venerdì 16 febbraio 2024

B - 1 DOMENICA DI QUARESIMA


 

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Antifona
Mi invocherà e io gli darò risposta;
nell’angoscia io sarò con lui, lo libererò e lo renderò glorioso.
Lo sazierò di lunghi giorni e gli farò vedere la mia salvezza. (Sal 90,15-16)

O Dio, nostro Padre,
con la celebrazione di questa Quaresima,
segno sacramentale della nostra conversione,
concedi a noi tuoi fedeli
di crescere nella conoscenza del mistero di Cristo
e di testimoniarlo con una degna condotta di vita.

Dio paziente e misericordioso,
che rinnovi la tua alleanza con tutte le generazioni,
disponi i nostri cuori all’ascolto della tua parola,
perché in questo tempo di grazia
sia luce e guida verso la vera conversione.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.

Prima Lettura
L'alleanza fra Dio e Noè liberato dalle acque del diluvio.
Dal libro della Gènesi
Gn 9,8-15

Dio disse a Noè e ai suoi figli con lui: «Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza con voi e con i vostri discendenti dopo di voi, con ogni essere vivente che è con voi, uccelli, bestiame e animali selvatici, con tutti gli animali che sono usciti dall'arca, con tutti gli animali della terra. Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutta alcuna carne dalle acque del diluvio, né il diluvio devasterà più la terra».
Dio disse:
«Questo è il segno dell'alleanza,
che io pongo tra me e voi
e ogni essere vivente che è con voi,
per tutte le generazioni future.
Pongo il mio arco sulle nubi,
perché sia il segno dell'alleanza
tra me e la terra.
Quando ammasserò le nubi sulla terra
e apparirà l'arco sulle nubi,
ricorderò la mia alleanza
che è tra me e voi
e ogni essere che vive in ogni carne,
e non ci saranno più le acque per il diluvio,
per distruggere ogni carne».

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale
Dal Sal 24 (25)

R. Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà.

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza. R.

Ricòrdati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore, che è da sempre.
Ricòrdati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore. R.

Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via. R.

Seconda Lettura
Quest'acqua, come immagine del battesimo, ora salva anche voi.
Dalla prima lettera di san Pietro apostolo
1Pt 3,18-22

Carissimi, Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nel corpo, ma reso vivo nello spirito. E nello spirito andò a portare l'annuncio anche alle anime prigioniere, che un tempo avevano rifiutato di credere, quando Dio, nella sua magnanimità, pazientava nei giorni di Noè, mentre si fabbricava l'arca, nella quale poche persone, otto in tutto, furono salvate per mezzo dell'acqua.
Quest'acqua, come immagine del battesimo, ora salva anche voi; non porta via la sporcizia del corpo, ma è invocazione di salvezza rivolta a Dio da parte di una buona coscienza, in virtù della risurrezione di Gesù Cristo. Egli è alla destra di Dio, dopo essere salito al cielo e aver ottenuto la sovranità sugli angeli, i Principati e le Potenze.

Parola di Dio.

Acclamazione al Vangelo
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

Non di solo pane vivrà l'uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. (Mt 4,4b)

Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

Vangelo
Gesù, tentato da satana, è servito dagli angeli.
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 1,12-15

In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

Parola del Signore.

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PAPA FRANCESCO
ANGELUS 21 febbraio 2021

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Mercoledì scorso, con il rito penitenziale delle ceneri, abbiamo iniziato il cammino della Quaresima. Oggi, prima domenica di questo tempo liturgico, la Parola di Dio ci indica la strada per vivere in maniera fruttuosa i quaranta giorni che conducono alla celebrazione annuale della Pasqua. È la strada percorsa da Gesù, che il Vangelo, con lo stile essenziale di Marco, riassume dicendo che Egli, prima di incominciare la sua predicazione, si ritirò per quaranta giorni nel deserto, dove fu tentato da Satana (cfr 1,12-15). L’Evangelista sottolinea che «lo Spirito sospinse Gesù nel deserto» (v. 12). Lo Spirito Santo, disceso su di Lui subito dopo il battesimo ricevuto da Giovanni nel fiume Giordano, lo stesso Spirito ora lo spinge ad andare nel deserto, per affrontare il Tentatore, per lottare contro il diavolo. L’intera esistenza di Gesù è posta sotto il segno dello Spirito di Dio, che lo anima, lo ispira, lo guida.

Ma pensiamo al deserto. Fermiamoci un momento su questo ambiente, naturale e simbolico, così importante nella Bibbia. Il deserto è il luogo dove Dio parla al cuore dell’uomo, e dove sgorga la risposta della preghiera, cioè il deserto della solitudine, il cuore staccato da altre cose e solo, in quella solitudine, si apre alla Parola di Dio. Ma è anche il luogo della prova e della tentazione, dove il Tentatore, approfittando della fragilità e dei bisogni umani, insinua la sua voce menzognera, alternativa a quella di Dio, una voce alternativa che ti fa vedere un’altra strada, un’altra strada di inganno. Il Tentatore seduce. Infatti, durante i quaranta giorni vissuti da Gesù nel deserto, inizia il “duello” tra Gesù e il diavolo, che si concluderà con la Passione e la Croce. Tutto il ministero di Cristo è una lotta contro il Maligno nelle sue molteplici manifestazioni: guarigioni dalle malattie, esorcismi sugli indemoniati, perdono dei peccati. Dopo la prima fase in cui Gesù dimostra di parlare e agire con la potenza di Dio, sembra che il diavolo abbia la meglio, quando il Figlio di Dio viene rifiutato, abbandonato e, infine, catturato e condannato a morte. Sembra che il vincitore sia il diavolo. In realtà, proprio la morte era l’ultimo “deserto” da attraversare per sconfiggere definitivamente Satana e liberare tutti noi dal suo potere. E così Gesù ha vinto nel deserto della morte per vincere nella Risurrezione.

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--->Ogni anno, all’inizio della Quaresima, questo Vangelo delle tentazioni di Gesù nel deserto ci ricorda che la vita del cristiano, sulle orme del Signore, è un combattimento contro lo spirito del male. Ci mostra che Gesù ha affrontato volontariamente il Tentatore e lo ha vinto; e al tempo stesso ci rammenta che al diavolo è concessa la possibilità di agire anche su di noi con le tentazioni. Dobbiamo essere consapevoli della presenza di questo nemico astuto, interessato alla nostra condanna eterna, al nostro fallimento, e prepararci a difenderci da lui e a combatterlo. La grazia di Dio ci assicura, con la fede, la preghiera e la penitenza, la vittoria sul nemico. Ma io vorrei sottolineare una cosa: nelle tentazioni Gesù mai dialoga con il diavolo, mai. Nella sua vita Gesù mai ha fatto un dialogo con il diavolo, mai. O lo scaccia via dagli indemoniati o lo condanna o fa vedere la sua malizia, ma mai un dialogo. E nel deserto sembra che ci sia un dialogo perché il diavolo gli fa tre proposte e Gesù risponde. Ma Gesù non risponde con le sue parole; risponde con la Parola di Dio, con tre passi della Scrittura. E questo dobbiamo fare anche tutti noi. Quando si avvicina il seduttore, incomincia a sedurci: “Ma pensa questo, fa quello...”. La tentazione è di dialogare con lui, come ha fatto Eva; e se noi entriamo in dialogo con il diavolo saremo sconfitti. Mettetevi questo nella testa e nel cuore: con il diavolo mai si dialoga, non c’è dialogo possibile. Soltanto la Parola di Dio.

Nel tempo di Quaresima, lo Spirito Santo sospinge anche noi, come Gesù, ad entrare nel deserto. Non si tratta – abbiamo visto – di un luogo fisico, ma di una dimensione esistenziale in cui fare silenzio, metterci in ascolto della parola di Dio, «perché si compia in noi la vera conversione» . Non avere paura del deserto, cercare più momenti di preghiera, di silenzio, per entrare in noi stessi. Non avere paura. Siamo chiamati a camminare sui sentieri di Dio, rinnovando le promesse del nostro Battesimo: rinunciare a Satana, a tutte le sue opere e a tutte le sue seduzioni. Il nemico è lì accovacciato, state attenti. Ma mai dialogare con lui. Ci affidiamo alla materna intercessione della Vergine Maria.

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BENEDETTO XVI

ANGELUS 26 febbraio 2012
Cari fratelli e sorelle!

In questa prima domenica di Quaresima, incontriamo Gesù che, dopo aver ricevuto il battesimo nel fiume Giordano da Giovanni il Battista ( Mc 1,9), subisce la tentazione nel deserto
( Mc 1,12-13). La narrazione di san Marco è concisa, priva dei dettagli che leggiamo negli altri due Vangeli di Matteo e di Luca. Il deserto di cui si parla ha diversi significati. Può indicare lo stato di abbandono e di solitudine, il "luogo" della debolezza dell’uomo dove non vi sono appoggi e sicurezze, dove la tentazione si fa più forte. Ma esso può indicare anche un luogo di rifugio e di riparo, come lo fu per il popolo di Israele scampato alla schiavitù egiziana, dove si può sperimentare in modo particolare la presenza di Dio. Gesù «nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana» (Mc 1,13). San Leone Magno commenta che «il Signore ha voluto subire l’attacco del tentatore per difenderci con il suo aiuto e per istruirci col suo esempio» (Tractatus XXXIX,3 De ieiunio quadragesimae)

Che cosa può insegnarci questo episodio? Come leggiamo nel Libro dell’Imitazione di Cristo, «l’uomo non è mai del tutto esente dalla tentazione finché vive… ma è con la pazienza e con la vera umiltà che diventeremo più forti di ogni nemico» (Liber I, c. XIII) con la pazienza e l’umiltà di seguire ogni giorno il Signore, impariamo a costruire la nostra vita non al di fuori di Lui e come se non esistesse, ma in Lui e con Lui, perché è la fonte della vera vita. La tentazione di rimuovere Dio, di mettere ordine da soli in se stessi e nel mondo contando solo sulle proprie capacità, è sempre presente nella storia dell’uomo.

Gesù proclama che «il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino» (Mc 1,15), annuncia che in Lui accade qualcosa di nuovo: Dio si rivolge all’uomo in modo inaspettato, con una vicinanza unica concreta, piena di amore; Dio si incarna ed entra nel mondo dell’uomo per prendere su di sé il peccato, per vincere il male e riportare l’uomo nel mondo di Dio. Ma questo annuncio è accompagnato dalla richiesta di corrispondere ad un dono così grande. Gesù, infatti, aggiunge: «convertitevi e credete nel vangelo» (Mc 1,15); è l’invito ad avere fede in Dio e a convertire ogni giorno la nostra vita alla sua volontà, orientando al bene ogni nostra azione e pensiero. Il tempo della Quaresima è il momento propizio per rinnovare e rendere più saldo il nostro rapporto con Dio, attraverso la preghiera quotidiana, i gesti di penitenza, le opere di carità fraterna.

Supplichiamo con fervore Maria Santissima perché accompagni il nostro cammino quaresimale con la sua protezione e ci aiuti ad imprimere nel nostro cuore e nella nostra vita le parole di Gesù Cristo, per convertirci a Lui.

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FAUSTI - “Lo Spirito Lo sospinge nel deserto” dice Marco di Gesù. Il Suo Battesimo, come il passaggio del mar Rosso, segna la fine della schiavitù. Ora rimane però da attraversare il deserto, insidiato dal nemico che vuol perderci, bloccandoci o facendoci tornare indietro. Compiuta la scelta, si pagano i costi per mantenerla fino alla fine.
Adamo non aveva ascoltato la Parola di Dio e fu scacciato dall'Eden nel deserto.
Lo Spirito vi scaglia ora il nuovo Adamo, il Figlio che ascolta la Parola. Lì incontra tutti i Suoi fratelli, e li riconduce nel paradiso perduto.
Il Battesimo di Gesù ci presenta un Dio solidale con il nostro male e la nostra morte
Cristo, che emerge grondante dall'acqua con Lo Spirito nell'intimo, richiama Mosè, il pastore che guida il gregge di Dio nell'Esodo (IS 63,11). Come lui percorre il cammino d'Israele dall'Egitto alla terra promessa, quando tutti furono tentati e caddero , ripercorre vittorioso la storia di ogni uomo, che da sempre è caduto e per questo non raggiunge la patria del suo desiderio.
Gesù è tentato nel deserto di realizzare il Regno del Padre in modo più efficace e comodo. Per gli altri Vangeli sinottici le tentazioni si inseriscono nella “fame” (Mt 4,2- Lc 4,2), ossia nel bisogno che l'uomo ha in relazione alle cose, alle persone o a Dio.
E' costante il pericolo di soddisfare questa fame col possesso invece che col dono – unico cibo che sazia - e di non discernere le priorità e le alternative false da quelle vere.
Matteo e Luca inoltre dicono espressamente che è tentato, in quanto Figlio di Dio, di usare quegli strumenti che il nostro buon senso considera ovvi : l'avere, il potere e il prestigio religioso.
Ma questo significherebbe rimangiarsi la solidarietà con i fratelli – unica scelta del Figlio approvata dal Padre. Gesù fu tentato , come ciascuno di noi, da Adamo in poi, a fin di bene. Ma non bisogna agire a fin di bene, bensì agire bene. Perchè il bene è tale solo se è bene insieme nel principio, nel mezzo e nel fine. Non è mai vero che il fine giustifica i mezzi!
In Gesù tentato tutta l'umanità fu tentata. In Lui Vittorioso, tutta l'umanità ha già vinto il male.
E' il nuovo Adamo.
Il Vangelo è Gesù Cristo, Figlio di Dio. Gesù, quindi, proclamando il Vangelo, proclama se stesso. Egli dice la Parola ed è insieme la Parola detta. Per questo essa è viva ed efficace, capace di muovere noi come i primi discepoli.
E' giunto il momento decisivo della storia, perchè è arrivato il Regno di Dio.
Il Regno di Dio, capovolgimento del regno dell'uomo, che già conosciamo bene, come suscita le nostre speranze, interpella anche la nostra libertà. La proposta di Gesù diventa subito responsabilità di una mia risposta.
Il Regno è già venuto per Sua iniziativa, ma l'ingresso è riservato alla mia libertà.
Conversione è volgersi a Lui, iniziando dietro di Lui il Suo stesso cammino.
In tutte le religioni l'uomo cerca Dio, nel cristianesimo invece è Dio che cerca l'uomo.
La Sua proposta è diretta e personale : Lui stesso, per iniziativa del Suo Amore, chiede a me di andargli dietro.
La Sua domanda e la nostra risposta sono i due elementi costitutivi della fede, ambedue immediati e non delegabili. Nessuno può chiamarmi al posto Suo e nessuno può rispondere al posto mio.
Lui si impegna per primo a stare con me, e io mi impegno a stare con Lui.
Gli altri possono essere di aiuto o di mediazione previa, lo stesso annuncio mi deve portare a incontrare Lui. Per questo bisogna guardarsi dal cristianesimo come ideologia.
La fede è una concreta relazione con Lui, un'amorosa appartenenza reciproca, un gioioso essere l'uno dell'altro.

B - PENTECOSTE