mercoledì 28 febbraio 2024

B - 3 DOMENICA QUARESIMA


 

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Antifona
I miei occhi sono sempre rivolti al Signore:
egli libera dal laccio il mio piede.
Volgiti a me e abbi pietà, perché sono povero e solo. ( Sal 24)

Quando mostrerò la mia santità in voi,
vi radunerò da ogni terra; vi aspergerò con acqua pura
e sarete purificati da tutte le vostre impurità
e metterò dentro di voi uno spirito nuovo. ( Ez 36,23-26)
O Dio, fonte di misericordia e di ogni bene,
che hai proposto a rimedio dei peccati
il digiuno, la preghiera e le opere di carità fraterna,
accogli la confessione della nostra miseria
perché, oppressi dal peso della colpa,
siamo sempre sollevati dalla tua misericordia.
Per il nostro Signore Gesù Cristo



Prima Lettura
La legge fu data per mezzo di Mosè.
Dal libro dell'Èsodo
Es 20,1-17

In quei giorni, Dio pronunciò tutte queste parole: «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d'Egitto, dalla condizione servile:
Non avrai altri dèi di fronte a me.
Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo, né di quanto è quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra la sua bontà fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.
Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascia impunito chi pronuncia il suo nome invano.
Ricòrdati del giorno del sabato per santificarlo. Sei giorni lavorerai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro, né tu né tuo figlio né tua figlia, né il tuo schiavo né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il settimo giorno. Perciò il Signore ha benedetto il giorno del sabato e lo ha consacrato.
Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà.
Non ucciderai.
Non commetterai adulterio.
Non ruberai.
Non pronuncerai falsa testimonianza contro il tuo prossimo. Non desidererai la casa del tuo prossimo. Non desidererai la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo né la sua schiava, né il suo bue né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo».

Parola di Dio.

Forma breve:
La legge fu data per mezzo di Mosè.

Dal libro dell'Èsodo
Es 20,1-3.7-8.12-17

In quei giorni, Dio pronunciò tutte queste parole: «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d'Egitto, dalla condizione servile:
Non avrai altri dèi di fronte a me.
Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascia impunito chi pronuncia il suo nome invano. Ricòrdati del giorno del sabato per santificarlo.
Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà.
Non ucciderai.
Non commetterai adulterio.
Non ruberai.
Non pronuncerai falsa testimonianza contro il tuo prossimo.
Non desidererai la casa del tuo prossimo.
Non desidererai la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo né la sua schiava, né il suo bue né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo».

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale
Dal Sal 18 (19)

R. Signore, tu hai parole di vita eterna.

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l'anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice. R.

I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi. R.

Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti. R.

Più preziosi dell'oro,
di molto oro fino,
più dolci del miele
e di un favo stillante. R.

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Seconda Lettura
Annunciamo Cristo crocifisso, scandalo per gli uomini, ma, per coloro che sono chiamati, sapienza di Dio.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
1Cor 1,22-25

Fratelli, mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio.
Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini.

Parola di Dio.

Acclamazione al Vangelo
Lode e onore a te, Signore Gesù!

Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito;
chiunque crede in lui ha la vita eterna. (Cf. Gv 3,16)

Lode e onore a te, Signore Gesù!

Vangelo
Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 2,13-25

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull'uomo. Egli infatti conosceva quello che c'è nell'uomo.

Parola del Signore.

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VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ FRANCESCO IN IRAQ - SANTA MESSA - OMELIA
DEL SANTO PADRE - Erbil 7 marzo 2021
San Paolo ci ha ricordato che «Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio» (1 Cor 1,24). Gesù ha rivelato questa potenza e questa sapienza soprattutto con la misericordia e il perdono. Non ha voluto farlo con dimostrazioni di forza o imponendo dall’alto la sua voce, né con lunghi discorsi o esibizioni di scienza incomparabile. Lo ha fatto dando la sua vita sulla CROCE. Ha rivelato la sua sapienza e potenza divina mostrandoci, fino alla fine, la fedeltà dell’AMORE del Padre; la fedeltà del Dio dell’Alleanza, che ha fatto
uscire il suo popolo dalla schiavitù e lo ha guidato nel cammino della libertà ( Es 20,1-2).
Com’è facile cadere nella trappola di pensare che dobbiamo dimostrare agli altri che siamo forti, che siamo sapienti… Nella trappola di farci immagini false di Dio che ci diano sicurezza… (Es 20,4-5). In realtà, è il
contrario, tutti noi abbiamo bisogno della potenza e della sapienza di Dio rivelata da Gesù sulla CROCE. Sul Calvario, Lui ha offerto al Padre le ferite dalle quali noi siamo stati guariti ( 1 Pt 2,24). Qui in Iraq, quanti dei vostri fratelli e sorelle, amici e concittadini portano le ferite della guerra e della violenza, ferite visibili e
invisibili! La tentazione è di rispondere a questi e ad altri fatti dolorosi con una forza umana, con una sapienza umana. Invece Gesù ci mostra la via di Dio, quella che Lui ha percorso e sulla quale ci chiama a seguirlo.
Nel Vangelo che abbiamo appena ascoltato (Gv 2,13-25), vediamo come Gesù scacciò dal TEMPIO di Gerusalemme i cambiavalute e tutti coloro che compravano e vendevano. Perché Gesù ha fatto questo gesto così forte, così provocatorio? L’ha fatto perché il Padre lo ha mandato a purificare il TEMPIO: non solo il TEMPIO di pietra, ma soprattutto quello del nostro cuore. Come Gesù non tollerò che la casa del Padre suo diventasse un mercato ( Gv 2,16), così desidera che il nostro cuore non sia un luogo di
subbuglio, disordine e confusione. Il cuore va pulito, va ordinato, va purificato. Da che cosa? Dalle falsità che lo sporcano, dalle doppiezze dell’ipocrisia. Tutti noi ne abbiamo. Sono malattie che fanno male al cuore,
che infangano la vita, la rendono doppia. Abbiamo bisogno di essere ripuliti dalle nostre ingannevoli sicurezze che mercanteggiano la fede in Dio con cose che passano, con le convenienze del momento.
Abbiamo bisogno che siano spazzate via dal nostro cuore e dalla Chiesa le nefaste suggestioni del potere e del denaro. Per ripulire il cuore abbiamo bisogno di sporcarci le mani: di sentirci responsabili e non restare
a guardare mentre il fratello e la sorella soffrono. Ma come purificare il cuore? Da soli non siamo capaci, abbiamo bisogno di Gesù. Lui ha il potere di vincere i nostri mali, di guarire le nostre malattie, di restaurare
il TEMPIO del nostro cuore.
A conferma di ciò, come segno della sua autorità dice: «Distruggete questo TEMPIO e in tre giorni lo farò risorgere» (v. 19). Gesù Cristo, Lui solo, può purificarci dalle opere del male, Lui che è morto e risorto, Lui
che è il Signore! Cari fratelli e sorelle, Dio non ci lascia morire nel nostro peccato. Anche quando gli voltiamo le spalle, non ci abbandona mai a noi stessi. Ci cerca, ci insegue, per chiamarci al pentimento e per
purificarci. «Com’è vero che io vivo – dice il Signore per bocca di Ezechiele –, io non godo della morte del malvagio, ma che il malvagio si converta dalla sua malvagità e viva» (33,11). Il Signore vuole che siamo
salvati e che diventiamo TEMPIO vivo del suo AMORE, nella fraternità, nel servizio e nella misericordia.

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--->Gesù non solo ci purifica dai nostri peccati, ma ci rende partecipi della sua stessa potenza e sapienza. Ci libera da un modo di intendere la fede, la famiglia, la comunità che divide, che contrappone, che esclude affinché possiamo costruire una Chiesa e una società aperte a tutti e sollecite verso i nostri fratelli e sorelle
più bisognosi. E nello stesso tempo ci rafforza, perché sappiamo resistere alla tentazione di cercare vendetta, che fa sprofondare in una spirale di ritorsioni senza fine. Con la potenza dello Spirito Santo ci invia, non a fare proselitismo, ma come suoi discepoli missionari, uomini e donne chiamati a testimoniare
che il Vangelo ha il potere di cambiare la vita. Il Risorto ci rende strumenti della pace di Dio e della sua misericordia, artigiani pazienti e coraggiosi di un nuovo ordine sociale.
Così, per la forza di Cristo e del suo Spirito, avviene quello che l’Apostolo Paolo profetizza ai Corinzi: «Ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente
degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini» (1 Cor 1,25). Comunità cristiane composte da gente umile e semplice diventano segno del Regno che viene, Regno di AMORE, di giustizia e di pace. «Distruggete questo TEMPIO e in tre giorni lo farò risorgere» (Gv 2,19). Parlava del TEMPIO del suo corpo, dunque anche della sua Chiesa. Il Signore ci promette che, con la potenza della sua Risurrezione, può far risorgere noi e le nostre comunità dalle macerie causate dall’ingiustizia, dalla divisione e dall’odio. È la
promessa che celebriamo in questa Eucaristia. Con gli occhi della fede, riconosciamo la presenza del Signore CROCIFISSO e risorto in mezzo a noi, impariamo ad accogliere la sua sapienza liberatrice, a riposare nelle sue ferite e a trovare guarigione e forza per servire il suo Regno che viene nel nostro mondo. Dalle sue
piaghe siamo stati guariti (1 Pt 2,24); nelle sue piaghe, cari fratelli e sorelle, troviamo il balsamo del suo AMORE misericordioso; perché Egli, Buon Samaritano dell’umanità, desidera ungere ogni ferita, guarire ogni ricordo doloroso e ispirare un futuro di pace e di fraternità in questa terra.
La Chiesa in Iraq, con la grazia di Dio, ha fatto e sta facendo molto per proclamare questa meravigliosa sapienza della CROCE diffondendo la misericordia e il perdono di Cristo, specialmente verso i più bisognosi.
Anche in mezzo a grande povertà e difficoltà, molti di voi hanno generosamente offerto aiuto concreto e solidarietà ai poveri e ai sofferenti. Questo è uno dei motivi che mi hanno spinto a venire in pellegrinaggio
tra di voi a ringraziarvi e confermarvi nella fede e nella testimonianza. Oggi, posso vedere e toccare con mano che la Chiesa in Iraq è viva, che Cristo vive e opera in questo suo popolo santo e fedele.
Cari fratelli e sorelle, affido voi, le vostre famiglie e le vostre comunità alla materna protezione della Vergine Maria, che fu associata alla passione e alla morte del suo Figlio e partecipò alla gioia della sua
risurrezione. Interceda per noi e ci conduca a Lui, potenza e sapienza di Dio.

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BENEDETTO XVI - ANGELUS - Piazza San Pietro-Domenica, 11 marzo 2012



Il Vangelo di questa terza domenica di Quaresima riferisce – nella redazione di san Giovanni – il celebre episodio di GESÙ che scaccia dal TEMPIO di Gerusalemme i venditori di animali e i cambiamonete ( Gv 2,13-25). Il fatto, riportato da tutti gli Evangelisti, avvenne in prossimità della festa di PASQUA e destò
grande impressione sia nella folla, sia nei discepoli. Come dobbiamo interpretare questo gesto di GESÙ?
Anzitutto va notato che esso non provocò alcuna repressione dei tutori dell’ordine pubblico, perché fu visto come una tipica azione profetica: i profeti infatti, a nome di Dio, denunciavano spesso abusi, e lo facevano a
volte con gesti simbolici. Il problema, semmai, era la loro autorità. Ecco perché i Giudei chiesero a GESÙ: “Quale SEGNO ci mostri per fare queste cose?” (Gv 2,18), dimostraci che agisci veramente a nome di Dio.
La cacciata dei venditori dal TEMPIO è stata anche interpretata in senso politico-rivoluzionario, collocando GESÙ nella linea del movimento degli zeloti. Questi erano, appunto, “zelanti” per la LEGGE DI DIO e pronti
ad usare la violenza per farla rispettare. Ai tempi di GESÙ attendevano un Messia che liberasse Israele dal dominio dei Romani. Ma GESÙ deluse questa attesa, tanto che alcuni discepoli lo abbandonarono e Giuda Iscariota addirittura lo tradì. In realtà, è impossibile interpretare GESÙ come violento:

la violenza è contraria al Regno di Dio, è uno strumento dell’ ANTICRISTO.
La violenza non serve mai all’umanità, ma la disumanizza.

Ascoltiamo allora le parole che GESÙ disse compiendo quel gesto: “Portate via queste cose e non fate della
casa del Padre mio un mercato!”. E i discepoli allora si ricordarono che sta scritto in un Salmo: “Mi divora lo
zelo per la tua casa” (69,10). Questo Salmo è un’invocazione di aiuto in una situazione di estremo pericolo a
causa dell’odio dei nemici: la situazione che GESÙ vivrà nella sua passione. Lo zelo per il Padre e per la sua
casa lo porterà fino alla CROCE: il suo è lo zelo dell’AMORE che paga di persona, non quello che vorrebbe servire Dio mediante la violenza. Infatti il “SEGNO” che GESÙ darà come prova della sua autorità sarà proprio la sua morte e risurrezione. “Distruggete questo TEMPIO – disse – e in tre giorni lo farò risorgere”.
E san Giovanni annota: “Egli parlava del TEMPIO del suo corpo” (Gv 2,20-21).

Con la PASQUA di GESÙ inizia un nuovo culto,
il culto dell’AMORE,
e un nuovo TEMPIO che è Lui stesso, CRISTO RISORTO,
mediante il quale OGNI CREDENTE PUÒ ADORARE DIO PADRE “in spirito e verità” (Gv 4,23).

Cari amici, lo Spirito Santo ha iniziato a costruire questo nuovo TEMPIO nel grembo della Vergine Maria. Per sua intercessione, preghiamo perché ogni cristiano diventi pietra viva di questo edificio spirituale.

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FAUSTI
- “Distruggete questo Tempio e in tre giorni lo farò risorgere” , dice Gesù nel Tempio.
A Cana ha mostrato dove dimora :nella gioia e nell'amore. Ora, venuto nel Tempio, Sua dimora per eccellenza, prende la frusta perchè trova ben altro. Per capire il gesto, come sempre, dobbiamo immaginare che Gesù compia ora ciò che ha compiuto allora. Cosa diremmo, se Lo vedessimo oggi con la frusta, nei vari templi religiosi o laici? Non metterebbe in crisi molte nostre pacifiche abitudini , che riguardano il Tempio, cioè Dio stesso e il nostro modo di rapportarci con Lui?
Il Suo gesto è profetico in due sensi.
Primo . È sulla linea dei profeti, sempre critici verso le istituzioni, volte più agli interessi di chi detiene il potere che al fine per cui sono nate.
Secondo . È un gesto profetico , del tipo di quelli di Geremia (Ger13,1 – 19,1 – 27,1..), che anticipa simbolicamente la Missione di Gesù.
Il flagello, segno del male che cova nel tempio, si abbatterà su Lui stesso : ciò che Egli ora fa è una predizione in atto della Sua morte e Resurrezione.
L'identità del popolo d'Israele si fonda sull'Alleanza, il Tempio, la Legge.
I re e i sacerdoti ne sono custodi, e, come ogni custode, tendono a diventare padroni.
Per questo in Israele, oltre l'istituzione dei re e sacerdoti, c'è l'anti- istituzione dei profeti.
Questi sono il grillo parlante della coscienza , che richiama ad uscire da ipocrisia, menzogna e oppressione. Come il loro, anche il ministero di Gesù ha un unico potere, quello della Parola.
Con essa, a Cana dà inizio all'alleanza nuova, ora, a Gerusalemme, si proclama Nuovo Tempio, per dare poi la Nuova Legge.
Se l'Alleanza a Cana manca di vino, il Tempio , a Gerusalemme, è ridotto a una spelonca di ladri.
Gesù, come ha fatto dell'acqua il “vino bello” così farà del Tempio distrutto la casa del Padre.
Lui stesso, Parola diventata carne, è il Nuovo Tempio, luogo di comunione tra Dio e l'uomo.
Questo testo è letto in chiave di purificazione , addirittura di abolizione del tempio da parte di Gesù. E' vero che l'Agnello di Dio (1,29-36), prendendo il posto di YHWH, entra nel Tempio, ne purifica il culto e abolisce con il Suo ogni altro sacrificio : il sacrificio di Dio all'uomo prende il posto dei tanti sacrifici dell'uomo a Dio.
Gesù parla di distruzione e ricostruzione : il vero Santuario, per sovraimpressione, sarà il Suo Corpo, ucciso e risorto, dove si adora il Padre in Spirito e Verità.

B - PENTECOSTE