martedì 29 dicembre 2020

MARIA SS. MADRE DI DIO


 

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LETTURA DEL GIORNO
Prima Lettura

Dal libro dei Numeri
Nm 6, 22-27

Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo: Così benedirete gli Israeliti: direte loro: Ti benedica il Signore e ti custodisca.
Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia.
Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace.
Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò».



Seconda Lettura

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati
Gal 4,4-7

Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l'adozione a figli. E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: Abbà! Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio.


SALMO 67

Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
faccia egli risplendere il suo volto su di noi, [Pausa]
affinché la tua via sia conosciuta sulla terra
e la tua salvezza fra tutte le genti.
Ti lodino i popoli, o Dio,
tutti quanti i popoli ti lodino!
Le nazioni gioiscano ed esultino,
perché tu governi i popoli con giustizia,
sei la guida delle nazioni sulla terra. [Pausa]
Ti lodino i popoli, o Dio,
tutti quanti i popoli ti lodino!
La terra ha prodotto il suo frutto;
Dio, il nostro Dio, ci benedirà.
Dio ci benedirà,
e tutte le estremità della terra lo temeranno.

VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 2,16-21

In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima che fosse concepito nel grembo.

PAROLE DEL SANTO PADRE
E il silenzio ci dice che anche noi, se vogliamo custodirci, abbiamo bisogno di silenzio. Abbiamo bisogno di rimanere in silenzio guardando il presepe. Perché davanti al presepe ci riscopriamo amati, assaporiamo il senso genuino della vita. E guardando in silenzio, lasciamo che Gesù parli al nostro cuore: che la sua piccolezza smonti la nostra superbia, che la sua povertà disturbi le nostre fastosità, che la sua tenerezza smuova il nostro cuore insensibile. Ritagliare ogni giorno un momento di silenzio con Dio è custodire la nostra anima; è custodire la nostra libertà dalle banalità corrosive del consumo e dagli stordimenti della pubblicità, dal dilagare di parole vuote e dalle onde travolgenti delle chiacchiere e del clamore. (Omelia nella Solennità di Maria Ss.ma Madre di Dio, 1 gennaio 2018)

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D. TONINO BELLO - Maria, donna del silenzio Tra i tanti appellativi mariani, in cui non sai se ammirare di più la fantasia dei poeti o la tenerezza della pietà popolare, ne ho trovato uno di straordinaria suggestione: Maria, cattedrale del silenzio. Certo, oggi è difficile sperimentare il silenzio nelle cattedrali delle metropoli. Però chi vi entra condotto dalla voglia di pregare, troverà sempre l'angolo giusto. Sedendo e mirando, gli basterà sollevare lo sguardo al di sopra del pavimento, e il silenzio lo troverà nascosto lassù, nelle penombre delle arcate e tra gli incroci dei costoloni. Anzi, ancora più su. Perché, se si lascerà sedurre dall' altezza della volta, si fingerà nel pensiero anche lui, come il poeta dell'Infinito, «interminati spazi di là da quella, e sovrumani silenzi, e profondissima quiete...». Maria è appunto come una cattedrale gotica che custodisce il silenzio. Gelosamente. Non lo rompe neppure quando parla. Così come il silenzio del tempio che, là in alto, gioca con le luci colorate delle bifore e con gli intarsi dei capitelli e con le curve dell'abside, non viene rotto ma esaltato dal gemito dell' organo o dalle misteriose cadenze del canto gregoriano, che salgono da giù. Ma perché Maria è cattedrale del silenzio? Intanto, perché è una donna di poche parole. Nel Vangelo parla appena quattro volte. All'annuncio dell' angelo. Quando intona il Magnificat. Quando ritrova Gesù nel tempio. E a Cana di Galilea. Poi, dopo aver raccomandato ai servi delle nozze di dare ascolto all'unica parola che conta, lei tace per sempre. Ma il suo silenzio non è solo assenza di voci. Non è il vuoto di rumori. E neppure il risultato di una particolare ascetica della sobrietà. È, invece, l'involucro teologico di una presenza. Il guscio di una pienezza. Il grembo che custodisce la Parola. Uno degli ultimi versetti della Lettera ai Romani ci offre la cifra interpretativa del silenzio di Maria. Parla di Gesù Cristo come «rivelazione del mistero taciuto per secoli eterni». Cristo, mistero taciuto. Nascosto, cioè. Segreto. Letteralmente: avvolto nel silenzio. In altri termini: il Verbo di Dio nel grembo dell'eternità era fasciato dal silenzio. Entrando nel grembo della storia, non poteva avere altre bende. E Maria gliele ha offerte con la sua persona. È divenuta così il prolungamento terreno di quell'arcano tacere del cielo. È stata costituita simbolo per chi vuol mantenere segreti d'amore. È per noi tutti, devastati dal frastuono, è rimasta scrigno silente della Parola: «Serbava tutte queste cose nel suo cuore».

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--> Santa Maria, donna del silenzio, riportaci alle sorgenti della pace. Liberaci dall'assedio delle parole. Da quelle nostre, prima di tutto. Ma anche da quelle degli altri. Figli del rumore, noi pensiamo di mascherare l'insicurezza che ci tormenta affidandoci al vaniloquio del nostro interminabile dire: facci comprendere che, solo quando avremo taciuto noi, Dio potrà parlare. Coinquilini del chiasso, ci siamo persuasi di poter esorcizzare la paura alzando il volume dei nostri transistor: facci capire che Dio si comunica all'uomo solo sulle sabbie del deserto, e che la sua voce non ha nulla da spartire con i decibel dei nostri baccani. Spiegaci il senso profondo di quel brano della Sapienza, che un tempo si leggeva a Natale facendoci trasalire di meraviglia: «Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose, e la notte era a metà del suo corso, la tua Parola onnipotente dal cielo, dal tuo trono regale, scese sulla terra...». Riportaci, ti preghiamo, al trasognato stupore del primo presepe, e ridestaci nel cuore la nostalgia di quella "tacita notte" . Santa Maria, donna del silenzio, raccontaci dei tuoi appuntamenti con Dio. In quali campagne ti recavi nei meriggi di primavera, lontano dal frastuono di Nazaret, per udire la sua voce? In quali fenditure della roccia ti nascondevi adolescente, perché l'incontro con lui non venisse profanato dalla violenza degli umani rumori? Su quali terrazzi di Galilea, allagati dal plenilunio, nutrivi le tue veglie di notturne salmodie, mentre il gracidare delle rane, laggiù nella piana degli ulivi, era l'unica colonna sonora ai tuoi pensieri di castità? Che discorsi facevi, presso la fontana del villaggio, con le tue compagne di gioventù? Che cosa trasmettevi a Giuseppe quando al crepuscolo, prendendoti per mano, usciva con te verso i declivi di Esdrelon, o ti conduceva al lago di Tiberiade nelle giornate di sole? Il mistero che nascondevi nel grembo glielo confidasti con parole o con lacrime di felicità? Oltre allo Shemàh Israel e alla monotonia della pioggia nelle grondaie, di quali altre voci risonava la bottega del falegname nelle sere d'inverno? Al di là dello scrigno del cuore, avevi anche un registro segreto a cui consegnavi le parole di Gesù? Che cosa vi siete detto, per trent' anni, attorno a quel desco di povera gente? Santa Maria, donna del silenzio, ammettici alla tua scuola. Tienici lontani dalla fiera dei rumori entro cui rischiamo di stordirei, al limite della dissociazione. Preservaci dalla morbosa
voluttà di notizie, che ci fa sordi alla "buona notizia". Rendici operatori di quell'ecologia acustica, che ci restituisca il gusto della contemplazione pur nel vortice della metropoli. Persuadici che solo nel silenzio maturano le cose grandi della vita: la conversione, l'amore, il sacrificio, la morte. Un'ultima cosa vogliamo chiederti, Madre dolcissima. Tu che hai sperimentato, come Cristo sulla croce, il silenzio di Dio, non ti allontanare dal nostro fianco nell' ora della prova. Quando il sole si eclissa pure per noi, e il cielo non risponde al nostro grido, e la terra rimbomba cava sotto i passi, e la paura dell' abbandono rischia di farei disperare, rimanici accanto. In quel momento, rompi pure il silenzio: per direi parole d'amore! E sentiremo sulla pelle i brividi della Pasqua. Prima ancora che si consumi la nostra agonia

CRISTO, RE DELL' UNIVERSO