venerdì 9 marzo 2018

B - 4 DOM. QUARESIMA


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CANTO DEL DIO NASCOSTO – Karol Wojtyla
E' in me un paese trasparente, nel chiarore del Lago di Genezaret
e la barca...e l'approdo dei pescatori appoggiato a onde silenziose...
e la folla... la folla dei cuori abbracciati da un Unico Cuore,
un Unico Cuore, il più semplice, il più mansueto -
oppure quella sera con Nicodemo
oppure sulla riva del mare,
dove ogni giorno ritorno affascinato dalla Tua Beltà -
E tutto questo : la sera con Nicodemo
il paese e l'approdo dei pescatori
il fondo trasparente e la Tua Persona così vicina -
tutto questo è visto attraverso un Punto Candido
del candore più puro,
circondato, nel cuore dell'uomo
da un vivo fiotto rosso

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11- 3 SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 136)
R. Il ricordo di te, Signore, è la nostra gioia.
Lungo i fiumi di Babilonia,
là sedevamo e piangiavamo
ricordandoci di Sion.
Ai salici di quella terra
appendemmo le nostre cetre. R.
Perché là ci chiedevano parole di canto
coloro che ci avevano deportato,
allegre canzoni, i nostri oppressori:
"Cantateci canti di Sion!". R.
Come cantare i canti del Signore
in terra straniera?
Se mi dimentico di te, Gerusalemme,
si dimentichi di me la mia destra. R.
Mi si attacchi la lingua al palato,
se lascio cadere il tuo ricordo,
se non innalzo Gerusalemme
al di sopra di ogni mia gioia. R.

SECONDA LETTURA
Morti per le colpe, siamo stati salvati per grazia.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 2,4-10
Fratelli, Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati. Con lui ci ha anche risuscitato e ci ha fatto sedere nei cieli, in Cristo Gesù, per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù. Per grazia infatti siete salvati mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene. Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone, che Dio ha preparato perché in esse camminassimo.
Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO (cf. Gv 3,16)
R. Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito;
chiunque crede in lui ha la vita eterna.
R. Lode e onore a te, Signore Gesù!

VANGELO
Dio ha mandato il Figlio perché il mondo si salvi per mezzo di lui.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni 3,14-21
In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo: "Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è
condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio".
Parola del Signore.

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S. FAUSTI - Essere figlio non è oggetto di rapina, ma dono di amore.
Il Figlio dell'uomo innalzato – su di Lui si è aperto il cielo, sia per scendere che per salire- è il solo che può manifestarci la gloria e raccontarci il Padre.
In Lui c'è la discesa di Dio verso l'uomo e l'ascesa dell'uomo a Dio.
“Come Mosè innalzò il serpente nel deserto” Al popolo, morso dai serpenti, Mosè mostrò, elevato come stendardo, un serpente di bronzo (Num 21,8). Chi levava in alto lo sguardo, era guarito dal veleno mortale.
Contemplando il Crocifisso, siamo “svelenati” dalla menzogna del serpente che ci ha tolto la conoscenza del Padre e ci ha fatto fuggire da Lui.
In Lui conosciamo la verità di Dio e nostra . Egli ci ama e noi siamo l'amore che Lui ha per noi.
Volgendo lo sguardo a Colui che abbiamo trafitto, (19,37) ai piedi della croce scopriamo questa verità che ci fa liberi (8,32) e nasciamo dall'alto.
La salvezza di Dio non ignora il male. Sarebbe falsa. Lo assume invece , in modo divino, per amore.
E lo vince nel perdono, dove tutti, dal più piccolo al più grande, conosciamo chi è il Signore .
“Dio infatti tanto amò il mondo “ Dio da sempre ama il mondo, anche se il mondo Lo rifiuta. L'amore del Padre è gratuito e senza riserve. Il Figlio, che Lo conosce e ne vive, ce Lo testimonia dalla croce .
Questo versetto ci presenta il centro del Vangelo di Giovanni, che vuol portarci a confessare con meraviglia . “ Noi abbiamo riconosciuto e creduto all'amore che Dio ha per noi”.
Infatti “Dio è Amore” (1Gv 4,16).
“Da dare il Figlio Unigenito” Ci ha dato il Figlio, perché solo in Lui, che ama come è amato, vediamo la nostra identità di figli del Padre.
Gesù, essendo Figlio, ha vissuto ciò che anche noi siamo chiamati a vivere : “la filialità” e la conseguente fraternità. Egli ci ama dello stesso Amore che il Padre ha per Lui e ci assicura che il Padre ci ama come Lui (17,23) , con un amore che è prima della fondazione del mondo (17,24).
La salvezza è credere in Gesù Crocifisso, il Figlio dell'Uomo innalzato .
Lui è la Parola, luce e vita di ogni uomo, diventata carne per narrarci l'Amore assoluto del Padre.
In Lui ci è data la nostra identità di figli e noi siamo ciò che siamo.
Al di fuori di Lui, siamo ciò che non siamo, il nulla di noi stessi.
Per questo accogliere Lui, il Figlio, è trovare se stessi ; rifiutare Lui è perdere se stessi
“Non per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di Lui” Il Figlio ha lo stesso giudizio del Padre. Egli viene con il flagello nel tempio non per giudicare o condannare il mondo peccatore. E' venuto a salvarlo proprio “purificando” il Tempio, sdemonizzando con la Sua Croce l'immagine diabolica che l'uomo ha di Dio e di sé. In Lui innalzato abbiamo la conoscenza vera di Lui e di noi stessi , che la bocca del serpente ci aveva sottratta. Aderire a Lui è la santità e giustizia vera : è vivere del Figlio e da figli, partecipare alla gloria comune del Padre e del Figlio. Chi non crede all'amore assoluto offerto dal Figlio dell'uomo innalzato, si esclude dall'amore e dalla vita. 
La decisione di fede nei confronti della Carne di Gesù ci fa nascere dall'alto: è la vita eterna. 
Il prologo non dice che chi Lo rifiuta nella testimonianza dei sapienti e dei profeti è giudicato.
Anzi la Parola si è fatta Carne per salvare questo mondo che non ha accolto la luce e si è condannato alle tenebre.
Per questo ogni uomo, come Nicodemo, pur tra incertezze e difficoltà, va condotto a nascere dall'alto attraverso la conoscenza del Figlio.
Il senso della storia umana è la rivelazione del Figlio, il suo crescere fino alla Sua statura piena (Ef 4,13) perché Dio sia tutto in tutti.
“Questo è il giudizio : la Luce è venuta nel mondo...” Il giudizio per chi, pur conoscendola, non accoglie la Parola diventata Carne, è quella di preferire le tenebre alla luce, la morte alla vita. Il giudizio sull'uomo lo fa l'uomo stesso, non Dio.

B - PENTECOSTE