venerdì 22 novembre 2024

CRISTO, RE DELL' UNIVERSO


 
 


 

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Antifona

L’Agnello immolato
è degno di ricevere potenza e ricchezza,
sapienza, forza e onore:
a lui gloria e potenza nei secoli dei secoli. (Ap 5,12;1,6)

Gloria.



Dio onnipotente ed eterno,
che hai voluto ricapitolare tutte le cose
in Cristo tuo Figlio, Re dell’universo,
fa’ che ogni creatura,
libera dalla schiavitù del peccato,
ti serva e ti lodi senza fine.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.

Oppure:

O Padre,
che hai mandato nel mondo il tuo Figlio, re e salvatore,
e ci hai resi partecipi del sacerdozio regale,
fa’ che ascoltiamo la sua voce,
per essere nel mondo
fermento del tuo regno di giustizia e di pace.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.

Prima Lettura
Il suo potere è un potere eterno.

Dal libro del profeta Daniele
Dn 7,13-14

Guardando nelle visioni notturne,
ecco venire con le nubi del cielo
uno simile a un figlio d'uomo;
giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui.
Gli furono dati potere, gloria e regno;
tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano:
il suo potere è un potere eterno,
che non finirà mai,
e il suo regno non sarà mai distrutto.

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Dal Sal 92 (93)

R. Il Signore regna, si riveste di splendore.

Il Signore regna, si riveste di maestà:
si riveste il Signore, si cinge di forza. R.

È stabile il mondo, non potrà vacillare.
Stabile è il tuo trono da sempre,
dall'eternità tu sei. R.

Davvero degni di fede i tuoi insegnamenti!
La santità si addice alla tua casa
per la durata dei giorni, Signore. R.

Seconda Lettura
Il sovrano dei re della terra ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio.

Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo
Ap 1,5-8

Gesù Cristo è il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra.
A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.
Ecco, viene con le nubi e ogni occhio lo vedrà,
anche quelli che lo trafissero,
e per lui tutte le tribù della terra
si batteranno il petto.
Sì, Amen!
Dice il Signore Dio: Io sono l'Alfa e l'Omèga, Colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente!

Parola di Dio.

Si dice il Credo.

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide! (Mc 11,9.10)

Alleluia.

Vangelo
Tu lo dici: io sono re.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 18,33b-37

In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

Parola del Signore.

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PAPA FRANCESCO

ANGELUS 21 novembre 2021


Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Il Vangelo della Liturgia di oggi, ultima domenica dell’Anno Liturgico, culmina in un’affermazione di Gesù, che dice: «Io sono re» (Gv 18,37). Egli pronuncia queste parole davanti a Pilato, mentre la folla grida di condannarlo a morte. Lui dice: “Io sono re”, e la folla grida di condannarlo a morte: bel contrasto! È giunta l’ora cruciale. In precedenza, sembra che Gesù non volesse che la gente lo acclamasse come re: ricordiamo quella volta dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci, quando si era ritirato da solo a pregare (cfr Gv 6,14-15).

Il fatto è che la regalità di Gesù è ben diversa da quella mondana. «Il mio regno – dice a Pilato – non è di questo mondo» (Gv 18,36). Egli non viene per dominare, ma per servire. Non arriva con i segni del potere, ma con il potere dei segni. Non è rivestito di insegne preziose, ma sta spoglio sulla croce. Ed è proprio nell’iscrizione posta sulla croce che Gesù viene definito “re” (cfr Gv 19,19). La sua regalità è davvero al di là dei parametri umani! Potremmo dire che non è re come gli altri, ma è Re per gli altri. Ripensiamo a questo: Cristo, davanti a Pilato, dice di essere re nel momento in cui la folla è contro di Lui, mentre quando lo seguiva e lo acclamava aveva preso le distanze da questa acclamazione. Gesù si dimostra, cioè, sovranamente libero dal desiderio della fama e della gloria terrena. E noi – chiediamoci – sappiamo imitarlo in questo? Sappiamo governare la nostra tendenza a essere continuamente cercati e approvati, oppure facciamo tutto per essere stimati da parte degli altri? In quello che facciamo, in particolare nel nostro impegno cristiano, mi domando: cosa conta? Contano gli applausi o conta il servizio?

Gesù non soltanto rifugge da ogni ricerca di grandezza terrena, ma rende anche libero e sovrano il cuore di chi lo segue. Egli, cari fratelli e sorelle, ci libera dalla sudditanza del male. Il suo Regno è liberante, non ha nulla di opprimente. Egli tratta ogni discepolo da amico, non da suddito. Cristo, pur essendo al di sopra di tutti i sovrani, non traccia linee di separazione tra sé e gli altri; desidera invece fratelli con cui condividere la sua gioia (cfr Gv 15,11). Seguendolo non si perde, non si perde nulla, ma si acquista dignità. Perché Cristo non vuole attorno a sé servilismo, ma gente libera. E – chiediamoci ora – da dove nasce la libertà di Gesù? Lo scopriamo tornando alla sua affermazione di fronte a Pilato: «Io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità» (Gv 18,37).

La libertà di Gesù viene dalla verità. È la sua verità che ci fa liberi (cfr Gv 8,32). Ma la verità di Gesù non è un’idea, qualcosa di astratto: la verità di Gesù è una realtà, è Lui stesso che fa la verità dentro di noi, ci libera dalle finzioni, dalle falsità che abbiamo dentro, dal doppio linguaggio. Stando con Gesù, diventiamo veri. La vita del cristiano non è una recita dove si può indossare la maschera che più conviene. Perché quando Gesù regna nel cuore, lo libera dall’ipocrisia, lo libera dai sotterfugi, dalle doppiezze. La miglior prova che Cristo è il nostro re è il distacco da ciò che inquina la vita, rendendola ambigua, opaca, triste. Quando la vita è ambigua, un po’ di qua, un po’ di là, è triste, è molto triste. Certo, con i limiti e i difetti dobbiamo sempre fare i conti: tutti siamo peccatori. Ma, quando si vive sotto la signoria di Gesù, non si diventa corrotti, non si diventa falsi, inclini a coprire la verità. Non si fa doppia vita. Ricordate bene: peccatori sì, siamo tutti, corrotti, mai! Peccatori sì, corrotti mai. Ci aiuti la Madonna a cercare ogni giorno la verità di Gesù, Re dell’Universo, che ci libera dalle schiavitù terrene e ci insegna a governare i nostri vizi.

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BENEDETTO XVI -ANGELUS - Piazza San Pietro - Domenica, 25 novembre 2012
Oggi la Chiesa celebra Nostro Signore Gesù Cristo re dell’universo. Questa solennità è posta al terminedell’anno liturgico e riassume il mistero di Gesù «PRIMOGENITO DEI MORTI e dominatore di tutti i potenti della terra» (Orazione Colletta Anno B), allargando il nostro sguardo verso la piena realizzazione del Regno di Dio, quando Dio sarà tutto in tutti (cfr 1 Cor 15,28). San Cirillo di Gerusalemme afferma: «Noi
annunciamo non solo la prima venuta di Cristo, ma anche una seconda molto più bella della prima. La prima,infatti, fu una manifestazione di patimento, la seconda porta il diadema della regalità divina; … nella prima fu sottoposto all’umiliazione della croce, nella seconda è attorniato e glorificato da una schiera di angeli»
(Catechesis XV,1 ). Tutta la missione di Gesù e il contenuto del suo messaggio consistono nell’annunciare il Regno di Dio e attuarlo in mezzo agli uomini
con segni e prodigi. «Ma – come ricorda il Concilio Vaticano II – innanzitutto il Regno si manifesta nella stessa persona di Cristo» (Cost. dogm. Lumen gentium , 5), che lo ha instaurato mediante la sua morte in croce e la sua risurrezione, con cui si è manifestato quale Signore e Messia e Sacerdote in eterno. Questo
Regno di Cristo è stato affidato alla Chiesa, che ne è «germe» ed «inizio» e ha il compito di annunciarlo e diffonderlo tra tutte le genti, con la forza dello Spirito Santo (cfr ibid.). Al termine del tempo stabilito, il Signore consegnerà a Dio Padre il Regno e gli presenterà tutti coloro che hanno vissuto secondo il comandamento dell’amore.
Cari amici, tutti noi siamo chiamati a prolungare l’opera salvifica di Dio convertendoci al Vangelo, ponendoci con decisione al seguito di quel Re che non è venuto per essere servito ma per servire e per dare TESTIMONIANZA alla VERITÀ (cfr Mc 10,45; Gv 18,37). In questa prospettiva invito tutti a pregare per
i sei nuovi Cardinali che ieri ho creato, affinché lo Spirito Santo li rafforzi nella fede e nella carità e li ricolmi dei suoi doni, così che vivano la loro nuova responsabilità come un’ulteriore dedizione a Cristo e al suo Regno. Questi nuovi membri del Collegio Cardinalizio ben rappresentano la dimensione universale della
Chiesa: sono Pastori di Chiese nel Libano, in India, in Nigeria, in Colombia, nelle Filippine, e uno di essi è da lungo tempo al servizio della Santa Sede.
Invochiamo la protezione di Maria Santissima su ciascuno di essi e sui fedeli affidati al loro servizio. La Vergine ci aiuti tutti a vivere il tempo presente in attesa del ritorno del Signore, chiedendo con forza a Dio:
«Venga il tuo Regno», e compiendo quelle opere di luce che ci avvicinano sempre più al Cielo, consapevoli che, nelle tormentate vicende della storia, Dio continua a costruire il suo Regno di amore.

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RICORDIAMO L'OMELIA DEL SANTO PADRE GV PAOLO II 26 novembre 2000 - Solennità di Nostro
Signore Gesù Cristo, Re dell'Universo
Tu lo dici: io sono RE!; (Gv 18,37).
Così rispose Gesù a Pilato in un drammatico dialogo, che il Vangelo ci fa riascoltare nell;odierna solennità diCristo re dell’universo. In questa ricorrenza, posta alla conclusione dell'anno liturgico, Gesù, Verbo eterno del Padre, è presentato come principio e fine di tutto il creato, come Redentore dell'uomo e Signore della storia. Nella prima lettura il Profeta DANIELE afferma: Il suo potere è un potere eterno, che non tramonta mai, e il suo regno è tale che non sarà mai distrutto(7,14).
Sì, o Cristo, tu sei Re! La tua regalità si manifesta paradossalmente sulla croce, nell' obbedienza al disegno del Padre,che - come scrive l'apostolo Paolo - ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto, per opera del quale abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati (Col 1,13-
14). Primogenito di coloro che risuscitano dai morti, Tu, Gesù, sei il Re dell';umanità nuova, restituita alla sua dignità originaria.
Tu sei Re! Il tuo regno però non è di questo mondo (cfr Gv 18,36); non è il frutto di conquiste belliche, di dominazioni politiche, di imperi economici, di egemonie culturali. Il tuo è un regno di VERITÀ e di vita, di santità e di grazia, di giustizia, di amore e di pace , che si manifesterà nella sua pienezza alla fine dei tempi, quando Dio sarà tutto in tutti (cfr 1 Cor 15,28).
La Chiesa, che già sulla terra può gustare le primizie del futuro compimento, non cessa di ripetere: "Venga il tuo regno" (Mt 6,10).
Venga il tuo regno! Pregano così, in ogni parte del mondo, i fedeli che si raccolgono quest 'oggi attorno ai loro Pastori per il Giubileo dell' Apostolato dei Laici. Ed io mi unisco con gioia a questo universale coro di lode e di preghiera.
La santità si addice alla tua casa.(Sal 92,5).
Con queste parole ci siamo rivolti a Dio nel Salmo
responsoriale. La santità continua a essere per i credenti la sfida più grande. Dobbiamo essere grati al Concilio Vaticano II, che ci ha ricordato come tutti i cristiani siano chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità.
Cari Fratelli e Sorelle, non abbiate paura di accettare questa sfida: essere uomini e donne santi! Non dimenticate che i frutti dell' apostolato dipendono dalla profondità della vita spirituale, dall' intensità della preghiera, da una formazione costante e da un'adesione sincera alle direttive della Chiesa. A voi ripeto quest ' oggi, come ai giovani durante la recente Giornata Mondiale della Gioventù, che se sarete quello che
dovete essere - se vivrete cioè il cristianesimo senza compromessi - potrete incendiare il mondo. Vi attendono compiti e traguardi che possono apparire sproporzionati alle forze umane. Non scoraggiatevi!
"Colui che ha iniziato in voi quest' opera buona, la porterà a compimento (Fil 1,6). Conservate sempre fisso lo sguardo su Gesù. Fate di Lui il cuore del mondo.
E Tu, Maria, Madre del Redentore, sua prima e perfetta discepola, aiutaci a essere i suoi TESTIMONI nel nuovo millennio.Fa che il tuo Figlio, Re dell ' universo e della storia, regni nella nostra vita, nelle nostre comunità e nel mondo intero!
Lode e onore a Te, o Cristo!;. Con la tua Croce hai redento il mondo. A Te affidiamo, ;inizio di un nuovo millennio, il nostro impegno a servizio di questo mondo che Tu ami e che noi pure amiamo. Sostienici con la forza della tua grazia! Amen.

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FAUSTI – Era l'aurora.Dopo il canto del gallo finiscono le tenebre e irrompe la luce.
Il processo politico di Gesù si svolge dal mattino all'ora sesta, da quando il sole si leva all'orizzonte fino a quando sta nel punto più alto del cielo.
La luce che viene nel mondo rompe le tenebre e cresce fino a raggiungere il suo pieno fulgore sulla Croce. Qui si manifesta il Re della Gloria.
I capi dei sacerdoti e i loro servi, chiamati anche “i giudei” conducono Gesù al pretorio. E' la residenza dove il governatore romano, nelle feste, dimorava per tenere sotto controllo le folle che venivano a Gerusalemme.
Gesù è quindi condotto dall'autorità romana perché esegua la condanna già decisa
dall'autorità religiosa, senza alcun processo.
In questo modo l'Agnello di Dio passa dai capi d'Israele al capo dei pagani : è il Salvatore del mondo che viene dai giudei.
Gesù con la Sua regalità, ci rivela la verità di Dio e dell'uomo. Egli è il Messia rivelato a Davide. Libera non solo il popolo di Israele,ma il mondo intero perchè rifiuta di dominare e si mette a servire.
Ci toglie dall'oppressione non con la potenza di chi opprime di più, ma con la forza di chi ama di più. Gesù, gridato Messia dalle folle, è rifiutato perché, invece di carri e cavalli, sceglie l'asino mite e umile come Lui.
Ma proprio così ci strappa da ogni potere di morte.
Pilato chiede dunque a Gesù se è Lui il Messia. Gli chiede che cosa ha fatto.
Tutto il Vangelo è risposta a questa domanda.
I segni che Gesù ha operato manifestano la Sua regalità : ha donato vino bello alle nozze, e salvezza a chi stava per morire , ha rialzato il paralitico, offerto il pane, e camminato sulle acque, ha dato vista ai ciechi e vita ai morti.
La Sua sovranità è la stessa di Dio, che dà ciò che è amore e vita.
Questi sono i segni della Sua regalità che brillerà pienamente dalla Croce.
E' il Re promesso da Dio alla discendenza di Davide, che regnerà in eterno : il Suo potere è lavare i piedi, la Sua dignità essere tra noi come Colui che serve.
E' il Pastore bello che libera la Sue pecore, esponendo, disponendo, e deponendo per loro la Vita.
Gesù conferma di essere Re. Non solo dei Giudei, ma di tutti.
E' il Re divino che viene da lassù.
Egli ci rivela la Verità che ci fa liberi . Ci mostra che siamo figli di Dio, amati dal Padre. Allora, per chi non chiude gli occhi, la Verità dissolverà automaticamente la menzogna, come la Luce spegne l'incubo delle tenebre.
La regalità di Gesù è quella del martire : viene unicamente dal conoscere e testimoniare la Verità, a proprie spese, come i profeti.
I poveri sono il tribunale permanente del Crocifisso che giudica la storia : ciò che facciamo o meno per loro, salva o distrugge noi stessi.
Pilato è chiamato, come tutti, a uscire dalla menzogna e ascoltare la Voce di Colui che è la Verità. “Io Sono la Via, la Verità e la Vita” aveva detto Gesù.
Chi dimora nella Sua Parola conoscerà la Verità.
Chi preferisce il potere alla Verità, non può né ascoltarla, né capirla.
Essere dalla Verità significa accettare la Verità come principio della propria vita.
Chi fa così si dispone ad ascoltarla : aprendole il cuore, apre gli occhi sulla realtà e guarisce dai suoi deliri.
La Verità ha una voce con la quale ci chiama : è quella dell'innocente colpito dal male.
Chi prende le difese del debole , presto o tardi esce dalla cecità e conosce la Verità.

CRISTO, RE DELL' UNIVERSO