...” In modo ancora più immediato vi risuona il discorso del pastore di Ezechiele : “ Le condurrò in ottime pasture e il loro ovile sarà sui monti alti d'Israele” (34,14)... Gesù come Verbo incarnato di Dio è Egli stesso non solo il pastore, ma anche il nutrimento, il vero “pascolo” dona la vita dando se stesso, Lui che è la Vita.
...Alla luce del Salmo 23 “...Se dovessi camminare in una valle oscura , non temerei alcun male....Felicità e grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita, e abiterò nella casa del Signore per lunghissimi anni “ Riconobbero in Cristo il Buon Pastore che guida attraverso le valli oscure della vita , il pastore che ha attraversato di persona la valle oscura della morte ; il pastore che conosce anche la via che attraversa la notte della morte e che non mi abbandona neppure in quell'ultima solitudine conducendomi fuori da quella valle verso i pascoli erbosi della vita, nel luogo “del refrigerio, della luce , della pace” Clemente di Alessandria ha espresso questa fiducia nella guida del pastore in versi che fanno percepire qualcosa di questa speranza e di questo ottimismo della Chiesa primitiva , spesso sofferente e ripetutamente perseguitata:
“ Guida, o santo pastore, le tue pecore spirituali ;
guida, o re, i tuoi bambini illesi.
Le orme di Cristo sono il sentiero verso il cielo”.
Naturalmente ai cristiani veniva in mente sia la parabola del pastore che segue la pecorella smarrita ( Lc 15), se la carica sulle spalle e la porta a casa, sia il discorso del pastore nel Vangelo di Giovanni. Per i padri, questi due elementi sono confluiti uno nell'altro : il pastore che si mette in cammino per cercare la pecorella smarrita è lo stesso Verbo Eterno , e la pecora che Egli si mette in spalla e che porta affettuosamente a casa è l'umanità, è la natura umana, che Egli ha assunto.
Nella sua incarnazione e nella sua croce porta a casa la pecorella smarrita – l'umanità – porta anche me.
Il Logos fattosi uomo è il vero “portatore della pecora” -
il Pastore che ci segue tra le spine e i deserti della vita.
Portati da lui, arriviamo a casa.
Ha dato la vita per noi.
Egli stesso è la Vita.


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S FAUSTI - GESU' e' il Pastore/Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo (Gv 1,29), è venuto per liberare le pecore e dare loro la vita, la sua vita di Figlio.
GESU' si identifica con il “Pastore Bello”.
Per il pastore le pecore sono sue : gli appartengono e ne ha cura come della propria vita. Il mercenario , invece, è preoccupato del suo salario : le pecore sono a servizio della sua vita, non lui della loro. Per questo non si es-pone : agisce per vile interesse . Nel momento del pericolo fugge da chi lo ha seguito..
Il lupo, nemico tradizionale del gregge, rappresenta le forze ostili del male.
Gesù stesso ha mandato i suoi discepoli come agnelli in mezzo ai lupi. Ogni epoca ha i suoi lupi. Talora hanno nome e cognome . Ma per lo più sono anonimi. Allora sono più insidiosi : indicano la mentalità diffusa, il falso modello di uomo, la “moda “ che serpeggia e fa strage all'interno del gregge. L'azione di rapire e disperdere è tipica del nemico, il diavolo : rapisce all'uomo la sua verità e lo fa fuggire dalla sua vita.
Egli fa il contrario del Figlio , che è venuto per dare la vita e raccogliere tutti i dispersi, riunendoli a sé e al Padre.
C'è una conoscenza,un'intimità, un amore reciproco tra Pastore e pecore.Chiama ciascuna per nome : “Ti ho chiamato per nome ; tu mi appartieni....sei prezioso ai miei occhi, sei degno di stima e io ti amo” (IS.43,1-4) Il rapporto di conoscenza e amore che c'è tra Gesù e ciascuno di noi è il medesimo che c'è tra il Padre e Lui :
“ Come il Padre amò me, così io amai voi” (15,19).
L'amore reciproco tra Padre e Figlio, il mistero che è la loro stessa vita,
è il medesimo che circola tra noi e Lui.
Il Figlio infatti non la tiene gelosamente per sé . Come la riceve, così la dona,
come è amato dal Padre, così ama i fratelli.
Giovanni non dice tanto che Gesù muore “al posto” delle pecore, quanto che egli dona loro la sua stessa vita. Sottolinea la trasmissione della “Gloria” dal Figlio ai fratelli.
Ci sono anche altre pecore che non sono di questo recinto. “Questo recinto” è quello del tempio, in cui sta Israele. Ci sono altri “recinti” religiosi o laici , che tengono schiavo l'uomo.
Il Figlio ha fratelli non solo nel popolo di Dio, ma dovunque : tutto è stato fatto per mezzo di lui, luce e vita di ogni uomo, che è figlio nel Figlio.
Per questo il Padre ama il mondo (3,16) e il Figlio , Salvatore (4,42) e Luce del mondo (8,12), sarà innalzato non solo per radunare tutti i dispersi di Israele, ma per tutti i popoli.
Gesù vuol condurre anche questi alla libertà.
Il cristianesimo è di sua natura universale ( cattolico) : non esclude nessuno. Se si esclude qualcuno, si rinnega il Padre, che ama ciascuno, e il Figlio, che è come il Padre.
Lo stesso concetto di “missione” non ha nulla a che fare con il proselitismo . È la spinta interiore del Figlio verso i fratelli.
E' questo amore che lo fa Pastore dei suoi fratelli .
Il Figlio non è venuto a fare un solo ovile, un recinto più grande dove imprigionare possibilmente tutti: tira fuori i fratelli da ogni gabbia, religiosa o meno, per farli vivere nella legge della libertà, che è l'amore e il servizio reciproco.
L'unione tra le chiese e tra gli uomini – la Chiesa è destinata al mondo!- è la stessa che si ritrova in Dio . Nell'unico amore reciproco, Padre e Figlio sono uno, nella distinzione di ciascuno.
Il Figlio ha dal Padre un unico comando : quello di dare la vita come la riceve, di amare come è amato. Sarà il comando che presto darà ai suoi discepoli (13,34) per farli partecipi della sua vita.
La vita la perdiamo comunque. Ma non è un vuoto a perdere, da riempire il più possibile di cose che pure andranno perse.
E' un vuoto da rendere, svuotato il più possibile dall'egoismo perchè si riempia d'amore.


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--->Tra le grandi figure metaforiche in cui Gesù si identifica, come Dio Vivente e Vivificante, Fonte di Acqua viva, Pane della Vita , Luce del mondo, Buon Pastore, Porta delle pecore e Vite ,quella umana del Buon Pastore , presentata poco prima dell' ultima Cena , rappresenta la Missione che è descritta nel Vangelo, il Suo atteggiamento, la Custodia e la Cura dei Suoi figli che Dio aveva già promesso e descritto nell'Antico Testamento attraverso i profeti (Ez 34,11-16 ,36,24-28).
Ed è anche ciò che desidera lasciare ai Suoi come impegno e compito nei confronti del Suo popolo.
E Pietro , dopo aver guarito un uomo nel Nome di Gesù , parla della reazione della gente. Aveva preso a cuore il compito affidatogli dal Signore.
Giovanni, nella sua lettera, scrive dell'immensa gioia che ci dona Dio, per essere Suoi figli, e della meraviglia che vivremo quando Lo vedremo , così come Egli E'! Comunica a tutti la bellezza dell'Amore di Dio !
Il Buon Pastore infatti offre la Sua Vita per il Suo gregge, e sulla croce realizza nel Dono della Vita la Salvezza per tutti. E compie così la Volontà del Padre, nella pienezza del Suo conformarsi all' Amore di Colui che L'ha mandato a riscattarci dal peccato e dalla perdizione conseguente.
Questo Figlio, perseguitato, Condannato e Crocifisso, ha preso su di Sé il male del mondo e ci ha pagati a caro prezzo “Perché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è Vita Eterna in Cristo Gesù Nostro Signore” (Paolo Rom 6,23).Colui che abbiamo Crocifisso , è Colui che intercede per noi! “Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma Lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con Lui? Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio giustifica. Chi condannerà? Cristo Gesù, che è morto, anzi, è Risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi? Chi ci separerà dunque dall'Amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada ?..Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di Colui che ci ha amati!” (Rom 8,32-37...39).
Il mercenario invece guarda il gregge per denaro, e lascia le pecore al sopraggiungere del lupo. Figura dei mercenari di allora che frequentavano il tempio, zeloti e capi rivoluzionari del popolo, farisei, sadducei sono i mercenari che lasciano colpire il popolo e fuggono. Chi è custode e non previene i pericoli, non difende , anzi abbandona coloro che gli sono affidati, è mercenario che fugge davanti alle minacce al gregge, non sente , né assume responsabilità.

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Dai Sal 41 (42) e 42 (43)
R. L'anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente.
Oppure:
R. Alleluia, alleluia, alleluia.
Come la cerva anela ai corsi d'acqua,
così l'anima mia anela a te, o Dio.
L'anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente:
quando verrò e vedrò il volto di Dio? R.

Manda la tua luce e la tua verità:
siano esse a guidarmi,
mi conducano alla tua santa montagna,
alla tua dimora. R.

Verrò all'altare di Dio,
a Dio, mia gioiosa esultanza.
A te canterò sulla cetra,
Dio, Dio mio. R.

B - 6 DOMENICA DI PASQUA