mercoledì 10 novembre 2021

B - 33 DOMENICA T.O.


 

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Prima Lettura
In quel tempo sarà salvato il tuo popolo.
Dal libro del profeta Daniele
Dn 12,1-3

In quel tempo, sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo.
Sarà un tempo di angoscia, come non c'era stata mai dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro.
Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l'infamia eterna.
I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre.

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale
Dal Sal 15 (16)
R. Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare. R.

Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa. R.

Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra. R.

Seconda Lettura
Cristo con un'unica offerta ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati.
Dalla lettera agli Ebrei
Eb 10,11-14.18

Ogni sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e a offrire molte volte gli stessi sacrifici, che non possono mai eliminare i peccati.
Cristo, invece, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio, aspettando ormai che i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi. Infatti, con un'unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati.
Ora, dove c'è il perdono di queste cose, non c'è più offerta per il peccato.

Parola di Dio.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.

Vegliate in ogni momento pregando,
perché abbiate la forza di comparire
davanti al Figlio dell'uomo. (Lc 21,36)

Alleluia.

Vangelo
Il Figlio dell'uomo radunerà i suoi eletti dai quattro venti.
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 13,24-32

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In quei giorni, dopo quella tribolazione,
il sole si oscurerà,
la luna non darà più la sua luce,
le stelle cadranno dal cielo
e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall'estremità della terra fino all'estremità del cielo.
Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l'estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
Quanto però a quel giorno o a quell'ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».

Parola del Signore.

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FAUSTI - “Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi”. E' la grande promessa di Gesù. A questo incontro con Lui tutta la storia è condotta dalla mano sapiente e paziente di Dio.
La creazione è in cammino verso la rivelazione del Figlio dell'uomo, nel quale ogni uomo è figlio in comunione col Padre.
La fine del mondo non è il cadere di tutto nel nulla, ma il compiersi di ogni speranza al di là e al di sopra di ogni attesa, in una pienezza che nessuno osa immaginare.
L'invocazione del credente :”Maranà – thà : vieni, o Signore”, presta voce al gemito di tutta la creazione , che con aspirazione da vertigine tende a Lui, nel quale, per mezzo del quale e in vista del quale tutto è stato fatto.
Egli infatti è la vita di tutto ciò che esiste (Gv 1,3-4)
La fine del mondo non è qualcosa di tremendo.
E' anzi il fine sommamente desiderato, la meta agognata. Paolo spera che avvenga mentre lui ancora vive. E' infatti l'incontro tra la sposa , che nello Spirito grida . “ Vieni” e lo sposo che garantisce :”Sì, verrò presto” (Apocalisse 22,17).
Queste parole di Gesù presentano il quadro finale della vicenda cosmica.
Al centro sta la venuta del Figlio dell'uomo, che segna la fine del mondo vecchio col suo male e l'inizio di quello nuovo, in comunione con Lui...
La venuta gloriosa del Signore e il suo giudizio è a tre livelli : uno passato, quello della croce, dove tutto è compiuto ( Gv 19, 30);
uno presente , quello della nostra sequela, e uno futuro, quando sarà compiuto in tutti ciò che già lo è in lui e in chi lo segue.
La prima venuta , testimoniata dalla Parola, è norma di fede, che ci fa attendere il futuro nella speranza e vivere il presente nell'amore...
Nella fine del mondo avverrà quanto è avvenuto nella morte di Gesù, quando si oscurò il sole meridiano e la luce stessa del mondo si spense e si inabissò nella tenebra... Allora avverrà quanto è avvenuto sulla croce – abbassamento estremo dell'Altissimo. Non sarà una cosa segreta, ma ben visibile .
Egli si manifesta nella nube, perché, luce eccessiva, solo velandosi può rivelarsi...
La gloria di Dio – splendore della sua essenza, ciò per cui Lui è se stesso – è l'Amore Misericordioso.
Sarà manifesto a tutti proprio sulla croce.
Gli apostoli sono inviati come annunciatori della gloria di Dio – angeli del Suo giudizio sulla storia.
Il fine della loro missione è riunire attorno al Crocifisso tutti gli eletti...
“Il cielo e la terra passeranno”Cielo e terra significa tutto. La scena di questo mondo passa. Ma non viene distrutto . Viene trasfigurato, reso partecipe della gloria dei figli.
La sua Parola rimane in eterno, come la sua fedeltà e il suo amore.( Sl 148 – 117).
Solo lui, che dice .”Amen”, è la roccia stabile su cui fondare la propria vita.
Il Padre conosce il tempo del ritorno a casa di tutti i suoi figli. Anzi, il tempo è già venuto, ed è questo, in cui tutti siamo invitati.
Ma come mai tarda l'estate , se il fico ha già dato la primizia?
Tutta la storia ormai non è altro che il tempo della pazienza di Dio.
Dice Pietro : “ Davanti al Signore un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno solo. Il Signore non ritarda nell'adempiere la sua promessa, come certuni credono. Ma usa pazienza verso di voi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi” (2 Pt 3,8).
Infatti vuole che tutti gli uomini siano salvati e che la sua casa sia piena. Ma come potrà essere piena la casa di un padre, se manca anche un solo figlio?
Nel Figlio dell'uomo, fattosi maledizione e peccato per noi ( Galati 3,13- 2Cor 5, 12), è già tornato a casa l'ultimo dei suoi figli.
Per questo bisogna far festa e rallegrarsi ( Luca 15, 22).
E' quanto celebriamo nell'Eucaristia.

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padre Ermes Ronchi
 Mc 13,24-32
L'universo è fragile nella sua grande bellezza: in quei giorni, il sole si oscurerà, la luna si spegnerà, le stelle cadranno dal cielo... Eppure non è questa l'ultima verità delle parole di Gesù: se ogni giorno c'è un mondo che muore, ogni giorno c'è anche un mondo che nasce, un germoglio che spunta, foglioline di fico che annunciano l'estate.
Quante volte si è spento il sole, le stelle sono cadute a grappoli dal nostro cielo, lasciandoci vuoti, poveri, senza sogni: una disgrazia, una delusione, la morte di una persona cara, una sconfitta nell'amore. Fu necessario ripartire, un'infinita pazienza di ricominciare, guardare oltre l'inverno, all'estate che inizia con il quasi niente, una gemma su un ramo, guardare «alla speranza che viene a noi vestita di stracci perché le confezioniamo un abito da festa» (P. Ricoeur).
Gesù non ama la paura (la sua umanissima pedagogia è semplice: non avere paura, non fare paura, liberare dalla paura), vuole raccontare non la fine ma il fine della storia: Dio è vicino, è qui; bello, vitale e nuovo come la primavera del cosmo.
Dalla pianta di fico imparate: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l'estate è vicina. Gesù ci porta alla scuola delle piante, del fico, del germoglio, perché le leggi dello spirito e le leggi profonde della creazione coincidono. Così un albero e le sue gemme diventano personaggi di una rivelazione. «Ogni essere vivente, ogni cosa, perfino il granello di polvere è un messaggio di Dio» (Laudato si').
Imparate dalla sapienza degli alberi: quando il ramo si fa tenero, l'intenerirsi del ramo lo puoi percepire toccando; l'ammorbidirsi per la linfa' che riprende a gonfiare i suoi piccoli canali non è all'occhio che si rivela, ma al tatto: vai vicino, tocca con mano. I sensi sono il nostro radar per addentrarci nella sapienza del mondo. Toccate. Guardate. Anzi: contemplate.E spuntano le foglie: piccole gemme che l'albero spinge fuori, che erompono al sole e all'aria, come un minimo parto, da dentro a fuori. Voi capite che l'estate è vicina. In realtà le gemme indicano la primavera, che però in Palestina è brevissima, pochi giorni ed è subito estate. Così anche voi sappiate che egli è vicino, alle porte. Da una gemma di fico imparate il futuro del mondo: «che non compiuto così com'è, ma è qualcosa che deve svilupparsi ancora oltre, e che deve essere inteso più in profondità. Il mondo è una realtà germinante» (R. Guardini), incamminata verso una pienezza profumata di frutti.
Da una gemma imparate il futuro di Dio: che sta alla porta, e bussa; viene non come un dito puntato, ma come un abbraccio; non portando un'accusa ma un germogliare di vita.

B - PENTECOSTE