giovedì 14 marzo 2024

B - 5 DOMENICA DI QUARESIMA


 

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Fammi giustizia, o Dio,
difendi la mia causa contro gente spietata;
liberami dall’uomo perfido e perverso.
Tu sei il Dio della mia difesa. (Sal 42,1-2)

Vieni in nostro aiuto, Padre misericordioso,
perché con la tua grazia possiamo camminare sempre
in quella carità che spinse il tuo Figlio
a consegnarsi alla morte per la vita del mondo.
Egli è Dio, e vive e regna con te.

O Padre,
che hai ascoltato il grido del tuo Figlio,
obbediente fino alla morte di croce,
dona a noi, che nelle prove della vita
partecipiamo alla sua passione,
la fecondità del seme che muore,
per essere un giorno accolti
come messe buona nella tua casa.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.

Prima Lettura
Concluderò un'alleanza nuova e non ricorderò più il peccato.
Dal libro del profeta Geremìa
Ger 31,31-34

Ecco, verranno giorni - oracolo del Signore -, nei quali con la casa d'Israele e con la casa di Giuda concluderò un'alleanza nuova. Non sarà come l'alleanza che ho concluso con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dalla terra d'Egitto, alleanza che essi hanno infranto, benché io fossi loro Signore. Oracolo del Signore.
Questa sarà l'alleanza che concluderò con la casa d'Israele dopo quei giorni - oracolo del Signore -: porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. Non dovranno più istruirsi l'un l'altro, dicendo: «Conoscete il Signore», perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande - oracolo del Signore -, poiché io perdonerò la loro iniquità e non ricorderò più il loro peccato.

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale
Dal Sal 50 (51)

R. Crea in me, o Dio, un cuore puro.

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro. R.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito. R.

Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Insegnerò ai ribelli le tue vie
e i peccatori a te ritorneranno. R.

Seconda Lettura
Imparò l'obbedienza e divenne causa di salvezza eterna.
Dalla lettera agli Ebrei
Eb 5,7-9

Cristo, nei giorni della sua vita terrena, offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito.
Pur essendo Figlio, imparò l'obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono.

Parola di Dio.

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Acclamazione al Vangelo
Lode e onore a te, Signore Gesù!

Se uno mi vuole servire, mi segua, dice il Signore,
e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. (Gv 12,26)

Lode e onore a te, Signore Gesù!

Vangelo
Se il chicco di grano caduto in terra muore, produce molto frutto.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 12,20-33

In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c'erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù».
Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l'ora che il Figlio dell'uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l'anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest'ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest'ora! Padre, glorifica il tuo nome».
Venne allora una voce dal cielo: «L'ho glorificato e lo glorificherò ancora!».
La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.

Parola del Signore.

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PAPA FRANCESCO

ANGELUS 21 marzo 2021

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

In questa quinta domenica di Quaresima, la liturgia proclama il Vangelo in cui San Giovanni riferisce un episodio avvenuto negli ultimi giorni della vita di Cristo, poco prima della Passione (cfr Gv 12,20-33). Mentre Gesù si trovava a Gerusalemme per la festa di pasqua, alcuni greci, incuriositi da quanto Egli andava compiendo, esprimono il desiderio di vederlo. Avvicinatisi all’apostolo Filippo, gli dicono: «Vogliamo vedere Gesù» (v. 21). “Vogliamo vedere Gesù”. Ricordiamo questo desiderio: “Vogliamo vedere Gesù”. Filippo ne parla ad Andrea e poi insieme lo riferiscono al Maestro. Nella richiesta di quei greci possiamo scorgere la domanda che tanti uomini e donne, di ogni luogo e di ogni tempo, rivolgono alla Chiesa e anche a ciascuno di noi: “Vogliamo vedere Gesù”.

E come risponde Gesù a quella richiesta? In un modo che fa pensare. Dice così: «è venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. […] Se il chicco di grano, caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto» (vv. 23-24). Queste parole sembra che non rispondano alla domanda posta da quei greci. In realtà, esse vanno oltre. Gesù infatti rivela che Lui, per ogni uomo che lo vuole cercare, è il seme nascosto pronto a morire per dare molto frutto. Come a dire: se volete conoscermi, se volete capirmi, guardate il chicco di grano che muore nel terreno, cioè guardate la croce.

Viene da pensare al segno della croce, che è diventato nei secoli l’emblema per eccellenza dei cristiani. Chi anche oggi vuole “vedere Gesù”, magari provenendo da Paesi e culture dove il cristianesimo è poco conosciuto, che cosa vede prima di tutto? Qual è il segno più comune che incontra? Il crocifisso, la croce. Nelle chiese, nelle case dei cristiani, anche portato sul proprio corpo. L’importante è che il segno sia coerente con il Vangelo: la croce non può che esprimere amore, servizio, dono di sé senza riserve: solo così essa è veramente l’“albero della vita”, della vita sovrabbondante.

Anche oggi tante persone, spesso senza dirlo, in modo implicito, vorrebbero “vedere Gesù”, incontrarlo, conoscerlo. Da qui si comprende la grande responsabilità di noi cristiani e delle nostre comunità. Anche noi dobbiamo rispondere con la testimonianza di una vita che si dona nel servizio, di una vita che prenda su di sé lo stile di Dio – vicinanza, compassione e tenerezza – e si dona nel servizio. Si tratta di seminare semi di amore non con parole che volano via, ma con esempi concreti, semplici e coraggiosi, non con condanne teoriche, ma con gesti di amore. Allora il Signore, con la sua grazia, ci fa portare frutto, anche quando il terreno è arido a causa di incomprensioni, difficoltà o persecuzioni, o pretese di legalismi o moralismi clericali. Questo è terreno arido. Proprio allora, nella prova e nella solitudine, mentre il seme muore, è il momento in cui la vita germoglia, per produrre frutti maturi a suo tempo. è in questo intreccio di morte e di vita che possiamo sperimentare la gioia e la vera fecondità dell’amore, che sempre, ripeto, si dà nello stile di Dio: vicinanza, compassione, tenerezza.

La Vergine Maria ci aiuti a seguire Gesù, a camminare forti e lieti sulla strada del servizio, affinché l’amore di Cristo risplenda in ogni nostro atteggiamento e diventi sempre più lo stile della nostra vita quotidiana.

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FAUSTI - “E' venuta l'ora che sia glorificato il Figlio dell'uomo”, dice Gesù. Ormai è alla fine della Sua azione e comincia la Passione. E' venuta l'ora, l'ora decisiva, per la quale è venuto. In essa si manifesta , a nostra salvezza, la gloria Sua e del Padre, della quale ciò che ha compiuto fin' ora è segno. Le folle Lo hanno appena osannato come Messia.
L'hanno visto venire sull'asinello, ma non hanno capito. Quanto Gesù ora dice di Sè, confermato dalla voce dal cielo, toglie ogni ambiguità.
Anche i Greci ora vogliono “vedere Gesù”. Sono l'anticipo di tutti quelli che saranno attratti a Lui quando sarà innalzato da terra, primizia del molto frutto del chicco di frumento, caduto nella terra, che muore. E' vero, tutto il mondo va dietro Lui, anche i pagani.
Gesù rispondendo ai discepoli che gli riferiscono la richiesta dei Greci, chiarisce come Lui è Re, e dove si fa vedere . È il Figlio dell'uomo, che presto vedranno innalzato sulla croce.
Nel Suo essere innalzato da terra, viene l'ora del Figlio che, nel Suo amore di fratello, rivela quello del Padre. La croce, che visivamente è un innalzamento, in realtà è l'abbassamento sommo, eppure questa abiezione estrema mostra la gloria abissale di Dio.
Dio infatti è AMORE , e la caratteristica più alta dell'amore è l'umiltà.
Dopo l'ingresso regale in Gerusalemme, è giunta l'ora della glorificazione del Figlio dell'uomo, che è quella del seme che muore e porta molto frutto.
Se negli altri Vangeli la Parola è il seme di Dio, in Giovanni Gesù stesso è il seme. Infatti è Lui la Parola. Alla Sua gloria è associato chiunque vuol seguirlo nel Suo stesso cammino.
Dopo l'annuncio della morte come dono fecondo di vita, c'è un profondo turbamento , che richiama l'agonia nell'orto, accostato immediatamente alla voce dal cielo, che richiama la Trasfigurazione.
E' importante questo turbamento di Gesù. Se non ci fosse, noi saremmo soli e smarriti davanti a ciò che ci rende tali: la morte, la violenza, l'ingiustizia, l'infamia e l'abbandono.
Egli invece è con noi e vive questa situazione da Figlio, con fiducia nel Padre.
Adamo, per la sua sfiducia, cadde nelle tenebre; Gesù , il nuovo Adamo, porta in questa tenebra la luce del Padre. “Padre” è la Parola detta dal Figlio, che dice il Padre.
In essa si esprime totalmente Dio come Amore e consegna reciproca tra Padre e Figlio.
Gesù chiede al Padre di glorificare il Suo Nome : di farsi conoscere , attraverso di Lui, come Padre.
La glorificazione del Padre avviene in quella del Figlio, che ama con il Suo stesso Amore i fratelli.
Al Figlio dell'uomo che nell'agonia lo chiama :”Padre”, la voce dal cielo risponde proclamandolo Figlio.
Quanto gli altri Vangeli dicono esplicitamente della scena luminosa della Trasfigurazione, qui è misteriosamente espresso dalle Parole del Padre “Glorificai e glorificherò”.
Il Nome del Padre è stato glorificato nel Battesimo di Gesù con il dono dello Spirito, che Lo costituisce Figlio Suo e fratello nostro. Inoltre è stato glorificato mediante le opere che il Padre gli ha dato da compiere, segno della Gloria , comune ad ambedue. E sarà glorificato sulla Croce,quando il Figlio darà lo Spirito e rivelerà la Sua Gloria di Unigenito dal Padre.
E nella storia, attraverso i numerosi fratelli che vivranno del Suo Amore di Figlio e conosceranno il Padre

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